L’esercito rimane in disparte mentre i coloni attaccano gli attivisti a Masafer Yatta

Giu 15, 2022 | Notizie

di Oren Ziv,

+972 Magazine, 13 giugno 2022.   

Un colono fracassa un’auto di attivisti e torna tranquillamente al suo insediamento, dopo che i soldati avevano disperso con violenza una protesta contro l’espulsione dei palestinesi.

Un colono israeliano tira una pietra al finestrino di un’auto con a bordo tre attiviste israeliane di sinistra, mentre un altro colono blocca loro la strada, fuori dall’insediamento di Mitzpe Yair, Cisgiordania occupata, 10 giugno 2022. (Oren Ziv)

Venerdì ho visto con i miei occhi come funziona la violenza dei coloni e come l’esercito e la polizia rimangono in disparte, non fanno nulla per impedirla e non arrestano i coloni violenti.

Ho visto un colono lanciare pietre e rompere il finestrino di un’auto con attiviste di sinistra all’interno, mentre i suoi amici impedivano agli attivisti di allontanarsi; ho visto i soldati assistere all’incidente senza fare nulla; ho visto il comandante della brigata militare della zona arrivare sulla scena pochi secondi dopo l’attacco e iniziare a chiacchierare amichevolmente col colono che aveva bloccato la strada alle attiviste, mentre l’aggressore si ritirava con calma verso il vicino avamposto senza che nessuno tentasse di fermarlo; e ho letto che il portavoce dell’esercito israeliano ha descritto l’evento violento che si è svolto davanti ai miei occhi come un “attrito tra coloni, attivisti e palestinesi”.

L’incidente è iniziato nel primo pomeriggio di venerdì, quando circa 200 tra palestinesi, israeliani e attivisti internazionali del Centro per la Nonviolenza Ebraica (CJNV) sono arrivati per aprire una strada vicino all’avamposto dei coloni di Mitzpe Yair a Masafer Yatta, nella regione delle Colline a Sud di Hebron della Cisgiordania occupata. La strada porta al villaggio palestinese di Bir Al-Eid, ma i palestinesi non possono utilizzarla da quando i coloni l’hanno bloccata illegalmente con grandi massi diversi mesi fa.

I manifestanti erano venuti anche per protestare contro la decisione dell’Alta Corte israeliana del mese scorso, di autorizzare l’espulsione di oltre 1.000 palestinesi che vivono all’interno di quella che Israele chiama Zona di Tiro 918. Dopo la decisione della Corte, le demolizioni di case nella zona si sono intensificate.

I manifestanti hanno cercato di spostare i massi che bloccavano l’accesso delle auto alla strada, ma un gran numero di soldati israeliani e di agenti della polizia di frontiera sono arrivati rapidamente sulla scena e hanno iniziato a respingerli con granate stordenti e gas lacrimogeni. Circa 20 coloni sono arrivati per affrontare i manifestanti e hanno chiesto all’esercito di disperderli. “Massacreremo voi e i vostri collaboratori”, ha detto un colono agli attivisti palestinesi.

Mentre la protesta volgeva al termine, una delle attiviste israeliane è arrivata con la sua auto per prendere altre due persone che erano state trattenute dalle forze israeliane e rilasciate vicino all’ingresso dell’avamposto, nel momento esatto in cui noi giornalisti stavamo tornando alle nostre auto che erano parcheggiate nello stesso posto. A questo punto, i coloni hanno iniziato ad attaccare.

Uno di loro, alla guida di un veicolo che sventolava una bandiera israeliana, ha bloccato l’auto delle attiviste di sinistra dall’uscita sulla strada principale, mentre altri coloni la circondavano. Un colono, il cui volto era coperto da una maschera, si è avvicinato e ha iniziato a lanciare pietre contro l’auto. Ha rotto uno dei finestrini, ferendo leggermente due delle attiviste all’interno.

Mentre gli attivisti facevano retromarcia e cercavano di allontanarsi, il Col. Yehuda Rosilio, nuovo comandante di brigata dell’area della Giudea della Cisgiordania, è arrivato sulla scena. Rosilio ha parlato con calma con il conducente del veicolo che aveva bloccato l’auto degli attivisti e gli ha chiesto di liberare la strada.

