Hamas vuole davvero sradicare Israele? (No)

Mag 19, 2021 | Riflessioni

di James North,

Mondoweiss, 18 maggio 2021. 

Tom Friedman al Temple Emanu-El di New York nel settembre 2019. Schermata dal Jewish Broadcasting Service.

I principali resoconti dei media statunitensi sulla crisi attuale considerano come un dato di fatto che Hamas voglia sradicare Israele. L’altro giorno, il giornalista del New York Times Thomas Friedman ha chiamato Hamas

un’organizzazione islamo-fascista. . . che è dedicata alla distruzione dello Stato ebraico e all’imposizione in Palestina di un regime islamico simile a quello di Teheran. . .

Mettiamo da parte gli isterismi e rivolgiamoci a un vero studioso, Jerome Slater, che ha insegnato sul tema Israele / Palestina per 50 anni e che ha recentemente pubblicato il lavoro di una vita: “Mitologie senza fine: Stati Uniti, Israele e il conflitto arabo-israeliano dal 1917 al 2020 “.

Jerome Slater (per gentile concessione della Oxford University Press)

Slater ha guardato con calma i fatti, e questo è ciò che ha trovato. Riconosce che l’atto costitutivo originale di Hamas del 1988 era in realtà “apertamente antisemita e invocava la violenta distruzione di Israele”, ma dice che i dati mostrano che “già nel 2009”, l’organizzazione “ha iniziato ad allontanarsi” da quella posizione. I leader di Hamas hanno continuato a moderare la loro retorica, e poi, nel maggio 2017, l’organizzazione ha pubblicato una nuova carta costitutiva:

Ci sono ancora ambiguità e apparenti incongruenze, ma c’è stato un netto cambiamento: la nuova carta ha minimizzato il fondamentalismo religioso di quella originale, ha abbandonato il linguaggio antisemita e ha affermato che il movimento islamista non era in guerra con il popolo ebraico ma solo con il “sionismo” e con l’occupazione israeliana della Palestina.

Slater ha esaminato ulteriormente il documento e ha detto che Hamas stava anche suggerendo di poter accettare una soluzione a due stati. Non sarebbe la prima volta che un’organizzazione estremista modera le proprie opinioni sotto la pressione della realtà, e nessuno può garantire quanto Hamas sia sincera. Ma Slater continua ad affermare che le azioni dell’organizzazione negli ultimi anni dimostrano che non è impegnata in una guerra totale. Cita funzionari israeliani che hanno riconosciuto, ad esempio, che dopo l’attacco israeliano a Gaza terminato nel 2014 e fino al 2016, l’organizzazione “non aveva sparato un solo razzo, né un solo proiettile” dal territorio assediato.

Slater va anche più indietro e analizza come Hamas sia salito al potere a Gaza. Alla fine del 2005, l’amministrazione di George W. Bush fece pressioni sull’Autorità Palestinese perché tenesse le elezioni, perché era opinione diffusa che l’Autorità Palestinese avrebbe vinto facilmente. Invece, gli elettori palestinesi dettero ad Hamas la maggioranza in Parlamento. Gli Stati Uniti e Israele rifiutarono di accettare i risultati e promossero un colpo di stato militare a Gaza per rovesciare Hamas. Il tentativo di rovesciamento del giugno 2007 fallì e Hamas prese il pieno potere a Gaza. Slater osserva ironicamente:

Da allora, in Israele e negli Stati Uniti l’avvento al potere di Hamas è stato tipicamente descritto come “un colpo di stato” quando, in realtà, è stata una risposta al vero colpo di stato: le azioni degli Stati Uniti e dell’Autorità Palestinese dopo che la parte sbagliata aveva vinto le elezioni a Gaza.

Ovviamente la popolarità di Hamas di 14 anni fa potrebbe essersi dissipata oggi (sebbene ci siano rapporti aneddotici secondo cui anche gli abitanti di Gaza che si oppongono ad Hamas sostengono i suoi lanci di razzi dopo le provocazioni israeliane a Gerusalemme). E una teoria sul motivo per cui il leader dell’AP Mahmoud Abbas ha rinviato (di nuovo) le elezioni in Palestina programmate per il 22 maggio è che si era reso conto che Hamas lo avrebbe sconfitto.

Parte del mistero su Hamas che c’è nel mondo esterno è sicuramente dovuto al fatto che l’organizzazione è trattata come un paria. Ai diplomatici statunitensi è vietato dialogarci apertamente, il governo degli Stati Uniti la definisce un’organizzazione terroristica, e il New York Times e altri grandi media statunitensi raramente, se non mai, cercano di intervistare i suoi leader o di ascoltare i suoi sostenitori.

Intanto, a Jerome Slater va riconosciuto il merito di aver preso sul serio Hamas. Capisce che non si fa la pace con gli amici, ma con i nemici, e il primo passo deve essere scoprire chi sono veramente e cosa vogliono veramente questi nemici.

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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1 commento

  1. Sebastiano Comis

    Gaza 2004
    Lo sceicco Yassin rilascia un’intervista
    a Ha’aretz offrendo dieci anni di tregua
    a Israele, che subito rimedia
    uccidendo il pericoloso pacifista.

    Rispondi

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