Il risarcimento di Israele per l’ingiusto arresto di un Palestinese è una frazione di quello che ricevono gli Ebrei

Dic 18, 2020 | Riflessioni

di Amira Hass

Haaretz, 18 dicembre 2020. 

Un minore palestinese ingiustamente detenuto per 13 giorni viene pagato il massimo che il tribunale militare può ordinare: 75 shekel (19 €) al giorno

Una sezione della prigione di Ofer, 2019. Olivier Fitoussi

L’inconsueta decisione di un tribunale militare israeliano in Cisgiordania di pagare un risarcimento per un arresto sbagliato ha rivelato quanto vale una giornata persa nella vita di un Palestinese, agli occhi del sistema giudiziario militare: 75 shekel (19 euro).

Domenica scorsa, presso il tribunale militare minorile della base militare di Ofer, il tenente colonnello Yair Tirosh ha ordinato il pagamento del pieno risarcimento a N.S., un Palestinese che all’inizio del 2016, mentre era ancora minorenne, era stato interrogato senza rispettare il suo diritto all’assistenza legale ed era stato ingiustamente detenuto per 13 giorni. Tirosh ha stabilito che gli doveva essere pagato un totale di 975 shekel (245 €), l’importo massimo consentito dalla legge militare.

In confronto, in tre diversi casi del 2018 e del 2019, l’organizzazione non-profit di destra Honenu è riuscita a ottenere dallo Stato somme molto più elevate per gli arresti non dovuti di minori ebrei che difendeva: 6.500 shekel (1.640 €) a titolo di risarcimento per un minore ebreo arrestato all’avamposto illegale di Geulat Zion in Cisgiordania, che era stato tenuto nella stazione di polizia nella notte dopo il suo interrogatorio; 7.500 shekel (1.890 €) a un minore ebreo dell’insediamento di Yitzhar, a titolo di risarcimento per essere stato molestato dalla polizia e detenuto ingiustamente; e 12.000 shekel (3.020 €) a titolo di risarcimento per un minore del quartiere ultraortodosso di Mea She’arim a Gerusalemme, per violenze della polizia, maltrattamenti e indebito arresto.

N.S. è stato incriminato nel febbraio 2016 per aver lanciato una bomba incendiaria contro una postazione militare a Hebron, nonostante le prove fossero deboli e sebbene non sia stata intentata nessuna accusa contro A.S., un suo amico, anche lui minorenne, che, secondo i soldati, aveva partecipato all’incidente. I soldati hanno anche sparato e ferito i due minori, entrambi residenti nella città vecchia di Hebron, quando si sono avvicinati alla postazione.

Sebbene sia pratica comune nel sistema giudiziario militare di tenere i Palestinesi in arresto fino alla fine del processo, anche se le accuse non sono gravi, N.S. è stato rilasciato su cauzione. Ciò ha permesso ai suoi avvocati Neri Ramati e Gaby Lasky di ottenere udienze probatorie, in cui richiedevano al pubblico ministero di dimostrare le sue affermazioni. Circa un anno dopo che era stata presentata, l’accusa è stata ritirata e il colonnello Tirosh ha assolto N.S. da ogni accusa.

Due anni fa l’avvocata Lasky ha intentato causa perché fosse pagato a N.S. un risarcimento, oltre all’ammontare delle spese legali. Nella causa, ha fornito esempi di risarcimento per casi di indebito arresto registrati dal 2000 al 2013, dimostrando che variavano da 5.000 a 20.000 shekel (1.300-5.200 €) al giorno. Lasky ha osservato che il risarcimento viene sempre calcolato tenendo conto dello stress psicologico, della perdita di libertà e del danno alla reputazione dei ricorrenti.

Nella sua sentenza di questa settimana che ordina il pagamento del risarcimento e delle spese legali, Tirosh si è basato sulla Sezione 183 dell’Ordine Militare 2009, in cui si afferma che, in caso di assoluzione, il tribunale militare è autorizzato a ordinare che “il comandante dell’esercito israeliano della regione paghi all’imputato le spese legali e un risarcimento per il suo arresto o incarcerazione … nella misura che il tribunale ritiene appropriata”.

Ma questo importo è limitato a monte da un ordine militare del 5 dicembre 2007, che è stato firmato dall’ex comandante dell’esercito israeliano in Cisgiordania, il Gen. Mag. Gadi Shamni, in cui si stabilisce che “l’importo massimo del risarcimento per un giorno di arresto o detenzione sarà fissato a 75 shekel (19 €)”.

Tirosh ha anche stabilito che all’avvocata Lasky dovevano essere pagate spese legali per 4.900 shekel (1.200 €), in base al numero di sessioni tenute durante l’arresto, al tempo trascorso a studiare il caso, al suo lavoro preparatorio e al numero di sessioni tenute in tribunale. Tirosh ha anche ritenuto opportuno aumentare del 50 percento il massimale stabilito nell’ordine militare e ha aggiunto 2.450 shekel (620 €) in più per Lasky. Tirosh ha detto che i soldi sarebbero stati pagati dalla “tesoreria regionale,” in altre parole, dai fondi dell’amministrazione civile in Cisgiordania, gran parte dei quali proviene da multe pagate dai Palestinesi al tribunale militare.

Lasky ha detto ad Haaretz che Tirosh era un giudice attento, che “ha cercato di rendere giustizia all’interno di un quadro che non ha lo scopo di fornire giustizia ai Palestinesi”. Ha detto che a causa dell’importo estremamente basso del risarcimento pagato al suo cliente, avrebbe dato a lui una parte dell’importo per spese legali che avrebbe ricevuto.

https://www.haaretz.com/israel-news/.premium-israel-s-compensation-for-palestinian-s-false-arrest-is-a-fraction-of-what-jews-get-1.9380115?lts = 1608283829985

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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