Quello che ho detto ha mandato Israele fuori di testa

Ott 29, 2022 | Notizie, Riflessioni

di Aida Touma-Sliman,

Haaretz, 27 ottobre 2022. 

Il movimento israeliano per la pace manifesta contro 50 anni di occupazione, Gerusalemme, 1 aprile 2017 Credito: Olivier Fitoussi

Questa settimana Israele è andato fuori di testa perché ho usato la parola “martiri”. Ma solo apparentemente. In realtà, Israele è impazzito perché ho osato dire una semplice verità: più l’occupazione è radicata, più forte è la resistenza all’occupazione. L’esercito invade ogni giorno le città della Cisgiordania occupata, giustizia i Palestinesi senza processo e mantiene la Striscia di Gaza sotto un assedio criminale, ma i membri del ‘governo del cambiamento’ si aspettano evidentemente che il popolo palestinese chini la testa e accetti docilmente il giudizio dell’occupante.

Purtroppo, anche coloro che si definiscono la “sinistra sionista” si sono uniti al coro ipocrita e razzista che definisce terrorista chiunque abbia il coraggio di resistere all’occupazione, e sostenitore del terrorismo chiunque non sopporti in silenzio i crimini dell’occupazione.

Negli ultimi anni, molti nella sinistra si sono arresi e hanno accettato, implicitamente o esplicitamente, il discorso della destra. Molti di noi si sono abituati a censurarsi, senza aspettare gli attacchi della destra fascista, e a sopprimere ciò che è scomodo dire in questo clima politico. Si parla molto della necessità di una stabilità governativa. Ma il vero significato di questa stabilità governativa è l’assenza di qualsiasi iniziativa o visione autentica nei confronti dei Palestinesi. Le persone si allineano, ma per le cose sbagliate. I governi cadono uno dopo l’altro perché si rifiutano di offrire soluzioni reali ai problemi più gravi. Da anni, qui non c’è stato nemmeno un dialogo su possibili idee alternative.

Per paura di ciò che accadrà se Benjamin Netanyahu tornerà al potere o se Itamar Ben-Gvir diventerà Ministro degli Interni, molti hanno adottato il vocabolario di questi personaggi e hanno attuato le loro pratiche razziste. La lavanderia del linguaggio lavora giorno e notte . Non dire “fine dell’occupazione”, parla piuttosto di “gestione del conflitto”. Non sollevare la questione degli insediamenti, parla degli accordi di normalizzazione con gli Stati del Golfo Persico. È meglio non ricordare che la Striscia di Gaza è stata bloccata per 15 anni; parlare di pace economica è più facile da digerire. Coloro che vengono chiamati centro o sinistra sionista, non solo non osano uscire dalla zona di sicurezza del gruppo egemone, ma danno anche una mano all’aggravamento dell’occupazione e della politica di apartheid. Agli occhi di coloro che vengono erroneamente chiamati “blocco del cambiamento”, è lecito continuare a tenere milioni di persone sotto occupazione e oppressione quotidiana, per “mettere ordine e salvare la democrazia”. I palestinesi possono aspettare.

Di fronte a questo silenzio e a questa omertà, io e i miei amici della vera sinistra arabo-ebraica continueremo a tenere i riflettori sulla società israeliana e a dire che l’imperatore è nudo. A differenza di tutti coloro che scappano dalle notizie e seguono la linea ultranazionalista israeliana, la vera sinistra non vota per il mantenimento delle norme sull’apartheid e per la disgregazione delle famiglie palestinesi. Una vera sinistra non partecipa all’oppressione del popolo palestinese e poi gli fa la predica.

Non facciamo parte di nessuno dei due blocchi. Siamo il blocco che si oppone alla politica di apartheid e lotta contro l’occupazione. Siamo il blocco che lotta per la parità di diritti e di cittadinanza per tutti i cittadini dello Stato. Siamo figli e figlie del popolo palestinese e cittadini dello Stato, e meritiamo pari diritti nazionali, politici, civili ed economici. Siamo una vera sinistra arabo-ebraica, che dice la nuda verità anche quando è scomoda, e anche se pagherà un prezzo per averla detta: solo la fine dell’occupazione porterà una vera sicurezza, non altri assassinii, detenzioni senza processo, assedi ed espansione degli insediamenti.

Aida Touma-Sliman è membro della Knesset per la Joint List.

https://www.haaretz.com/opinion/2022-10-27/ty-article-opinion/.premium/what-i-said-that-drove-israel-crazy/00000184-1a82-d229-afce-dbe2f74e0000

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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