Il Col. Yehuda Rosilio, nuovo comandante di brigata dell’area della Giudea della Cisgiordania, parla all’autista del mezzo che aveva bloccato l’auto degli attivisti di sinistra mentre era attaccata con lanci di pietre. Masafer Yatta, Cisgiordania, 10 giugno 2022. (Oren Ziv)

Un video che documenta l’incidente mostra l’aggressore che fugge in direzione dell’avamposto di Mitzpe Yair; nessuno dei soldati tenta di fermarlo, nonostante abbiano la piena autorità per farlo. Un veterano giornalista palestinese presente all’incidente ha giustamente osservato che, se il lanciatore di pietre fosse stato un palestinese, il comandante della brigata avrebbe quasi certamente inseguito l’aggressore e forse gli avrebbe anche sparato.

In un altro incidente che non è stato ripreso dalle telecamere, i coloni hanno lanciato pietre contro il parabrezza dell’autobus che aveva portato gli attivisti israeliani alla protesta da Gerusalemme e Tel Aviv, mentre l’autista palestinese era seduto all’interno.

Itai Feitelson, uno degli attivisti che si trovavano all’interno dell’autobus attaccato, ha detto che due delle persone all’interno del veicolo attaccato sono state ferite dalle schegge di vetro del finestrino in frantumi. “Ci siamo rivolti alla polizia e all’esercito che erano presenti, ma non hanno trattenuto [l’aggressore] e l’hanno lasciato andare via.

“Si sono rifiutati di prendere le generalità delle persone che ci avevano bloccato la strada”, ha proseguito. “Ci hanno solo detto di andarcene e ci hanno spinto indietro nell’autobus; uno degli agenti di polizia ha sbattuto la mia testa contro la portiera”. Feitelson ha aggiunto che solo dopo aver raggiunto l’incrocio, gli attivisti feriti hanno ricevuto cure mediche, prima di andare a sporgere denuncia alla polizia.

Poco prima di bloccare il veicolo degli attivisti, il colono aveva minacciato i giornalisti, sostenendo che dovevano avere il permesso di filmare nell’area all’aperto fuori dall’avamposto. Secondo altre testimonianze, lo stesso colono è stato visto minacciare i giornalisti palestinesi e ordinare loro di spostare indietro i loro veicoli. I soldati presenti sulla scena non hanno interferito con le azioni del colono, che si è comportato come se fosse il comandante sul campo.

Solo domenica, dopo che la sua fotografia era stata ampiamente diffusa online, la polizia ha finalmente individuato e arrestato l’aggressore.

Un manifestante palestinese regge un cartello con la scritta “Questo è apartheid” davanti a coloni e soldati, a una dimostrazione contro l’espulsione delle comunità palestinesi che vivono in quella che Israele chiama Zona di Tiro 918l. Masafer Yatta, Cisgiordania occupata, 10 giugno 2022. (Oren Ziv).

‘Non nel nostro nome’

Ali Awad, un attivista palestinese del villaggio di Tuba (e collaboratore abituale di +972), ha detto che dopo la decisione dell’Alta Corte che ha autorizzato l’espulsione, i palestinesi manifestano ogni settimana davanti agli avamposti illegali dei coloni di Mitzpe Yair, Havat Ma’on e Avigail. “Si trovano [anche loro] all’interno della Zona di Tiro, ma nessuno sta cercando di espellerli”, ha detto Awad.

Ha aggiunto che la strada bloccata per cui gli attivisti hanno manifestato venerdì conduce a Bir Al-Eid, Jinba e altri villaggi palestinesi che rischiano di essere espulsi in seguito alla decisione del tribunale. “I coloni l’hanno bloccata qualche mese fa”, ha spiegato. “Non è stata una decisione dei militari, ma loro appoggiano comunque i coloni”.

Awad ha accolto con favore la presenza di attivisti israeliani e internazionali alla protesta. “La forte cooperazione tra palestinesi, israeliani e internazionali è ciò che ha prodotto la risposta dell’esercito, anche se tutti noi siamo stati danneggiati dalle granate stordenti e dai gas lacrimogeni”, ha detto. “Israele sta cercando di nascondere la realtà dell’occupazione agli ebrei di tutto il mondo e siamo felici che essi siano venuti a vederla con i loro occhi”.

