Il capo dell’esercito israeliano riduce di 4 mesi la pena di Elor Azarya.

Set 29, 2017 | Notizie

Ma’an News, 27 settembre 2017.

Betlemme (Ma’an) – I media israeliani hanno riferito mercoledì che il Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano, Gadi Eisenkot, ha ridotto la pena detentiva dell’ex soldato israeliano Elor Azarya, condannato per omicidio colposo per aver sparato, uccidendolo, a un Palestinese gravemente ferito nella città di Hebron (Cisgiordania occupata) nel marzo 2016.

Il quotidiano israeliano Haaretz ha detto che, assumendo che Azarya ottenga la riduzione di un terzo della pena per buona condotta, potrebbe essere rilasciato già il 30 marzo 2018. Altrimenti, starebbe in carcere fino al 30 settembre 2018.

Azarya era stato condannato a 18 mesi di prigione per aver sparato a distanza ravvicinata, come documentano le riprese filmate, a Abd al-Fattah al-Sharif, 21 anni, mentre il Palestinese disarmato giaceva immobile a terra dopo aver commesso un attacco con un coltello.

Azarya ha cominciato a scontare la sua pena di 18 mesi solo il mese scorso, in quella che è stata definita dai gruppi palestinesi per i diritti umani come una sentenza già di per sé clemente, tanto che la famiglia di al-Sharif ha fatto notare che il soldato ha ricevuto una condanna al carcere più mite di quella che sarebbe toccata a un bambino palestinese per aver lanciato sassi.

In seguito, la Corte d’appello militare israeliana ha respinto il ricorso contro la condanna e contro l’eccessiva durata della pena.

Nel mese di agosto, la difesa di Azarya ha richiesto che la pena detentiva fosse sospesa fino a quando Eisenkot non avesse deciso sull’opportunità di ridurre la condanna di Azarya, ma la richiesta è stata respinta anche dalla Corte d’appello militare.

Ora, Eisenkot ha deciso formalmente di ridurre di quattro mesi la condanna di Azarya.

La decisione di Eisenkot va contro la posizione dell’accusa che durante il processo aveva chiesto da tre a cinque anni di carcere e aveva anche chiesto che il capo dell’esercito israeliano non facesse alcuna riduzione.

È stato riferito che anche l’avvocato militare, generale Sharon Afek, ha presentato un documento ad Eisenkot in cui esprime la sua opposizione assoluta alla riduzione della pena di Azarya nelle attuali circostanze.

Il quotidiano israeliano The Jerusalem Post ha scritto: “(Eisenkot) ha detto che la sua decisione non modifica in alcun modo la sua assoluta disapprovazione delle azioni di Azarya, ma –dato che un chiaro messaggio è stato inviato a tutti i soldati di non agire come il tiratore di Hebron– avrebbe ridotto parzialmente la pena di Azarya per considerazioni di pura compassione”.

Tuttavia, il caso è stato denunciato dai Palestinesi come un “processo farsa” perché ha concentrato tutta l’attenzione su Azarya per distrarre dalla più ampia cultura dell’impunità per le forze armate israeliane, dal momento che Azarya è stato accusato semplicemente di omicidio colposo per un delitto che è stato definito una “esecuzione extragiudiziale” da parte dei difensori dei diritti umani e come “un assassinio a sangue freddo” da parte della famiglia della vittima.

Il Comitato Palestinese per gli Affari dei Prigionieri ha intanto documentato che Israeliani accusati di aver ucciso dei Palestinesi, così come organizzazioni estremiste anti-palestinesi, ricevono regolarmente sostegno finanziario e legale da parte dello stato di Israele. Intanto, le autorità israeliane hanno lanciato una campagna parallela contro le autorità palestinesi che pagano dei sussidi ai prigionieri palestinesi e alle loro famiglie.

Secondo il Comitato, da quando Azarya è stato arrestato, gli sono state concesse varie licenze, l’ultima della quali questo mese per il capodanno ebraico. Inoltre, ha continuato a ricevere il suo stipendio da parte dell’esercito israeliano, mentre suo padre ha fondato un’organizzazione caritatevole che ha chiamato col nome del figlio e che ha ricevuto donazioni per più di 8 milioni di shekel (2,25 milioni di dollari).

http://www.maannews.com/Content.aspx?id=779213

Traduzione di Donato Cioli

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