Isolamento? La crisi del coronavirus ha fatto sì che questi esperti arabi ed ebrei si mettessero insieme

Lug 8, 2020 | Riflessioni

Un nuovo gruppo di lavoro israeliano sta affrontando un’evidente omissione in un comitato di stato che cerca di combattere il COVID-19: la mancanza di rappresentanti delle donne e delle minoranze.

di Judy Maltz

Haaretz, 5 luglio 2020.

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Fida Shehada, (sin.), Michal Manheimer ed Efrat Yerday del gruppo Crisis Experts.

Fida Shehada e Michal Manheimer non si sono mai incontrate di persona. Entrambe sono donne e cittadine israeliane, ma fino a poco tempo fa c’erano poche probabilità che le loro strade si incrociassero.

Shehada, 36 anni, è una consigliera araba nella città mista di Lod, mentre Manheimer, 40 anni, è un’attivista sociale ultra-ortodossa di Bnei Brak –la più grande città prevalentemente Haredi del paese– che gestisce un movimento volto a spingere i membri della comunità a impegnarsi nella politica locale.

Negli ultimi mesi, Shehada e Manheimer hanno trascorso molte ore insieme su Zoom mettendo insieme raccomandazioni, basate sulle proprie esperienze personali e professionali, su come utilizzare il governo locale in modo più efficace per rispondere alla crisi del coronavirus.

Le due donne fanno parte di una nuova iniziativa che mira a fornire una piattaforma per le voci che spesso non vengono ascoltate durante i periodi di crisi nazionale. Shehada e Manheimer sono co-presidenti di un team focalizzato sul governo locale che fa parte di un neonato gruppo di esperti chiamato appunto Crisis Experts. Un documento di 20 pagine in ebraico e in arabo,, ora disponibile sul loro sito web, rappresenta il frutto delle intense sedute di discussione degli ultimi mesi.

“Abbiamo deciso di concentrare il nostro lavoro sulle località arabe e Haredi perché sono quelle che tendono a essere trascurate dal governo”, spiega Shehada. “Quello che ho trovato più sorprendente sono state le somiglianze in queste due comunità. Entrambe sono state dimenticate tra le crepe della crisi, perché il governo non ha fornito loro informazioni in un modo accessibile. E in entrambe queste comunità, trovi una vera mancanza di fiducia nell’establishment.”

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Nihaya Daoud. “Con questo forum che abbiamo creato, stiamo fornendo un certo equilibrio”, afferma.

Manheimer dice che è stata la sua prima collaborazione con un partner arabo a farle aprire gli occhi. “Ero già a conoscenza delle somiglianze tra le comunità Haredi e arabe, ma la crisi sanitaria ha reso tutto ancora più ovvio”, afferma. “C’è molto altro da fare e da discutere e il nostro lavoro non si concluderà certo con questo documento politico.”

Crisis Experts è stato fondato da un gruppo di accademici e attivisti sociali israeliani, in risposta a quello che hanno visto come un enorme difetto nel gruppo di esperti riuniti per consigliare il governo sulla lotta alla pandemia: la sotto-rappresentanza di donne e minoranze. Il gruppo di consulenza al governo, istituito dal Consiglio di Sicurezza Nazionale, è composto da 31 membri, tra cui otto assistenti di ricerca. Tutti e 23 gli esperti sono uomini e solo due degli assistenti di ricerca sono donne. Non ci sono rappresentanti arabi nel gruppo.

“Con questo nuovo forum che abbiamo creato, stiamo fornendo un certo equilibrio”, afferma Nihaya Daoud, docente senior di sanità pubblica presso l’Università Ben-Gurion del Negev, Be’er Sheva, e co-presidente per la salute del Crisis Experts.

“Non solo il nostro gruppo di esperti fornisce un quadro migliore della società israeliana”, aggiunge, “ma a differenza del Consiglio di Sicurezza Nazionale, non stiamo operando sotto le ali del governo e, pertanto, siamo più liberi di esprimere le nostre opinioni.” Daoud, una donna araba, co-presiede il gruppo di assistenza sanitaria con il Prof. Nadav Davidovitch, direttore della School of Public Health dell’Università Ben-Gurion.

La missione principale del forum è presentare raccomandazioni che affrontino le sfide socioeconomiche create dalla pandemia.

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Prof. Arie Arnon

“Avevamo l’impressione che i principali responsabili delle decisioni nel paese avessero adottato un approccio molto miope rispetto alla crisi”, afferma Arie Arnon, professore emerito del dipartimento di economia dell’Università Ben-Gurion e co-leader del progetto. “Si sono concentrati principalmente sulle questioni economiche ma non sulle sfide sociali”.

Aiutare a dar forma alla politica

Il forum è suddiviso in nove squadre di esperti e, oltre alle aree sopra menzionate, si concentra anche su settori quali welfare, pianificazione, istruzione, donne, alloggio e trasporti. Ogni squadra ha due leader –uno Ebreo e uno Arabo– e almeno un capo di ogni squadra è una donna. I documenti programmatici prodotti da ciascuna squadra sono pubblicati sul sito web del Crisis Experts e vengono distribuiti a legislatori e personalità politiche. Quasi tutto il lavoro viene svolto su base volontaria.

“Non posso dire che i nostri consigli siano stati recepiti ai massimi livelli, ma hanno sicuramente contribuito a definire la politica”, afferma Arnon, che gestisce il progetto insieme alla Prof. Mona Khoury-Kassabri, decana del Scuola di lavoro sociale alla Hebrew School. È stata la prima donna araba ad essere mai nominata preside in una università israeliana.

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Mona Khoury-Kassabri.

Durante le proteste per la giustizia sociale nell’estate del 2011 –inizialmente innescate dall’aumento del prezzo della ricotta, un prodotto base in Israele– era stato creato un forum simile. “È a quello che ci siamo ispirati”, afferma Arnon.

Daoud, che faceva parte anche del gruppo precedente, osserva che “molti dei nostri consigli di allora sono altrettanto rilevanti oggi”.

A guidare la squadra per quanto riguarda i rapporti tra polizia e cittadini ci sono Efrat Yerday, presidente dell’Associazione degli Ebrei etiopi, e Abed Abu Shehadeh, un importante attivista sociale arabo che fino a poco tempo fa era stato membro del consiglio comunale di Tel Aviv-Jaffa. Rappresentano due comunità che spesso protestano per la schedatura razziale da parte della polizia.

“Inizialmente, abbiamo discusso se dovevamo presentare raccomandazioni sulla società nel suo insieme o limitare il nostro campo di applicazione alle nostre stesse comunità”, afferma Yerday.

“Abbiamo deciso di concentrarci sulle nostre comunità perché si tratta di comunità di cui raramente si sente parlare nel telegiornale della sera”, aggiunge, “e abbiamo pensato che il coronavirus potesse effettivamente rappresentare un’opportunità per la polizia di fare ammenda per il passato e dimostrare che i loro sevizi possono anche essere utili a Israeliani etiopi e Arabi israeliani “.

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Una tavola rotonda a Ramle nell’agosto 2011, dopo un’estate di proteste in tutto il paese per chiedere giustizia sociale. Queste tavole rotonde sono state l’ispirazione per il Crisis Experts. Nir Keidar

https://www.haaretz.com/israel-news/.premium-isolation-the-coronavirus-crisis-brought-these-arab-and-jewish-experts-together-1.8971827

Traduzione di Donato Cioli – Assopace Palestina

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