Ex procuratore generale scopre che un gruppo di coloni si è impadronito della casa della sua famiglia a Sheikh Jarrah

Giu 16, 2021 | Notizie

di Nir Hasson,

Haaretz, 15 giugno 2021.

Michael Ben-Yair ha scoperto con sua sorpresa che un gruppo religioso aveva addebitato i Palestinesi che vivevano nella casa di sua nonna a Gerusalemme Est di centinaia di migliaia di shekel di affitto, con l’approvazione di un tribunale rabbinico. Il suo percorso legale per riappropriarsi della casa rivela il modus operandi dei coloni nel loro tentativo di “giudaizzare” Sheikh Jarrah

Ben-Yair con sua sorella Naama Bartal a Sheikh Jarrah nel 2019. Hagit Ofran / Peace Now

Un gruppo di coloni che ha formato una onlus si è impadronito di un edificio nel quartiere di Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est che appartiene alla famiglia di Michael Ben-Yair, un ex procuratore generale e giudice della Corte Distrettuale in pensione. Il gruppo ha gestito l’edificio per anni, riscuotendo affitti per un totale di centinaia di migliaia di shekel dai residenti palestinesi, all’insaputa degli eredi legali della proprietaria originale dell’edificio.  

Ben-Yair ha scoperto due anni fa che la casa di sua nonna era stata rilevata dal gruppo. Nessuno della Divisione dell’Amministratore Generale e del Curatore Ufficiale del Ministero della Giustizia, dei tribunali rabbinici o del gruppo di coloni aveva cercato di trovare gli eredi legittimi. Da allora, Ben-Yair sta conducendo una battaglia legale per strappare l’edificio ai coloni e per consentire ai suoi residenti palestinesi di rimanere nella casa. Durante il suo percorso legale, Ben-Yair ha scoperto i metodi contorti e legalmente dubbi usati dai coloni per “giudaizzare” Sheikh Jarrah

“Potevano trovarci facilmente.”

Nahalat Shimon era un piccolo quartiere ebraico nella parte occidentale di Sheikh Jarrah alla fine del XIX secolo. Michael Ben-Yair, che è stato procuratore generale sotto Yitzhak Rabin e Shimon Peres, è nato lì nel 1942. Nel 1948, i residenti fuggirono dopo che il quartiere fu conquistato dalla Legione Araba giordana. Come la maggior parte dei residenti ebrei che fuggirono da Gerusalemme Est verso il lato occidentale della città, la famiglia è stata compensata per la perdita della propria casa e ha ricevuto una casa alternativa e un negozio nel quartiere di Romema.   

Una foto del 1933, con il quartiere di Nahalat Shimon contrassegnato in rosso. Matson Collection, Library of Congress.

Negli anni ’90, le organizzazioni di coloni hanno iniziato una campagna per sostituire i residenti arabi di Sheikh Jarrah con quelli ebrei, sulla base di una legge che consente agli Ebrei di reclamare le proprietà che possedevano nel 1948, anche se erano stati risarciti per la sua perdita. Nahalat Shimon era divisa in una sezione orientale chiamata Karm al-Jaouni, dove la terra era di proprietà dei consigli delle comunità ebraiche ashkenazite e mizrahi. La terra nella sezione occidentale, chiamata Umm Haroun, dove viveva la famiglia di Ben-Yair, era proprietà privata di famiglie ebree.

La terra nella parte orientale è stata successivamente acquistata da una onlus chiamata Nahalat Shimon, che è controllata da una società straniera e gestita da un attivista dei coloni di nome Yitzhak Mamo. Nella parte occidentale, i gruppi di Mamo e dei coloni avevano bisogno della collaborazione delle famiglie ebree che avevano ereditato le proprietà. In alcuni casi, hanno ricevuto collaborazione e hanno acquistato gli edifici, sfrattando le famiglie palestinesi che vivevano lì. Nel caso della famiglia di Ben-Yair, hanno adottato un metodo diverso. 

