Il punto di vista di Luisa Morgantini.

Feb 21, 2019 | Notizie

Le giovani voci di Gaza. Gaza non finisce mai di stupire. Ti aspetti di incontrare persone depresse, arrabbiate o disperate; sentimenti che ogni gazawi prova, dopo tanti anni di assedio da parte israeliana ma anche da parte dell’Egitto che tiene semichiusa l’uscita di Rafah. Sentimenti causati dalla mancanza di libertà di movimento, di cure, di elettricità, dalla disoccupazione, dalle tre aggressioni subite a distanza di pochi anni (migliaia le persone uccise), e dalle distruzioni di case, scuole, centri culturali, ed uffici governativi. E invece, nella conferenza che si è tenuta a Istanbul il 17-18 novembre 2018, per capire come la Palestina debba rivolgersi al mondo e narrare la tragica condizione di vita sotto occupazione militare, i molti e molte gazawi presenti, non solo sono stati/e parte attiva e vibrante della conferenza, ma ironizzavano anche sulla luce dell’albergo che era tenuta soffusa, e a loro ricordava Gaza. In uno dei workshop Hidaya affermava con forza di rifiutare il ruolo di vittima. Lo stesso le giornaliste e i filmaker presenti, come Momen Faiz, fotografo, che ha avuto le due gambe interamente amputate durante uno dei Venerdì della marcia per il ritorno di Gaza, orgogliosi di essere palestinesi consapevoli dei loro diritti, e di svolgere il ruolo di giornalisti/e con competenza e professionalità. Hidaya e Muna insieme ad altre donne, velate e svelate, hanno aperto una radio di e per donne, discutendo non solo su come reagire all’assedio, ma anche alla violenza domestica, al patriarcato, senza tabù. Non si sentono rappresentate da nessun partito politico, ma da se stesse. Hamas non ha per ora interferito formalmente. Forse la leadership ha capito che è troppa la mancanza di libertà, e che le giovani e i giovani hanno bisogno di esprimersi, altrimenti la loro rabbia potrà rivolgersi anche contro di loro. Insomma Gaza è indomabile, ma noi dovremmo fare di tutto affinché non sia più una grande prigione a cielo aperto, e i palestinesi possano lavorare per l’unità politica di Gaza e Cisgiordania. (luisamorgantini@gmail.com)

Dal bimestrale Solidarietà Internazionale, nov-dic 2018

www.solidarietainternazionale.it

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