Zeev Sternhell: “Israele, fascismo in crescita e razzismo come nazismo degli esordi.”

Mar 13, 2018 | Riflessioni

Un poliziotto israeliano arresta un Palestinese durante gli scontri dopo la preghiera del venerdì a Wadi Al Joz, 24 ottobre 2014. La polizia israeliana aveva limitato l’accesso alla Moschea di Al-Aqsa. EPA/ABIR SULTAN

La denuncia dello storico israeliano Zeev Sternhell: “Israele vuole privare i palestinesi dei diritti umani fondamentali. La sinistra non è più in grado di sconfiggere l’ultranazionalismo tossico che si è sviluppato qui, la cui versione europea hapraticamente sterminato la maggioranza del popolo ebraico”

di Zeev Sternhell

Nena News, 22 gennaio 2018

Spesso mi chiedo come, tra 50 o 100 anni, uno storico interpreterà la nostra
epoca. Quand’è – si chiederà – che la popolazione in Israele ha iniziato a realizzare
che lo Stato, nato dalla guerra d’indipendenza, sulle rovine dell’ebraismo europeo,
e pagato col sangue dei combattenti, alcuni dei quali erano sopravvissuti
all’Olocausto, si è trasformato in una tale mostruosità per i suoi abitanti non
ebrei? Quand’è che alcuni israeliani hanno capito che la loro crudeltà e la capacità
di prevaricazione sugli altri, palestinesi o africani, ha iniziato a erodere la
legittimità morale della loro esistenza come entità sovrana?
La risposta, potrebbe dire quello storico, è racchiusa nelle azioni di parlamentari
come Miki Zohar e Bezalel Smotrich e nelle proposte di legge del ministro della
Giustizia Ayelet Shaked. La legge dello Stato-nazione, che sembra formulata dal
peggiore degli ultranazionalisti europei, è stata solo l’inizio. Dato che la sinistra
non ha protestato contro di essa nelle manifestazioni in Rotchild Boulevard, quella
è stata l’inizio della fine della vecchia Israele, la cui dichiarazione di indipendenza
rimarrà come pezzo da museo. Un reperto archeologico che insegnerà alla gente
ciò che Israele sarebbe potuta diventare, se solo la sua società non fosse stata
disintegrata dalla devastazione morale causata dall’occupazione e dall’apartheid
nei Territori.
La sinistra non è più in grado di sconfiggere l’ultranazionalismo tossico che si è
sviluppato qui, la cui versione europea ha praticamente sterminato la maggioranza
del popolo ebraico. Le interviste per Haaretz di Ravit Hech a Smotrich e Zohar (3
dicembre 2016 e 28 ottobre 2017) dovrebbero essere ampiamente diffuse su tutti i
media in Israele e nel mondo ebraico. In entrambe, si nota non solo un crescente
fascismo israeliano, ma anche un razzismo simile al nazismo degli esordi.
Come ogni ideologia, la teoria nazista della razza si è sviluppata nel corso degli
anni. All’inizio, ha solo privato gli ebrei dei loro diritti umani e civili. È possibile
che, se non ci fosse stata la Seconda Guerra Mondiale, la “questione ebraica” si
sarebbe risolta con la sola espulsione “volontaria” degli ebrei dalle terre del Reich.
Dopotutto, molti ebrei austriaci e tedeschi erano riusciti ad andarsene in tempo. È
possibile che questo sia il futuro dei palestinesi.
Smotrich e Zohar, infatti, non vogliono nuocere fisicamente ai palestinesi, a patto
che questi non si ribellino contro i loro padroni ebrei. Vogliono semplicemente
privarli dei diritti umani fondamentali, come l’autogoverno nel loro Stato e la
libertà dall’oppressione, o l’uguaglianza di diritti nel caso in cui i territori siano
ufficialmente annessi a Israele. Per questi due rappresentanti della maggioranza
alla Knesset, i palestinesi sono condannati a restare sotto occupazione per sempre.
È probabile che anche il Comitato centrale del Likud la pensi così. Il ragionamento
è semplice: gli arabi non sono ebrei, quindi non possono rivendicare la proprietà
di alcuna porzione della terra che è stata promessa al popolo ebraico.
Secondo il ragionamento di Smotrich, Zohar e Shaked, un ebreo di Brooklin che
non ha mai messo piede in questo Paese è il legittimo proprietario di questa terra,
mentre un palestinese, la cui famiglia vive qui da generazioni, è uno straniero che
vive qui solo grazie alla benevolenza degli ebrei. “Un palestinese – ha detto Zohar
a Hecht – non ha alcun diritto all’autodeterminazione nazionale perché non
possiede la terra in questo Paese. Per senso del vivere civile gli riconosco la
residenza, dato che è nato qui e vive qui; non gli dirò di andarsene. Ma, mi
dispiace dirlo, loro hanno un enorme handicap: non sono nati ebrei”.
Da ciò si può presumere che, anche se si convertissero tutti, si facessero crescere i
payot (riccioli laterali) e studiassero la Torah, non servirebbe. Questa è la realtà
dei richiedenti asilo sudanesi ed eritrei e dei loro figli, che sono israeliani a tutti gli
effetti. Era lo stesso con i nazisti. Poi c’è l’apartheid, che si può applicare in
determinate circostanze agli arabi con cittadinanza israeliana. La maggior parte
degli israeliani non sembra preoccupata.
Zeev Sternhell

http://nena-news.it/opinione-sternhell-in-israele-fascismo-in-crescita-e-razzismo-come-agli-esordi/

Traduzione di Elena Bellini da Nena News

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