La casa e un negozio annesso sono elencati in un “documento fiduciario”, un tipo di testamento redatto dalla nonna di Ben-Yair, Sarah Jannah, figlia di Menashe Shvili. Nel 1927 la nonna dichiarò davanti a un tribunale rabbinico di Gerusalemme che la casa e il negozio sarebbero passati ai suoi eredi e poi agli eredi degli eredi. Aveva aggiunto che se, Dio non voglia, nessun membro della famiglia fosse rimasto in vita dopo gli eredi originari, la proprietà sarebbe stata trasferita a una sinagoga georgiana del quartiere. Questo era comune a quei tempi, nel caso di famiglie senza discendenti viventi.

Sulla base di quest’ultima frase, una onlus di destra chiamata Meyashvei Zion (coloni di Sion), gestita da Mamo, ha fatto appello nel 2002 a un tribunale rabbinico, chiedendo che Mamo e un’altra persona di nome Oren Sheffer fossero nominati delegati del tribunale per determinare a chi appartenesse l’immobile. Il tribunale ha approvato la loro richiesta. Poco dopo, i due hanno informato il tribunale di non aver trovato alcun erede e il tribunale ha rapidamente nominato i due come fiduciari di questo edificio, senza alcuno sforzo significativo da parte del tribunale per individuare gli eredi.

La decisione si basava sulla presunzione che gli eredi non si potessero trovare, anche se Sarah Jannah figura nel Registro della Popolazione, poiché morì nel 1955, dopo la costituzione dello Stato. Chi avesse voluto avrebbe potuto facilmente trovare i suoi eredi attraverso una semplice ricerca al ministero dell’Interno. “I numeri identificativi dell’intera famiglia erano consecutivi”, afferma Ben-Yair. “Quello di mio fratello finisce in 03, il mio finisce in 04, i numeri di identificazione dei miei nonni finiscono rispettivamente in 05 e 06.”

Nel 2004 il Curatore Ufficiale, che gestiva l’immobile dal 1967, si è opposto alla nomina dei nuovi fiduciari, sostenendo che si doveva cercare di individuare i familiari vivi, ma il tribunale ha respinto tale richiesta. Un anno dopo, il Curatore ha consegnato l’edificio a Mamo e Sheffer, rimborsando alla loro onlus persino i 250.000 shekel (77.000 dollari) per l’affitto che lo stato aveva raccolto dai residenti palestinesi fino a quel momento. Nei successivi nove anni, il gruppo ha ricevuto altri 600.000 shekel di entrate da questa proprietà.

Nel 2011, un’altra onlus, il Consiglio della Comunità Georgiana, è riuscito a prendere il controllo della proprietà con il sostegno di un tribunale rabbinico. Anche questo gruppo non si è curato di cercare i veri eredi. I verbali delle sessioni del tribunale rabbinico del 2016 mostrano che il Consiglio Georgiano sapeva che la proprietà aveva eredi legali che non ne stavano beneficiando. Il consiglio conosceva persino i loro nomi. “Mi hanno detto che apparteneva al professor Yair qualcosa… il prof. Michael Ben-Yair; stiamo cercando di trovarlo”, ha detto il fiduciario georgiano David Bandar, in una delle sessioni.

Ben-Yair a Sheikh Jarrah nel 2019. Hagit Ofran / Peace Now

‘Senza un minimo di decenza’

Quando Sheikh Jarrah ha iniziato a fare notizia dopo lo sgombero delle famiglie palestinesi dalle loro case un decennio fa, Ben-Yair si è unito alle manifestazioni organizzate da un movimento di solidarietà contro i coloni ebrei. Ha anche redatto un opuscolo in cui affermava che le famiglie ebree che erano fuggite da quelle case avevano ricevuto un risarcimento, rendendo illegale e immorale la richiesta di riappropriarsi delle loro vecchie case.

Due anni fa, Ben-Yair ha scoperto che i coloni avevano iniziato a sfrattare i Palestinesi da un negozio che secondo lui faceva parte della casa di sua nonna. Successivamente ha fatto appello alla Curatrice Ufficiale, l’avvocata Sigal Yakobi, che è anche la direttrice generale ad interim del ministero della Giustizia. “Fino a quel momento pensavo che la proprietà fosse ancora intestata a mia nonna e pensavo fosse occupata da profughi palestinesi, che vivevano lì senza problemi. Dato che avevamo ricevuto un risarcimento nel 1948, non mi sono preoccupato di controllare l’attuale proprietà presso l’ufficio del registro fondiario”, dice.

