La regola dell’esercito israeliano che consente di sparare a chi lancia sassi sarà applicata ai palestinesi, ma non agli ebrei

Dic 22, 2021 | Notizie

di Yossi Gurvitz

Mondoweiss, 21 dicembre 2021. 

L’esercito israeliano ha cambiato le sue regole di ingaggio per consentire di sparare sui palestinesi che hanno lanciato sassi o bombe incendiarie, anche quando non rappresentano più alcun pericolo. La nuova regola è una chicca per i coloni israeliani, la clientela dell’IDF.

Coloni israeliani dell’insediamento ebraico di Yitzhar lanciano sassi durante scontri con  i palestinesi del villaggio di Asira Al-Qibiliya, a sud della città di Nablus nel Nord-Ovest della Cisgiordania, 19 maggio 2012. (Foto: Wagdi Eshtesayah)/Apa Images

D’ora in poi, i militari delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) possono sparare sui palestinesi che hanno lanciato sassi o bombe incendiarie anche quando non rappresentano più alcun pericolo. Ovvero, nel gergo dell’IDF, quando scappano. Questi cambiamenti nelle Regole di Ingaggio (RdI) dell’IDF sono stati esposti domenica da Roee Sharon di Channel 13 (in ebraico). Questa modifica merita tre commenti.

Prima di tutto, il tempismo. Sharon osserva che le RdI sono state modificate nelle ultime settimane, ma l’IDF ha consentito la pubblicazione delle informazioni solo domenica. Come mai? A causa della crisi nell’avamposto illegale di Homesh, situato sul terreno del villaggio di Burqa, vicino a Nablus. Qui infatti, dopo l’uccisione di un colono, Yehuda Dimentman, e un’ondata di violenza dei coloni, centinaia di questi coloni hanno tentato di raggiungere l’avamposto e si sono scontrati con l’esercito, investendo un soldato che è rimasto ferito (ebraico).

L’esercito sa che probabilmente dovrà rimuovere presto l’avamposto, quindi cerca di comprarsi la simpatia dei coloni: ecco, vedete, abbiamo reso più facile sparare ai palestinesi!

Qui bisogna fare una digressione. Sabato, i soldati dell’IDF hanno sparato con proiettili ricoperti di gomma a 15 residenti di Burqa che protestavano contro l’emigrazione di massa dei coloni nella loro terra e hanno causato a circa 50 di loro un’intossicazione da gas lacrimogeno; domenica, i militari dell’IDF hanno nuovamente sparato a otto residenti di Burqa con proiettili ricoperti di gomma, e di nuovo hanno causato a circa 50 di loro un’intossicazione da gas lacrimogeno. Inutile dire che i media israeliani non hanno riportato questi incidenti.

L’IDF ha l’abitudine di permettere il ferimento di palestinesi al fine di ammorbidire i coloni. Nel 2015, l’ex generale di brigata Tamir Yadai, allora comandante della Divisione Ayosh (cioè della Cisgiordania, ma da allora è stato promosso) ha annunciato (ebraico) ai coloni di Halamish di aver cambiato le regole d’ingaggio, dicendo:

“Siamo stati un po’ più duri con la gente di qui. Dove usavamo sparare gas lacrimogeni o gomma [proiettili rivestiti], ora spariamo [proiettili] con la Ruger o fuoco vivo”.

Contrariamente a quanto suggerito da Yadai, la Ruger 0.22 spara proiettili che, sebbene meno potenti delle normali munizioni, sono comunque molto letali. Si noti che ha annunciato quell’ordine per l’uso eccessivo della forza proprio ai coloni, la vera clientela di Yadai, in modo da ammorbidirli.

In secondo luogo, l’uso eccessivo della forza, quando sai che è eccessivo, è un crimine di guerra. Sparare a una persona in fuga, disarmata, che non rappresenta una minaccia per te è un crimine di guerra. Questi crimini di guerra sono commessi essenzialmente per motivi di pubbliche relazioni. L’IDF torna alle regole d’ingaggio utilizzate nell’operazione Doorstep Keepers, il massacro al confine di Gaza nel 2018-2019 durante la Grande Marcia del Ritorno. In seguito quelle RdI sono state cambiate in silenzio, perché hanno causato danni alle pubbliche relazioni dell’IDF.

Ma ora è il momento di comprarsi di nuovo i coloni; l’IDF si è abituato a commettere crimini di guerra; e sa che nessuno in Israele si lamenterà, e che se uccide i bambini che hanno lanciato sassi e sono fuggiti, i media israeliani semplicemente non lo riferiranno o, peggio, racconteranno la menzogna quotidiana del portavoce dell’IDF. Quindi cosa c’è da perdere?

E in terzo luogo, ciò che tutti sanno ma di cui nessuno parla: mentre le RdI ufficiali non discriminano tra i lanciatori di sassi ebrei e palestinesi, le regole sul campo lo fanno certamente. Nessun militare dell’IDF sparerà per ferire, tanto meno per uccidere, i lanciatori di sassi ebrei. Un soldato non userà munizioni vere, proiettili Ruger, proiettili rivestiti di gomma, granate di gas lacrimogeni o granate stordenti contro gli ebrei.

Non lo farà neanche se i rivoltosi ebrei lo attaccassero personalmente o lo investissero li arresterà. Non solo non sparerà contro di loro, ma nemmeno li arresterà.

I sassi lanciati dagli ebrei sono dannosi quanto i sassi lanciati dai palestinesi, ma le procedure – e come potrebbe essere altrimenti, in un regime di apartheid? – cambiano in base all’origine etnica del lanciatore di pietre. E il pubblico israeliano si abitua a questo, giorno dopo giorno.

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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