Cinque anni dopo la risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la responsabilità internazionale per porre fine all’occupazione israeliana è più importante che mai

Dic 23, 2021 | Notizie

23 dicembre 2021. 

GINEVRA – La comunità internazionale deve chieder conto a Israele dei suoi 54 anni di occupazione della Palestina, ha affermato oggi un esperto di diritti umani delle Nazioni Unite, cinque anni dopo che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione che chiedeva la fine di tutte le attività di insediamento nei territori palestinesi.

“Nel quinto anniversario dell’adozione della risoluzione 2334 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la comunità internazionale deve prendere sul serio le proprie parole e le proprie leggi”, ha affermato Michael Lynk, relatore speciale delle Nazioni Unite per la situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967.

“Senza un intervento internazionale decisivo per imporre la resa dei conti su un’occupazione irresponsabile, non c’è speranza che il diritto palestinese all’autodeterminazione e la fine del conflitto si realizzino nel prossimo futuro”, ha detto Lynk.

La risoluzione 2334, adottata dal Consiglio di Sicurezza il 23 dicembre 2016, ha affermato che gli insediamenti israeliani costituiscono “una flagrante violazione del diritto internazionale” e ha aggiunto che tutte le attività di insediamento nel territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est, devono “cessare immediatamente e completamente”.

La risoluzione afferma che l’espansione degli insediamenti minaccia la fattibilità di una soluzione a due Stati e che il diritto internazionale deve governare l’occupazione e le relazioni tra Israele e i palestinesi. Invita inoltre gli Stati a distinguere tra il territorio dello Stato di Israele e i territori che Israele ha occupato dal 1967.

“Se questa risoluzione fosse stata effettivamente applicata dalla comunità internazionale e obbedita da Israele, molto probabilmente saremmo sull’orlo di una pace giusta e duratura”, ha affermato il Relatore Speciale. “Invece, Israele sfida la risoluzione, la sua occupazione è più radicata che mai, la violenza che impiega contro i palestinesi per sostenere l’occupazione è in aumento e la comunità internazionale non ha alcuna strategia per porre fine alla più lunga occupazione militare del mondo”.

Il Relatore Speciale ha osservato che “nei 20 rapporti consegnati al Consiglio di Sicurezza dall’adozione della Risoluzione, il Segretario Generale o il suo rappresentante hanno dichiarato in ogni occasione che Israele non ha rispettato nessuna delle direttive del Consiglio di Sicurezza”. “Non è chiaro ormai che la leadership politica israeliana non ha alcun interesse, né alcun incentivo, a porre fine all’occupazione?”

“Una statistica illustra in modo eloquente la notevole riluttanza della comunità internazionale a far rispettare le proprie direttive riguardo all’occupazione israeliana”, ha detto l’esperto delle Nazioni Unite. “Nel 2016, quando è stata adottata la risoluzione 2334, c’erano circa 400.000 coloni israeliani in Cisgiordania e 218.000 a Gerusalemme Est. Cinque anni dopo, ci sono 475.000 coloni in Cisgiordania e 230.000 a Gerusalemme Est, con un aumento del 12%. Questa dinamica della realtà sul terreno sta correndo molto più rapidamente delle tiepide critiche della comunità internazionale alla condotta illecita di Israele”.

Il Relatore Speciale ha invitato la comunità internazionale a sviluppare un approccio basato sui diritti per il processo di pace in Medio Oriente e a far uso dei numerosi strumenti e misure di responsabilizzazione per riportare Israele in conformità con il diritto internazionale.

“Solo un approccio basato sulla responsabilità, l’uguaglianza e i pieni diritti per tutti può creare la possibilità di un futuro prospero e condiviso sia per i palestinesi che per gli israeliani”.

S. Michael Lynk, Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967.

I Relatori Speciali, gli Esperti Indipendenti e i Gruppi di Lavoro fanno parte delle cosiddette Procedure Speciali del Consiglio dei Diritti Umani. Procedure Speciali, il più grande corpo di esperti indipendenti nel sistema delle Nazioni Unite per i diritti umani, è il nome generico dei meccanismi indipendenti di indagine e monitoraggio dei fatti del Consiglio, che affrontano situazioni specifiche di un paese o questioni tematiche in tutte le parti del mondo. Gli esperti delle Procedure Speciali lavorano su base volontaria; non sono personale delle Nazioni Unite e non ricevono uno stipendio per il loro lavoro. Sono indipendenti da qualsiasi governo o organizzazione e operano a titolo individuale.

https://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=28010&LangID=E

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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