Ben-Yair dice che quando ha incontrato la Curatrice Ufficiale, lei ha fatto una revisione e ha scoperto che la proprietà era stata ceduta.

“Le ho detto che noi siamo gli eredi, quindi lei ha chiesto di vedere [quella specie di testamento che è] il ‘documento fiduciario’ ed è rimasta sbalordita. Ha visto che si trattava di un documento privato e non pubblico”, racconta. In quell’incontro, i membri della famiglia hanno appreso per la prima volta del testamento della nonna. Ben-Yair e sua sorella, Na’ama Bartal, hanno successivamente chiesto alla corte di esaminare il ‘documento fiduciario’. La corte ha respinto la richiesta, affermando che i richiedenti non avevano documentazione sufficiente per dimostrare la loro parentela familiare con la nonna.

Ben-Yair ha impugnato la decisione presso il tribunale di Tel Aviv, chiedendo che il ministero dell’Interno gli fornisca i documenti che confermano che si tratta del nipote di sua nonna. Ben-Yair ha vinto l’appello e il ministero dell’Interno dovrebbe consegnare i documenti la prossima settimana.

Allo stesso tempo, gli avvocati Michael Sfard e Alon Sapir, con l’assistenza di Peace Now, hanno presentato una richiesta al tribunale rabbinico per nominare i membri della famiglia come affidatari. “Michael Ben-Yair non si è dato alla latitanza e non è stato rapito in un paese nemico; non ha cambiato nome né si è nascosto nella sua camera da letto. Non solo è una persona facile da trovare, è un personaggio pubblico che fa dichiarazioni pubbliche e ha persino pubblicato un libro su Sheik Jarrah tre anni fa”, hanno scritto Sfard e Sapir nella loro richiesta alla corte.

Sulla loro richiesta non è ancora stata pronunciata una sentenza, ma intanto i giudici rabbinici hanno disposto la sospensione di ogni attività riguardante la proprietà. Ben-Yair e sua sorella hanno detto che sperano di poter riavere presto la loro casa e che in seguito intendono citare in giudizio gli amministratori di Meyashvei Zion e del Consiglio Georgiano per i soldi che hanno raccolto dai Palestinesi nel corso degli anni.

Dal momento che il ‘documento fiduciario’ vieta la vendita della casa, Ben-Yair spera di convincere la sua famiglia ad affittare la proprietà alla famiglia palestinese che vive lì da molto tempo. “Non è solo una questione di ‘ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è mio’. È una fondamentale mancanza di decenza ed è inconcepibile in qualsiasi sistema legale che io debba ricevere sia un risarcimento che la proprietà per la quale ho ricevuto il risarcimento”, afferma Ben-Yair. “Ciò comporterebbe anche lo sfratto dei Palestinesi che diventerebbero rifugiati per la seconda volta, mentre non hanno il diritto di reclamare le loro proprietà prima del 1948. La giustizia richiede che non vengano sfrattati e che sia loro assicurata la custodia della casa”.

L’avvocata Sigal Yakobi, Curatrice Ufficiale dello Stato e Direttrice generale facente funzione del ministero della Giustizia. Ohad Zwigenberg

“È una storia pazzesca”, dice l’avvocato Sfard, che rappresenta Ben-Yair. “La persona che avrebbero dovuto cercare era seduta proprio lì nel suo ufficio al piano sopra a quello del Curatore Ufficiale del Ministero della Giustizia. Questa storia mostra solo quanto è profondo l’occultamento e quanta connessione c’è tra i gruppi giudaizzanti e la corte rabbinica. Il tribunale dovrebbe accertare che gli affidatari non stiano facendo nulla per distorcere i desideri della persona che ha lasciato il ‘documento fiduciario’ o ha creato il bene di cui si parla”.

