Israele etichetta i principali gruppi palestinesi per i diritti umani “istituzioni terroristiche”

Ott 23, 2021 | Notizie

di Yumna Patel,

Mondoweiss, 22 ottobre 2021. 

Il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz ha annunciato un elenco di sei organizzazioni palestinesi per i diritti umani che, secondo lui, hanno legami con gruppi terroristici militanti. Nella lista ci sono istituzioni importanti come Addameer, Al-Haq e Defense for Children International – Palestine.

Benny Gantz (Twitter)

Nel suo ultimo attacco alle organizzazioni della società civile palestinese, Israele ha etichettato un certo numero di gruppi palestinesi per i diritti umani, tra cui Al-Haq e Defense for Children International – Palestine, come “istituzioni terroristiche”.

Il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz ha annunciato venerdì che l’elenco include sei organizzazioni, che secondo lui hanno legami con gruppi terroristici militanti. 

Nella lista ci sono istituzioni di spicco come Addameer, Al-Haq, Defense for Children International – Palestine, il Bisan Center for Research and Development, l’Unione dei Comitati delle Donne Palestinesi e l’Unione dei Comitati del Lavoro Agricolo.

L’ufficio di Gantz ha accusato i gruppi di “operare sotto copertura nell’arena internazionale” per conto del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), un gruppo di resistenza marxista-leninista che, come molte altre fazioni politiche palestinesi, Israele considera una “organizzazione terroristica”. 

I gruppi sono stati anche accusati di lavorare per “promuovere gli obiettivi dell’organizzazione terroristica, inclusa la lotta armata per la distruzione di Israele”.

Secondo Human Rights Watch, la designazione “vieta di fatto” le attività di questi gruppi della società civile e consente alle autorità israeliane di adottare una serie di misure contro di loro, tra cui la chiusura dei loro uffici, il sequestro dei loro beni e l’arresto e l’incarcerazione di membri del loro personale. Inoltre criminalizza il finanziamento o l’espressione pubblica di sostegno alle organizzazioni e alle loro attività.

In risposta all’annuncio, Khaled Quzmar, direttore generale di Defense for Children International – Palestine, ha affermato che il suo gruppo respinge l’accusa di terrorismo “come un’altra azione ingiusta delle autorità israeliane per criminalizzare ed eliminare il nostro lavoro legittimo in materia di diritti umani e protezione dell’infanzia”.

“Difendiamo i bambini palestinesi nei tribunali militari israeliani ed denunciamo gravi violazioni contro i bambini palestinesi per mano delle forze israeliane”, continua la dichiarazione.

“Visto che anni di delegittimazione e campagne di disinformazione contro di noi non sono riuscite a fermare il nostro lavoro, le autorità israeliane scelgono ora di intensificare le tattiche repressive etichettando come terroriste le organizzazioni della società civile”. La comunità internazionale deve utilizzare tutti i mezzi disponibili per addossare alle autorità israeliane la responsabilità degli attacchi mirati e della repressione delle organizzazioni della società civile palestinese”, ha affermato Quzmar.

“Un atto caratteristico dei regimi totalitari”

Amnesty International e Human Rights Watch hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, definendo la decisione “terribile e ingiusta”.

“Per decenni, le autorità israeliane hanno cercato sistematicamente di mettere a tacere chi vigila sui i diritti umani e di punire chi critica il suo dominio repressivo sui palestinesi. Mentre il personale delle nostre organizzazioni ha affrontato espulsioni e divieti di viaggio, i difensori dei diritti umani palestinesi hanno sempre sopportato il peso maggiore della repressione”, afferma la dichiarazione.

“Questa decisione è un’escalation allarmante che minaccia di chiudere il lavoro delle più importanti organizzazioni della società civile palestinese. Il fallimento decennale della comunità internazionale nel contestare le gravi violazioni dei diritti umani israeliane e imporre sanzioni significative ha incoraggiato le autorità israeliane ad agire in questo modo sfacciato”.

