Come nasce un avamposto per un insediamento

Mag 19, 2022 | Notizie

di Agar Shezaf,

Haaretz, 14 maggio 2022. 

In una conferenza in Cisgiordania, i coloni di un avamposto contestato presentano le loro idee e fissano la data del prossimo obiettivo

La conferenza del Movimento Nachala al Consiglio Regionale di Binyamin, mercoledì scorso. Noam Revkin-Fenton

Nella sede del Consiglio Regionale di Binyamin in Cisgiordania, 400 attivisti pro-insediamenti si sono riuniti mercoledì sera per una conferenza sulla “costruzione di nuove comunità”. L’evento era organizzato dal Movimento Nachala, il gruppo che sostiene l’avamposto più famoso costruito negli ultimi anni: Evyatar. Nei giardini dell’edificio si aggiravano giovani in magliette con la scritta: “Evyatarnik”. Nell’aula riunioni, il gruppo ha presentato il suo progetto: inaugurare nella data ebraica del 21 di Tammuz (20 luglio) “10 Evyatar” – in altre parole, 10 avamposti illegali contemporaneamente.

In preparazione alla conferenza, in tutta la Cisgiordania sono stati affissi manifesti che invitavano i partecipanti e si sono tenuti piccoli raduni nelle case private per arruolare più persone nel progetto. “Nell’ultimo mese abbiamo realizzato una sala operativa telefonica e abbiamo fatto visite nelle ulpanas [licei religiosi femminili]”, ha detto una giovane donna, aggiungendo che stava facendo il suo Servizio Nazionale con il Movimento Nachala. La sera dell’evento ha venduto magliette con slogan del tipo: “Ampliare i nostri orizzonti” e “Chiediamo libertà per le costruzioni ebraiche”.

I partecipanti ascoltano l’intervento di Daniella Weiss alla conferenza. Noam Revkin-Fenton

Sul palco c’erano molti relatori. Tra questi c’era la leader del movimento Daniella Weiss, un personaggio ben noto sin dai tempi del movimento per gli insediamenti Gush Emunim; il capo del consiglio regionale di Binyamin Yisrael Gantz; e il sindaco di Kiryat Arba, Eliyahu Liebman. Weiss ha fatto notare che non era scontato che il consiglio regionale sponsorizzasse l’evento. Sul palco era seduto anche il vicesindaco di Gerusalemme, Aryeh King.

Hanno deciso di adottare un approccio simile a quanto fu fatto alla fondazione di Evyatar; non avevano alcun interesse a nascondere le loro intenzioni. “Un anno fa, siamo andati a Evyatar e in pochi giorni sono state costruite case e strade asfaltate, è stata fondata una comunità piena di vita”, ha detto al pubblico Zvi Elimelech Sharbaf, il presidente dell’organizzazione.

Daniella Weiss, leader del Movimento Nachala, alla conferenza. Noam Revkin-Fenton

Evyatar è stata fondata nel maggio 2021 sulla terra di tre villaggi: Beita, Qabalan e Yatma. I residenti di Beita hanno protestato ogni settimana e otto di loro sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dalle truppe dell’IDF durante le proteste.

Nel luglio 2021, i coloni di Evyatar sono stati evacuati in base a un accordo raggiunto tra loro e il governo. I coloni, diceva l’accordo, se ne sarebbero andati fino a quando non fosse stato determinato lo status giuridico della terra, ma le loro case sarebbero rimaste intatte. A febbraio 2022, nel suo ultimo giorno di carica, il procuratore generale Avichai Mendelblit ha approvato l’inizio del processo che potrebbe portare il governo ad approvare la costruzione di un nuovo insediamento nel sito [se la terra verrà dichiarata proprietà dello stato].

Zvi Elimelech Sharbaf, presidente del Movimento Nachala. Noam Revkin-Fenton

Sharbaf ha fornito una panoramica della situazione attuale a Evyatar. “Grazie a Dio, c’è una presenza militare sul posto e gli edifici in cui vivevamo esistono ancora”. Ma ha detto che il ministro della Difesa Benny Gantz deve ancora mantenere la sua promessa di consentire loro di tornare. “Non vogliono che un Evyatar esista: e noi costruiremo la comunità di Evyatar 10 volte!”

