Il rapporto della Banca Mondiale rileva un miglioramento dell’economia digitale palestinese

Feb 13, 2022 | Notizie

di Redazione Al-Monitor,

Al-Monitor, 10 febbraio 2022.

Il rapporto dell’istituzione con sede a Washington afferma anche che le restrizioni israeliane e il quadro giuridico palestinese stanno ostacolando un ulteriore sviluppo in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

L’insegnante palestinese Jihad Abu Sharar fa lezione online da casa sua, dopo la decisione del ministero dell’Educazione di chiudere scuole e asili per un aumento dei casi di coronavirus, villaggio di Dura, Cisgiordania, 3 febbraio 2022. Hazem Bader/AFP via Getty Images


La Banca mondiale ha pubblicato un lungo rapporto il 9 febbraio sullo sviluppo dell’economia digitale palestinese.

Il rapporto ha valutato lo stato dell’economia digitale in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. La banca ha esaminato, tra gli altri argomenti, l’accesso e la velocità a Internet, l’uso della tecnologia in diversi settori e le startup nei territori palestinesi. Il rapporto è stato terminato alla fine del 2021, ma pubblicato solo oggi.

La Banca Mondiale ha notato miglioramenti significativi nel progresso tecnologico in Cisgiordania e a Gaza. Nel 2019, l’80% delle famiglie palestinesi aveva accesso a Internet rispetto al 52% del 2017. Circa il 64% della popolazione ha accesso alla tecnologia di terza generazione (3G), che è stata introdotta solo nel 2018, portando a un “forte aumento” della connettività. La Striscia di Gaza, invece, ha ancora internet a velocità 2G.

Tuttavia, secondo la Banca Mondiale, restano diverse sfide. Solo un terzo delle aziende in Cisgiordania e a Gaza ha un proprio sito web, rispetto al 50% nel mondo arabo. L’accesso ai computer è un altro problema, in particolare nella Striscia di Gaza. Ad esempio, in media 14 studenti condividono un computer nei laboratori scolastici della Cisgiordania. A Gaza la media è di 43 studenti.

La Banca Mondiale ha affermato che sia il governo israeliano che l’Autorità Palestinese (AP) sono responsabili della mancanza di sviluppo nell’economia digitale.

Per quanto riguarda il governo israeliano, la banca ha scritto che “le restrizioni pervasive alla circolazione e al commercio impediscono la capacità dei palestinesi di sviluppare il settore privato, esportare e importare beni e creare posti di lavoro”. Ha inoltre criticato le restrizioni che Israele pone nei territori palestinesi, comprese quelle sulle importazioni di attrezzature. La Banca ha anche affermato che Israele ha “potere decisionale sullo spettro di frequenza” e che questo è il motivo per cui i territori hanno velocità Internet più lente rispetto a Israele. Israele ha attualmente la velocità 4G.

Il governo israeliano non sembra aver commentato immediatamente il rapporto. Ne hanno parlato il notiziario ufficiale dell’Autorità Palestinese WAFA e alcune testate israeliane.

La Banca Mondiale ha anche affermato che le debolezze del quadro giuridico palestinese stanno ostacolando la crescita digitale. Sono stati evidenziati “la mancanza di leggi sulla sicurezza informatica, protezione dei dati personali e regolamenti specifici per la registrazione delle imprese digitali”, oltre a “un coordinamento debole tra i ministeri sull’agenda digitale” e altri problemi. La Banca ha aggiunto che una legge sulle transazioni elettroniche approvata di recente presenta “carenze nella regolamentazione dell’uso di ID digitali e firme digitali”.

Alcuni attivisti palestinesi hanno cominciato ad occuparsi personalmente della riforma digitale. A novembre, il Centro Arabo per lo Sviluppo dei Social Media ha lanciato una piattaforma online per monitorare le violazioni dei diritti digitali dei palestinesi. Aziza Nofal su Al-Monitor di Ramallah, riferisce che il monitoraggio comprende la cancellazione di contenuti da parte delle società che gestiscono i social media, la diffamazione online, l’hacking e altre problematiche.

Secondo il rapporto della Banca Mondiale c’è un volume crescente di startup in Cisgiordania e Gaza. Ci sono circa 250 aziende di questo tipo nei territori in grado di offrire 8.500 nuovi posti di lavoro . Tuttavia, molte società di commercio elettronico si affidano ancora ai contanti, a causa della “scarsa fiducia dei consumatori nei pagamenti online”.

Negli ultimi anni la Banca Mondiale ha lavorato per potenziare l’infrastruttura digitale palestinese. Secondo un comunicato stampa, nel maggio 2021, la Banca ha fornito all’Autorità Palestinese 30 milioni di dollari per contribuire “all’adozione di una legge moderna sulle telecomunicazioni e l’informatica e all’operatività delle società di pagamento elettronico”. La Banca Mondiale ha inoltre assegnato all’AP una sovvenzione di 20 milioni di dollari nel marzo dello stesso anno per scopi simili.

https://www.al-monitor.com/originals/2022/02/world-bank-report-notes-improvement-palestinian-digital-economy

Traduzione di Nara Ronchetti – AssopacePalestina

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