Rapporto OCHA 13 – 26 aprile 2021

Mag 2, 2021 | Rapporti Palestina OCHA

Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati

per il periodo  13 – 26 aprile 2021.

La versione in italiano dei rapporti ONU OCHA è a cura dell’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli: https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

Nota per chi ha poco tempo: gli aspetti salienti di ciascuna notizia sono scritti in grassetto

  di seguito il testo completo del Rapporto (965 parole)

Nella città di Gerusalemme, nel corso di molteplici episodi di violenza, sono rimasti feriti almeno 166 palestinesi e 20 israeliani, tra civili ed agenti di polizia. In scontri quotidiani, i palestinesi hanno lanciato pietre e bottiglie incendiarie e le forze israeliane hanno sparato lacrimogeni, granate sonore e proiettili di gomma. La violenza è stata particolarmente intensa il 22 aprile, dopo che civili israeliani avevano marciato verso la Porta di Damasco della Città Vecchia, cantando slogan anti-arabi e scontrandosi con palestinesi prima che entrambi i gruppi venissero dispersi dalle forze israeliane. Attacchi sparsi, sia ad opera di palestinesi che di civili israeliani, hanno incluso aggressioni fisiche, lancio di pietre ed incendio di automobili. Gli eventi si sono estesi alla maggior parte dei governatorati della Cisgiordania ed a Gaza, lungo la recinzione perimetrale con Israele (vedi più avanti). A Gerusalemme, 208 palestinesi, tra cui sette minori, sono stati arrestati, anche a seguito di segnalazioni di aggressione contro israeliani. Gli episodi di violenza sono iniziati il 13 aprile, la prima notte del Ramadan, dopo che le autorità israeliane avevano installato barriere metalliche fuori dalla Porta di Damasco, bloccando l’accesso a un’area pubblica dove, tradizionalmente, nel mese di Ramadan, i palestinesi si riuniscono la sera, dopo la l’interruzione del digiuno. La calma è ritornata il 25 aprile, quando le autorità israeliane hanno rimosso le barriere metalliche.

Nella Striscia di Gaza, a quanto riferito in collegamento con gli eventi di Gerusalemme, gruppi armati palestinesi hanno lanciato circa 45 razzi contro Israele. Sono seguiti attacchi aerei e bombardamenti israeliani sulla Striscia: una fattoria è stata danneggiata. Fonti israeliane hanno riferito che i razzi sarebbero stati lanciati per tre notti di seguito, tra il 23 e il 25 aprile: quattro persone, tra cui una donna incinta, hanno riportato lesioni cadendo mentre correvano verso i rifugi. Secondo quanto riferito, il lancio di razzi ha danneggiato un numero non precisato di edifici e veicoli. Il 25 aprile le autorità israeliane hanno ridotto, da 15 a 9 miglia nautiche, la zona di pesca consentita al largo della costa meridionale di Gaza; tra il 26 e il 28 aprile hanno vietato la navigazione a qualsiasi distanza dalla costa.

Sempre in relazione con gli eventi di Gerusalemme, centinaia di palestinesi di Gaza hanno partecipato a proteste notturne vicino alla recinzione israeliana che perimetra la Striscia. I manifestanti hanno bruciato pneumatici, lanciato pietre e si sono avvicinati alla recinzione; le forze israeliane hanno risposto con fuoco di avvertimento, ma non sono state riportati ferimenti. Secondo fonti israeliane, da Gaza verso Israele sarebbero stati lanciati anche palloni incendiari, senza causare danni.

Oltreché in Gerusalemme Est, in Cisgiordania 31 palestinesi sono stati feriti dalle forze israeliane [seguono dettagli]. Ventiquattro di essi, tra cui un bambino di tre anni, sono rimasti feriti in manifestazioni che, in solidarietà con le proteste di Gerusalemme, si sono svolte nelle città di Tulkarm, Betlemme e Al Bireh, e nei villaggi di Deir Sharaf e Al Lubban ash Sharqiya. Quattro persone sono rimaste ferite  nel villaggio di Kafr Qaddum (Qalqiliya) durante una protesta settimanale contro le attività di insediamento [colonico]; due in un’operazione di ricerca-arresto nel Campo Profughi di Aqbet Jaber; una ad At Tuwani (Hebron), negli scontri con coloni israeliani accompagnati da forze israeliane. Dei feriti, sedici sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno, sei sono stati colpiti da proiettili di gomma, cinque sono stati colpiti con proiettili veri e quattro sono stati aggrediti fisicamente.

In Cisgiordania le forze israeliane hanno effettuato 66 operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato 43 palestinesi. Di queste, 14 operazioni si sono svolte nel governatorato di Hebron e 12 in quello di Nablus.

In aree di Gaza adiacenti alla recinzione perimetrale e in mare, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento in almeno 18 occasioni, secondo quanto riferito, per far rispettare le restrizioni di accesso [imposte ai palestinesi]. In altre tre occasioni, le forze israeliane hanno effettuato la spianatura di terreni prossimi alla recinzione. Non sono stati segnalati feriti.

Per mancanza di permessi edilizi, le autorità israeliane hanno confiscato due strutture nella Comunità di Susiya (Hebron), compromettendo il sostentamento di una famiglia di otto persone. Il calo delle demolizioni e delle confische a cui si è assistito nelle ultime settimane è in linea con la prassi attuata, in precedenti anni, durante il mese di Ramadan (ad eccezione del 2020, quando furono prese di mira circa 40 strutture). Ad Al Walaja (Betlemme), sulla base del fatto che l’area era stata dichiarata [da Israele] “terra di stato”, le forze israeliane hanno distrutto con bulldozer 120 ulivi e mandorli di proprietà palestinese, oltre a terrazzamenti.

In Cisgiordania, oltre quanto accaduto nella città di Gerusalemme, coloni israeliani, noti o ritenuti tali, hanno ferito un palestinese e danneggiato decine di alberi di proprietà palestinese [seguono dettagli]. L’uomo ferito stava lavorando la sua terra vicino al villaggio di Al Khader (Betlemme) quando è stato attaccato, secondo quanto riferito, da una guardia di sicurezza di insediamenti colonici. Un altro uomo è stato aggredito fisicamente, ma non ferito, a Huwwara (Nablus). Circa 90 ulivi sono stati danneggiati in quattro diverse località; in altre tre località sono stati vandalizzati oltre 10 ettari di raccolti stagionali e, a quanto riferito, ulteriori danni sono stati arrecati a una casa in costruzione, a recinzioni, a muri di sostegno, a un cancello agricolo, oltre che a strutture idriche e ad automobili. A Wadi as Seeq (Ramallah), coloni israeliani hanno attaccato pastori palestinesi, provocando la morte di due pecore. A Mughayir al Abeed, coloni hanno lanciato pietre contro palestinesi, costringendoli a lasciare l’area, quindi hanno installato due tende ed hanno occupato una grotta per sette giorni, prima che le forze israeliane smontassero le tende e li costringessero ad uscire.

Inoltre, in Cisgiordania, oltre agli episodi riferiti alla città di Gerusalemme, palestinesi, noti o ritenuti tali, hanno causato danni a otto veicoli israeliani lanciando pietre. Gli episodi sono stati riportati da fonti israeliane.

Ultimi sviluppi (successivi al periodo di riferimento)

Il 29 aprile Israele ha rimosso le restrizioni, in vigore dal 25 aprile, relative alla zona di pesca consentita al largo della costa di Gaza [vedi sopra, al secondo paragrafo].

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