Tutti i partecipanti all’evento hanno ricevuto una borsa con all’interno un modulo di volontariato. Le possibilità per offrire il proprio servizio includono l’adesione al gruppo camionisti, al gruppo conducenti di auto con gancio di traino, oppure l’arruolamento come imprenditori edili. Ai tavoli di lavoro, giovani entusiasti hanno inserito le risposte dei volontari sui computer. Sono stati distribuiti volantini che spiegavano il progetto di creare gruppi “base” della comunità per iniziare a preparare le attrezzature necessarie per costruire e pavimentare le strade verso i siti prescelti. È stata formata una squadra per coordinare tutti i gruppi, si diceva nel modulo, che stava tentando di fondare una “società di sviluppo” per aiutare con la logistica.

Questi gruppi-base sono in realtà gruppi di attivisti che collegano tra loro i residenti degli insediamenti di una stessa zona che stanno pianificando di trasferirsi insieme nei nuovi avamposti. Uno di questi gruppi che si è già formato si chiama Oriad, ed è attivo nell’area di Kedumim nella Cisgiordania settentrionale, dove vive Daniella Weiss. Il gruppo è stato fondato nel 2021 con l’obiettivo di costruire un avamposto su una collina vicino a Kedumim, che si chiama appunto Oriad. Secondo i media locali, il gruppo ha già aperto un percorso di accesso alla collina e nell’ultimo anno vi ha organizzato alcuni eventi.

Ezra, un insegnante di 44 anni di Kfar Eldad, nella zona di Gush Etzion, ha detto che aveva intenzione di unirsi al gruppo-base che costruirà un avamposto nella sua zona. “Abbiamo già individuato quattro possibili posizioni e uno dei membri vuole aggiungere altre due possibilità, così decideremo dove stabilirci”, ha detto giovedì. Venti persone del suo gruppo hanno già fatto un primo incontro a Neve Daniel, nella zona di Gush Etzion.

Compilazione di moduli di volontariato alla conferenza. Noam Revkin-Fenton

“Per molti anni ho pensato ad altro, ma poi mi son detto: ‘Cosa lascio ai miei figli? Magari qui tra altri 10 anni ci sarà una catastrofe.’ Quando ho visto il volantino dell’organizzazione, ho chiamato e mi sono sentito subito motivato”. Ciò che ha portato Ezra a volersi unire sono state le crescenti costruzioni palestinesi, ha detto. In generale, tutti i relatori dell’evento hanno descritto le loro ragioni come motivate dalla “acquisizione” palestinese della terra, mentre allo stesso tempo sostenevano che il governo non ha permesso agli ebrei di costruire nuove comunità.

Ezra ha detto che suo figlio di 15 anni ha intenzione di unirsi a lui: “Ci tiene davvero, è andato a imparare la saldatura e il sabato si offre volontario in una fattoria non lontano da noi”. Un altro membro di Nachala ha detto in un suo intervento che lui e i suoi amici avevano in programma di fare viaggi per localizzare i siti adatti per gli avamposti. “Faremo un viaggio di tre giorni che attraverserà tutta la Giudea e la Samaria all’inizio del mese di Sivan”, dal 31 maggio al 2 giugno. “Esamineremo i siti tenendo conto delle strade, delle questioni legali e delle capacità dei gruppi-base– e da lì prenderemo l’avvio”.

Molti dei partecipanti alla conferenza venivano da Evyatar. Neria, una sedicenne di Har Bracha, nata da genitori evacuati da Gush Katif  quando Israele ha lasciato Gaza nel 2005, dice: “Sono venuta per costruire comunità. Lo stato non lo permette, e noi le costruiremo”.

Neria e il suo amico Eitan, 17 anni, di Kedumim, hanno affermato che anche se il governo non li ha ancora lasciati tornare a Evyatar, si sentono comunque vincitori. “Il fatto che una bandiera palestinese non sventoli più lì e che ci sia l’esercito sul posto è un progresso sorprendente. Abbiamo fatto la nostra parte e ora la terra è protetta”, ha affermato Eitan.

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Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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