I gruppi hanno poi espresso il loro orgoglio di lavorare con le organizzazioni della società civile palestinese, dicendo: “siamo al loro fianco nello sfidare questa decisione oltraggiosa”.

Il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, che è stato anch’esso più volte preso di mira dal governo israeliano per il suo lavoro, ha definito la decisione “un atto caratteristico dei regimi totalitari, con il chiaro scopo di chiudere queste organizzazioni”.

“B’Tselem è solidale con i nostri colleghi palestinesi, è orgoglioso del nostro lavoro congiunto nel corso degli anni ed è risoluto a continuare così”, ha affermato il gruppo.

I parlamentari statunitensi reagiscono

Un certo numero di parlamentari statunitensi ha reagito alla decisione, con la deputata Ilhan Omar che ha definito la designazione un “modo da manuale per eludere la responsabilità per le violazioni dei diritti umani” e un “affronto per tutti coloro che si preoccupano della pace”.

“Ci devono essere conseguenze immediate da parte degli Stati Uniti e della comunità internazionale per questo atto sfacciato”, ha detto.

Il deputato Mark Pocan ha invitato Israele ad annullare questa decisione “a tappeto”, sottolineando che “molte di queste organizzazioni stanno lavorando per portare la pace nella regione e sono voci che criticano Hamas e l’Autorità Palestinese”.

Notizie di venerdì scorso hanno riportato che il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha affermato che gli Stati Uniti “chiederanno a Israele chiarimenti” su quali basi le organizzazioni siano state definite gruppi “terroristici”, affermando che “Israele non ci ha avvisato in anticipo su questa designazione”.

Anni di attacchi

Israele ha una lunga storia nel prendere di mira le organizzazioni della società civile palestinese ritenendole organizzazioni “terroristiche”. Nel 2019, Al-Haq è stato uno dei numerosi gruppi presi di mira in una campagna diffamatoria dall’allora ministro israeliano per gli affari strategici Gilad Erdan, che accusava i gruppi di “terrorismo”. 

L’anno prima, Erdan aveva invitato l’Unione Europea e gli stati europei a interrompere il loro sostegno finanziario e i finanziamenti ad Al-Haq e a una serie di altre istituzioni per i diritti umani che “hanno legami con il terrorismo e promuovono il boicottaggio contro Israele”. 

Al-Haq è un pilastro della società civile palestinese e da decenni documenta le violazioni dei diritti umani in Palestina e le porta sulla scena internazionale. Negli ultimi anni, il gruppo è stato determinante negli sforzi per convincere la Corte Penale Internazionale ad aprire indagini su potenziali crimini di guerra commessi nei territori occupati. 

Addameer, un gruppo per i diritti dei prigionieri che fornisce una assistenza legale gratuita ai prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane, è un nome familiare a tutti in Palestina ed è stato anche oggetto di frequenti attacchi da parte di Israele. Nel 2019, gli uffici del gruppo nella città occupata di Ramallah in Cisgiordania sono stati perquisiti dall’esercito israeliano, che ha sequestrato computer, dischi rigidi, documenti e attrezzature. Era la terza volta dai primi anni 2000 che l’esercito faceva irruzione negli uffici di Addameer.   

All’inizio di quest’anno, anche il DCIP (Defense for Children International – Palestine), che documenta le violazioni israeliane contro i bambini palestinesi, compresi l’arresto e la detenzione illegale di minori, è stato preso di mira in un raid militare, durante il quale sono stati confiscati computer e documenti dei clienti. 

Le autorità israeliane non hanno fornito alcuna prova sostanziale che questi gruppi abbiano finanziato una qualsiasi delle attività del FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina), ma li ha messi sotto accusa in gran parte per la semplice affiliazione che alcuni membri del loro personale hanno con la fazione politica. 

Yumna Patel

Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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