So che Israele pratica l’apartheid perché ho contribuito a farlo rispettare

Mar 30, 2022 | Notizie

Rafael Silver ha lasciato Israele perché non poteva più far parte di un sistema che pratica l’apartheid contro il popolo palestinese. “L’ho visto in azione con i miei occhi”, scrive. “L’ho applicato durante il mio servizio militare in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e l’ho sostenuto come contribuente israeliano”.

Di RAFAEL SILVER

Pubblicato il 28 Marzo 2022

Articolo originale: https://mondoweiss.net/2022/03/i-know-israel-practices-apartheid-because-i-helped-enforce-it/

I soldati israeliani si impegnano con i manifestanti palestinesidurante una manifestazione contro la barriera di separazione di Israele nel villaggio di Maasarah in Cisgiordania vicino Betlemme, 5 Giugno 2009. (Foto: NAJEH HASHLAMOUN/APA IMAGES)

Sono un ebreo. Sono un cittadino israeliano. Sono un veterano di un’unità di combattimento dell’esercito israeliano. Ho lasciato Israele nel 2001 e sono immigrato in Canada dove sono diventato cittadino canadese perché sentivo che non potevo più far parte di un sistema che pratica l’apartheid contro il popolo palestinese. Non uso la parola apartheid alla leggera, ma invece con riluttanza. Scelgo di usare questa parola per descrivere la realtà che il popolo palestinese sta sopportando da generazioni perché l’ho vista in azione con i miei occhi. L’ho applicato durante il mio servizio militare in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e l’ho sostenuto come contribuente israeliano.

Le strade separate per gli ebrei che i palestinesi in Cisgiordania non possono utilizzare. La concessione dell’intera gamma di leggi e protezioni dello stato israeliano che sono date ai coloni ebrei in Cisgiordania, ma negate ai palestinesi che vivono letteralmente proprio accanto. Vivere sotto il governo militare in Cisgiordania vale solo per i palestinesi. Ciò significa che le restrizioni ai viaggi, l’accesso limitato all’acqua, l’arresto e la detenzione arbitraria di civili, la confisca di terreni, la demolizione delle case e l’applicazione di punizioni collettive si applicano solo ai palestinesi e non agli ebrei. L’uso frequente della forza letale da parte delle forze di sicurezza israeliane esclusivamente contro i civili palestinesi è un evento regolare. Anche un diritto umano fondamentale riconosciuto in tutto il mondo, quello del ricongiungimento familiare, è negato solo ai palestinesi.

RAFAEL SILVER (PHOTO COURTESY OF THE AUTHOR)

Anche all’interno di Israele vero e proprio, il sistema dell’apartheid è integrato nella struttura dello stato in quasi ogni aspetto della vita. Lo so perché ho beneficiato di un tale sistema di apartheid all’interno di Israele come cittadino ebreo che godeva di diritti che non erano concessi ai cittadini palestinesi dello stesso paese. Essendo un ebreo nato al di fuori di Israele, mi è stata concessa la cittadinanza il giorno del mio arrivo nel paese in base alla Legge del Ritorno che si applica esclusivamente agli ebrei. I palestinesi che sono stati cacciati dalle loro terre durante le guerre del 1948 e del 1967 non hanno tale diritto al ritorno. Anche i cittadini palestinesi di Israele non possono tornare nei loro villaggi che sono stati distrutti a causa di quelle guerre, ma devono invece trovare un alloggio altrove. In quanto ebreo, anche se non sono cittadino, ho il diritto di acquistare un alloggio ovunque all’interno dello stato; tuttavia, a un cittadino palestinese di Israele non è consentito acquistare immobili se si trovano su un terreno sotto il controllo del Fondo nazionale ebraico. In quanto cittadino ebreo di Israele, sono protetto dalla legge contro la discriminazione, che si tratti di alloggi, lavoro o opportunità educative. I cittadini palestinesi di Israele non hanno tali protezioni. In quanto membro del popolo ebraico, ho il pieno peso legale dello stato alle spalle per permettermi di esprimere i miei diritti e aspettative nazionali collettivi. I cittadini palestinesi di Israele non hanno tale riconoscimento nazionale o collettivo. Anche la mia lingua ancestrale, l’ebraico, è riconosciuta come l’unica lingua ufficiale in Israele. L’arabo, la lingua del popolo palestinese, non lo è.

Un sistema che applica leggi e pratiche separate a un gruppo di persone ma lo nega a un altro basato esclusivamente sull’etnia è per definizione l’apartheid. Era il caso del Sud Africa in passato ed è il caso di Israele oggi. Il primo passo per correggere un torto storico è riconoscere la realtà di fronte a noi. Nessuna società, nessuno stato può pretendere di sostenere la democrazia ei diritti umani universali in cui la giustizia è negata ad alcuni mentre ad altri è concessa. Israele non fa eccezione a questa regola.

Independent Jewish Voices of Canada ha recentemente avviato una campagna di sensibilizzazione pubblica chiamata Insieme contro l’apartheid per informare ed educare il pubblico canadese sulla realtà che milioni di palestinesi devono affrontare. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e una più ampia conoscenza delle iniquità e delle ingiustizie sistemiche che devono affrontare i palestinesi i canadesi possono iniziare a influenzare le politiche e le azioni del nostro governo. Ti esorto a unirti a questa campagna come ho fatto io, a qualsiasi titolo tu possa. Rimanere in silenzio è complicità e permette alla discriminazione, all’oppressione e all’ingiustizia di continuare. Alza la voce e fai la differenza.

Traduzione a cura di AssopacePalestina

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