Io finanzio gruppi terroristici

Ott 26, 2021 | Riflessioni

di Amira Hass,

Haaretz, 26 ottobre 2021. 

Una veduta dell’insediamento israeliano di Efrat alla periferia sud di Betlemme, in Cisgiordania, a luglio. AHMAD GHARABLI – AFP

Annuncio e confesso qui che io finanzio il terrorismo. Parte del denaro delle tasse che pago al governo israeliano viene trasferito alle sue attività terroristiche e a quelle dei suoi rappresentanti, i coloni, contro il popolo palestinese.

Se per “terrorismo” si intende imporre terrore e paura, allora cos’altro fanno i comandanti dell’esercito e del servizio di sicurezza dello Shin Bet quando inviano soldati col volto coperto a fare irruzione nelle case dei palestinesi, notte dopo notte? Accompagnati dai loro cani e con i fucili puntati, i soldati svegliano le famiglie dal sonno, rovesciano il contenuto degli armadi, confiscano beni e picchiano gli adulti davanti ai bambini.

Cosa fanno gli ispettori dell’Amministrazione Civile quando si aggirano tra comunità di pastori, e controllano se magari è stata aggiunta una tenda o uno scivolo per bambini da demolire? Cosa fanno le telecamere di sorveglianza installate ad ogni posto di blocco all’uscita da una città palestinese, se non intimidire e disciplinare?

E la polizia di frontiera maschile e femminile di Gerusalemme, che trattiene chiunque sembri un arabo, e i soldati e i poliziotti che danno un calcio qui, uno schiaffo là, a chiunque osi litigare con loro, o raccogliere olive… qual è il loro compito se non quello di incutere paura?

Soldati israeliani fermano un palestinese durante una protesta in Cisgiordania, l’anno scorso. AP Photo/Majdi Mohammed

E le bande di coloni mascherati, a petto nudo, frange sacre, armi “non letali” e da fuoco –come chiameremo le loro orge di attacchi a persone e alberi se non terrore? Una frazione delle tasse che pago certamente li raggiunge: forse finisce per andare ai consigli di insediamento che includono i delinquenti, forse ai loro funzionari e ai funzionari del ministero della Difesa che insieme hanno progettato e realizzato il modello di successo degli avamposti di pastori.

In tutta la Cisgiordania gli avamposti operano secondo lo stesso schema: una famiglia di coloni veterani si impadronisce di un appezzamento di terra palestinese, riceve un gregge di pecore o capre e bovini, e poi, usando fucili, pietre, cani, giovani pastori e droni, minaccia i palestinesi e impedisce alle loro mandrie di raggiungere i loro pascoli.

Il concetto di “terrore” ha da tempo superato i limiti della semplice intimidazione e include anche atti di distruzione e uccisione. Le mie tasse, e quelle di tutti i cittadini e residenti israeliani, li finanziano.

Parte delle mie tasse è andata al bombardamento di strutture residenziali e all’uccisione dei loro abitanti palestinesi, compresi bambini e donne. Le mie tasse finanziano i proiettili che uccidono e feriscono i manifestanti nel villaggio di Beita in Cisgiordania e a Gaza. Le nostre tasse sovvenzionano gli insediamenti e coprono il costo della demolizione delle case palestinesi da parte dell’Amministrazione Civile e del Comune di Gerusalemme. Sotto le mentite spoglie di un paese rispettoso della legge e grazie al nostro finanziamento, Israele ha perpetrato tutti questi atti di terrore e molti altri. Giorno dopo giorno. Ora dopo ora.

Coloro che controllano i centri di potere hanno sempre cercato e cercano tuttora di prendersi anche il monopolio della lingua, per perpetuare la propria supremazia. Il regime patriarcale ha coniato il termine medico “isteria” dalla radice greca per utero, come un modo per cementare lo stato inferiore delle donne. Per gli inglesi, “irlandese” era sinonimo di stupido, e anche di pigro e ubriacone, e questo era un modo per giustificare la loro colonizzazione dell’Irlanda.

“Stupido”, “nero” e “terrorista” erano anche sinonimi per i bianchi del Sud Africa, ed erano usati per giustificare lo sfruttamento, la segregazione razziale e l’oppressione terroristica. Ed è così che l’occupante israeliano decide cos’è il terrore e include in esso altre sei ONG palestinesi.

La ragione per perseguitarle è chiara: queste organizzazioni della società civile hanno registrato diversi risultati importanti nella loro opposizione alla crudele occupazione israeliana. Sono stati loro ad agire, e agiscono tuttora, per perseguire gli israeliani responsabili di crimini di guerra e di apartheid presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia, e sono loro che hanno esortato l’Autorità Palestinese a seguire questa strada. Sono loro che denunciano il sistema israeliano di detenzione di massa, compresi i minori, e quello scandalo che si chiama tribunale militare.

Sono loro che sostengono i contadini palestinesi contro le vessazioni dell’Amministrazione Civile e dei coloni. Coltivano valori di sinistra e femministi e criticano anche le autorità palestinesi.

Loro (e non solo loro) sono in costante lotta contro il terrore dell’occupazione. E l’occupazione, attraverso la persecuzione di queste organizzazioni, aspira a terrorizzare altri palestinesi e a dissuaderli dal montare qualsiasi tipo di resistenza.

https://www.haaretz.com/opinion/.premium-i-fund-terror-groups-1.10324681

Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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