La delegazione del CJNV era composta da attivisti ebrei provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Canada. La rabbina Salem Pearce, originaria di Houston, Texas, ha detto di essere venuta per essere solidale con i Palestinesi che rischiano di essere sfrattati dalle loro case dopo la decisione del tribunale. “Mi rifiuto di credere all’idea che la sicurezza degli ebrei dipenda dalle continue espulsioni ed espropriazioni dei palestinesi”, ha detto. “La sicurezza arriverà solo quando saremo tutti liberati”.

Attivisti palestinesi, israeliani ed ebrei internazionali in fuga per i gas lacrimogeni sparati dai soldati israeliani per disperdere una protesta contro l’espulsione delle comunità palestinesi che vivono entro quella che Israele chiama Zona di Tiro 918. Masafer Yatta, Cisgiordania, 10 giugno 2022. (Oren Ziv)

Un’altra attivista del CJNV, Lizzie Horne Mozes, è una studentessa di rabbinato di Philadelphia. “È un obbligo morale dei rabbini e dei futuri rabbini schierarsi contro l’occupazione”, ha detto durante la protesta. “L’oppressione da parte del governo israeliano, dell’esercito e dei coloni qui a Masafer Yatta avviene nel nostro nome. Come leader della comunità ebraica, è mio dovere farmi avanti e dire che questo è disumano e non può essere fatto in nome della nostra comunità”.

Sameeha Hureini, un’attivista palestinese del villaggio di a-Tuwani, nelle colline a Sud di Hebron, ha invitato la comunità internazionale a fare pressione su Israele per fermare l’espulsione. “Più di 1.500 Palestinesi diventerebbero ancora una volta rifugiati senza tetto”, ha detto. “Abbiamo bisogno del vostro sostegno e della vostra voce”.

Non è una questione di ‘attrito’

La risposta del portavoce dell’esercito israeliano a quanto accaduto venerdì merita un’attenzione particolare. In una prima dichiarazione, si leggeva: “All’inizio di oggi, una manifestazione di attivisti ha avuto luogo nell’area di Mitzpe Yair, nella regione della Brigata Territoriale della Giudea. Circa 250 persone erano presenti alla manifestazione, tra cui coloni, attivisti e palestinesi. Una forza dell’IDF era presente sul posto e ha dichiarato una zona militare chiusa per separare e prevenire gli attriti tra le parti, che sono state disperse”. Ma come persona presente sulla scena, posso affermare che questa affermazione è falsa, in quanto i coloni non sono stati affatto allontanati.

Un soldato israeliano requisisce la bandiera palestinese di un manifestante, durante una protesta contro l’espulsione delle comunità palestinesi che vivono entro quella che Israele chiama Zona di Tiro 918. Masafer Yatta, Cisgiordania, 10 giugno 2022. (Oren Ziv)

Il portavoce ha poi affermato che “in un’altra località, sulla strada che porta a Mitzpe Yair, è stata ricevuta una segnalazione di attrito tra attivisti in auto e alcuni coloni che lanciavano pietre verso di loro. Una forza dell’IDF presente al centro [della protesta] ha visto l’incidente da lontano ed è intervenuta per tenere lontani i coloni. È stata chiamata la polizia, i feriti sono stati curati e l’incidente è stato disperso”.

Anche questa dichiarazione è fuorviante. L’attacco ha avuto luogo a circa 300 metri dalla protesta, a soli 100 metri circa dal punto in cui erano stazionati alcuni membri dell’esercito e della polizia. L’esercito non ha identificato l’incidente “da lontano”, perché era sul posto. Il Comandante della Brigata Rosilio è arrivato sulla scena dell’attacco meno di 10 secondi dopo il suo inizio, come si può vedere nel filmato.

E soprattutto: l’incidente non è stato un “attrito”. Si è trattato di un attacco violento da parte di un colono contro attivisti di sinistra e, proprio come avviene quasi ogni giorno in tutta la Cisgiordania occupata negli attacchi dei coloni contro i Palestinesi, anche questo si è potuto verificare senza alcun intervento dell’esercito.

https://www.972mag.com/settler-attack-activists-masafer-yatta/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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