Israele uccide il 10.000esimo Palestinese a partire dal 2000 e i media americani sostanzialmente lo ignorano

Mag 28, 2020 | Riflessioni

[… e i media italiani non sono certo da meno]

di Alison Weir  

Israel-Palestine News, 11 marzo 2020 

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Mohammed Hamayel, 15 anni, ucciso da un cecchino israeliano l’11 marzo 2020. (Credit: Palestine Chronicle)

Le forze israeliane che invadono il territorio palestinese hanno appena ucciso un ragazzo palestinese disarmato di 15 anni. Un cecchino gli ha sparato alla testa con un proiettile a espansione. Questo è il 10.000esimo Palestinese ucciso da un Israeliano, a partire dal ciclo di violenze iniziato nell’autunno 2000. Secondo quanto riferito, il ragazzo è stato colpito alla faccia.

Nello stesso periodo, i Palestinesi hanno ucciso 1.270 Israeliani. Vedi qui l’elenco e la cronologia delle morti israeliane e palestinesi.

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Poiché i media statunitensi raramente riportano le morti palestinesi, pur sottolineando spesso le morti israeliane, la maggior parte degli Americani non è a conoscenza del fatto che le forze israeliane hanno ucciso molte più persone che non i gruppi di resistenza palestinesi e che Israele uccide per primo in quasi tutti i cicli di violenza.

Se la situazione fosse invertita e una forza militare palestinese invadesse una città israeliana e sparasse alla testa a un adolescente, con ogni probabilità la notizia sarebbe in prima pagina negli Stati Uniti.

La stampa statunitense non ricorda inoltre che la violenza è iniziata quando i colonizzatori hanno iniziato a trasferirsi in Palestina nei primi anni del 1900, con l’intenzione di conquistare quella terra per fondarvi uno stato ebraico e che Israele esiste grazie a una guerra che mirava a ciò che uno storico israeliano definisce “pulizia etnica.”

Ancora una volta, i media statunitensi stanno in gran parte ignorando quest’ultimo omicidio israeliano di un giovane palestinese. A parte un aggiornamento stampa automatico della Associated Press sepolto sui loro siti web, non sembra che sia stata data notizia della morte del giovane da parte  di NPR, CNN, New York Times, Washington Post, PBS, ecc.

Il doppio standard di Associated Press nel riportare notizie su Israele e Palestina

di Kathryn Shihadah e Alison Weir  

Israel Palestine News, 8 febbraio 2018

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Un ragazzo palestinese piange per un parente ucciso dai soldati israeliani durante uno “scontro”. AP riferisce pochissimo di queste morti palestinesi.

Più della metà della popolazione mondiale legge ogni giorno i contenuti della Associated Press.

Associated Press è una di quelle fonti di notizie che ci aspettiamo siano obiettive e affidabili. Ma uno studio fatto nel 2018 indica che questa fonte così attendibile presenta la morte di Israeliani per mano di Palestinesi e di Palestinesi per mano di Israeliani, in due modi completamente diversi.

Lo studio ha preso in considerazione il periodo tra il 1 gennaio e il 7 febbraio del 2018, in cui furono uccisi undici Palestinesi e due Israeliani.

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Ma nelle notizie di AP, i titoli si riferivano alle morti israeliane con una frequenza quasi quattro volte superiore a quella delle vittime palestinesi.

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Anche il contenuto degli stessi articoli si diffondeva molto più sulle morti israeliane che sulle morti palestinesi, giacché le notizie sui morti israeliani consistevano in media di 471 parole, mentre le morti palestinesi si limitavano in media a 171 parole.

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Oltre al numero, la scelta delle parole di Associated Press, il contesto degli episodi e quali fatti riportare e quali omettere sembrano raccontare due tipi completamente diversi di storie per quanto riguarda Israeliani e Palestinesi.

Le notizie sulle morti israeliane includevano dichiarazioni di alti funzionari che condannavano gli attacchi. Queste dichiarazioni contenevano spesso parole forti, caricate politicamente, che esprimevano la narrativa israeliana: “[Israele farà] tutto il possibile per arrestare l’ignobile assassino”; “Non ci sono  giustificazioni per il terrore … Questa non è la strada che porta alla pace!” “Hamas elogia gli assassini e le leggi dell’Autorità Palestinese li premieranno con ricompense economiche. Ecco perché non ci può essere pace. “

Al contrario, le notizie di Associated Press raramente includevano dichiarazioni di funzionari palestinesi che condannavano l’uccisione di Palestinesi, il che avrebbe fornito una diversa prospettiva ai lettori. Ad esempio, il portavoce di Fatah Osama Qawassmeh aveva rilasciato una dichiarazione in cui sosteneva che Israele era colpevole di una lunga lista di azioni che “contravvengono al diritto internazionale”. Un altro funzionario palestinese aveva condannato le “uccisioni extragiudiziali” di Israele e avvertiva della tendenza di Israele a trasformare la Cisgiordania in una “scena di escalation di violenza e di tensione in modo da esercitare pressioni sul nostro popolo e sui nostri leader e distogliere l’attenzione dall’espansione coloniale nel nostro stato”. Tali punti di vista palestinesi, in gran parte accurati e prontamente disponibili, non sono mai stati riportati negli articoli di Associated Press.

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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