Il popolo israeliano non dovrebbe accettare questi crimini commessi in suo nome

Set 29, 2021 | Notizie

di Ali Awad,

Facebook, 29 settembre 2021. 


Il piccolo Muhammad, 4 anni, ferito alla testa nel sonno dalle sassate dei coloni nel villaggio di Mufaqarah, Colline a sud di Hebron, Cisgiordania.

Israele è uno stato di apartheid, che usa i suoi civili come coloni criminali per sfrattare gli indigeni dai territori occupati. Questa è una chiara violazione del diritto internazionale.

Se questo problema fosse preso in seria considerazione in Israele, la risposta sarebbe che il governo israeliano non obbliga nessun suo cittadino a diventare un colono nei territori palestinesi occupati. Ma in realtà è Israele che ha creato tutto l’ambiente e le condizioni che hanno attratto gli israeliani a diventare coloni. Gli insediamenti nei territori occupati iniziarono come basi militari per l’esercito di occupazione israeliano, ad esempio nelle Colline a sud di Hebron. Fino all’inizio degli anni ‘1980, il che significa quasi 15 anni dopo l’occupazione israeliana in Cisgiordania, non c’era nessun colono in tutta la zona, fino a quando Israele non ha iniziato a trasferire le basi militari nei quartieri residenziali che l’esercito israeliano aveva occupato nel 67, poi ha iniziato a portarci a vivere i coloni. Quindi è Israele che sta moltiplicando gli insediamenti, Israele sta usando la sua popolazione per rubare le terre ai palestinesi, commettendo anche i peggiori crimini per raggiungere i suoi obiettivi di colonialismo.

Il popolo israeliano non deve accettare questi crimini commessi in suo nome, crimini che vengono usati come strumenti per i piani dello stato e che avvengono opprimendo un intero popolo.

Inutile negarlo, questo è stato il chiaro risultato dell’espansione degli insediamenti israeliani che sono penetrati nel resto delle terre palestinesi dopo l’occupazione del 67. Naturalmente ogni insediamento si è poi esteso ad altre terre oltre a quelle controllate all’inizio dell’occupazione. Ma quando i palestinesi portano le loro rivendicazioni nei tribunali [dell’occupazione], il verdetto è quasi sempre a favore del colono. D’altra parte, il governo israeliano usa ogni legge di qualsiasi paese o impero che sia passato sulla terra di Palestina e che sia in grado di far perdere la terra ai palestinesi. Ad esempio, Israele usa una legge ottomana obsoleta, in base alla quale, se i palestinesi non utilizzavano la propria terra per un periodo di qualche anno, la terra diventava proprietà del sultano (oggi dell’occupazione israeliana). E qui inizia il gioco in cui Israele usa il colono nel processo di rimozione del palestinese dalla terra. Se un palestinese cerca di raggiungere la sua terra, che per lo più si trova vicino ad un insediamento, affronterà sicuramente la violenza dei coloni e non riceverà alcun aiuto, perché né esercito né polizia arriveranno fino a dopo che l’aggressione sarà terminata. Alla fine, il palestinese terrorizzato rinuncerà ad utilizzare la sua terra, e Israele la dichiarerà sua (la cosiddetta terra dello stato) e potrà usarla sostenendo che è per tutti, ma l’affitterà solo ai coloni perché questa legge è usata solo per favorire l’insediamento. Poi i coloni iniziano ad avanzare man mano e a costruire avamposti, e i palestinesi non potranno più passare attraverso quella terra. Questa strategia è in corso da tempo ed è riuscita a costruire più di trenta avamposti di insediamento nella Cisgiordania occupata, tre dei quali, dal luglio dello scorso anno, hanno preso il controllo di centinaia di ettari nell’area delle Colline a sud di Hebron, impedendo ai palestinesi non solo il pascolo ma anche il solo accesso alla loro terra.

La legge sulla ‘terra dello stato’ è usata, insieme alla legge militare, per sfrattare i palestinesi dalle loro terre nell’area di Masafer Yatta nelle Colline a sud di Hebron, all’inizio del deserto del Negev, che Israele ha dichiarato zona militare di tiro n. 918. Negli ultimi due decenni, gli abitanti di questi villaggi hanno vissuto sotto la costante minaccia di demolizione, sgombero ed espropriazione. Da 20 anni attendono la sentenza finale della Corte Suprema israeliana, che potrebbe vederli sfrattati interamente.

Negli anni ‘1980, l’esercito israeliano dichiarò l’area in cui vivono una ′′zona di tiro′′ e nel 1999 sfrattò i residenti della zona, sulla base della fuorviante affermazione che non erano residenti permanenti. Anche se ai residenti è stato poi concesso il rientro, da allora fino ad oggi hanno vissuto sotto la minaccia di espulsione e non è stata presa nessuna decisione finale sulla possibilità che possano restare nel loro villaggio natio.

Inoltre, poiché i villaggi si trovano nell’area C, non ricevono permessi edilizi e subiscono regolarmente demolizioni di case. Oltre a qualunque alloggio per umani e animali, sono vietate infrastrutture e servizi di base, come acqua e collegamenti elettrici.

Vedendo quello che è successo oggi nei villaggi di Masafer Yatta è chiaro che ci sono due politiche che si completano a vicenda per eliminare i palestinesi dalla propria terra: da una parte Israele demolisce le loro case e taglia acqua, elettricità e tutti i presupposti per vivere, dall’altra parte intervengono i coloni a completare l’azione con attacchi organizzati in collaborazione con l’esercito.

Questo è stato evidente oggi: un colono rompe la testa di un bambino che dorme e i soldati espellono i suoi genitori dalla stanza dove dormiva, dando la possibilità ai coloni di attaccare, mentre si sparano granate stordenti e lacrimogeni, si picchia e si arresta. I palestinesi di Masafer Yatta augurano una vita sicura ai bambini di tutto il mondo, ma i loro figli hanno la testa rotta mentre dormono, e questo è quello che è successo oggi nel villaggio di Mufaqarah, durante l’attacco dei coloni agli abitanti, mentre il bambino Muhammad di quattro anni dormiva e i suoi genitori venivano cacciati fuori dalla casa dalle sassate dei coloni e dalle bombe dell’esercito israeliano. I sassi entravano dalle finestre rotte della casa, e hanno colpito la testa del bambino che ha lasciato il suo sangue sul pavimento della stanza ed è stato portato all’ospedale per le cure. Per il momento, il medico curante ha descritto come gravi le sue condizioni.

Questo atto di pulizia etnica non ha colpito solo il piccolo Muhammad, ma qualunque persona o cosa che fosse palestinese. Infatti l’attacco ha provocato anche l’accoltellamento di un giovane alla gamba, il ferimento di 4 capre, una delle quali è morta, persone ferite alla testa, vandalismi contro case, serbatoi d’acqua e auto.

Tutti questi crimini sono stati commessi dai coloni contro i palestinesi sotto la protezione dell’esercito israeliano, che ha arrestato sei palestinesi, mentre tutti i coloni criminali sono stati lasciati senza alcuna conseguenza legale.

Ali Awad, vive nel villaggio di Tuba, Colline a sud di Hebron, e frequenta l’Università Al Quds a Yatta, anche con l’aiuto di AssoPacePalestina che sostiene la spesa delle sue tasse universitarie.

Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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