“La storia di Ben-Yair ci offre l’opportunità di gettare uno sguardo nel sistema di espropriazione a Gerusalemme Est”, afferma Hagit Ofran di Peace Now. “Le autorità statali, il Curatore Ufficiale e il tribunale rabbinico stanno consentendo e persino promuovendo lo sgombero e la sostituzione dei palestinesi con i coloni. Il governo non può più sostenere che Sheikh Jarrah sia solo una questione immobiliare. È una questione politica che è responsabilità dello Stato, e lo Stato dovrebbe avere anche la responsabilità di prevenire l’ingiustizia”.

“Potrebbe esserci stata un po’ di confusione”

L’amministrazione dei tribunali rabbinici afferma: “Nel 2011, diverse persone sono venute davanti al tribunale e hanno affermato che non erano stati trovati eredi. Pertanto, il tribunale ha ordinato che, in conformità con il ‘documento fiduciario’, la proprietà fosse utilizzata per uno scopo pubblico. Il Consiglio Georgiano è anche tra gli attuali custodi. Il materiale nel fascicolo mostra che il nome della donna che ha redatto il documento –Sarah bat Menashe Hannah/Jannah/Shvili– è scritto in modi diversi, il che potrebbe aver causato confusione.

“È molto importante notare che coloro che affermano di essere gli eredi della defunta non hanno finora dimostrato di essere effettivamente i suoi discendenti e hanno condotto un procedimento legale su questo argomento dinanzi ad altri tribunali. Nonostante ciò, e per prudenza, quando il ricorrente ha contattato per la prima volta Rachel Shakarji, la supervisora dei beni religiosi destinati a scopi di beneficenza, essa ha scritto al tribunale chiedendo che fosse emessa un’ingiunzione temporanea che ordinasse ai curatori dei beni di non intraprendere alcuna azione che possa alterare la condizione della proprietà da un punto di vista giuridico o economico.

“Un decreto ingiuntivo è stato immediatamente emesso dal tribunale e rimane valido, anche se coloro che si dichiarano eredi della persona che ha redatto il ‘documento fiduciario’ non hanno dimostrato la loro parentela con essa e anche se è trascorso un anno e mezzo dal decreto ingiuntivo rilasciato. Considerando il tempo trascorso dalla redazione del documento, l’ubicazione dell’immobile e gli sconvolgimenti ivi avvenuti, è possibile che si siano verificati degli errori. Tuttavia, come rilevato, ad oggi non è stato provato il preteso rapporto di parentela tra i ricorrenti e chi ha originato il documento”.

Ben-Yair con sua sorella Bartal a Sheikh Jarrah nel 2019. Hagit Ofran / Peace Now

L’avvocato Shlomo Toussia-Cohen, che rappresenta il Consiglio Georgiano, ha rifiutato di commentare questo articolo. Nella loro risposta alla corte rabbinica, i Georgiani hanno affermato che Ben-Yair e sua sorella non avevano dimostrato la loro parentela di sangue con Sarah Jannah e che le dichiarazioni pubbliche di Ben-Yair sui diritti dei Palestinesi in quella casa indicano che egli cerca di agire contro il principi del trust e quindi non ha diritto a una parte di esso.

L’ufficio del Curatore Ufficiale ha risposto: “Si tratta di una proprietà fiduciaria che era gestita dal Curatore Ufficiale dello Stato e per la quale è stata presentata una richiesta di rilascio dai fiduciari nominati nei primi anni 2000. Alla luce del fatto che si tratta di un documento a fini privati, il Curatore Ufficiale dello Stato ha aperto un’inchiesta al tribunale, che ha nominato i fiduciari, ed esprime la sua opinione che i familiari del defunto dovrebbero essere nominati come affidatari. Tuttavia, questa posizione non è stata accettata dal tribunale e quindi nel 2006 la proprietà è stata consegnata ai fiduciari. Va da sé che è dovere dei fiduciari nominati agire in conformità con gli scopi del documento come stabiliti dalla defunta.

Yitzhak Mamo e Meyashvei Zion hanno rifiutato di commentare.

https://www.haaretz.com/israel-news/.premium.MAGAZINE-ex-attorney-general-discovers-settlers-took-his-family-s-sheikh-jarrah-home-1.9906666

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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