Sondaggio: Barghouthi davanti ad Abu Mazen nella corsa presidenziale, mentre Fatah precede Hamas nel voto per il Consiglio Legislativo Palestinese

Apr 22, 2021 | Notizie

da: Jerusalem Media & Communications Centre e Friedrich Ebert Stiftung,

Sondaggio No. 97, 20 aprile 2021.

Ramallah – I risultati del più recente sondaggio di opinione pubblica condotto dal Jerusalem Media and Communications Center (JMCC) in collaborazione con il Friedrich Ebert Stiftung mostrano che Marwan Barghouthi (imprigionato) sarebbe in vantaggio sul presidente Abu Mazen se le elezioni presidenziali si tenessero con questi due candidati, oltre a Ismail Haniyeh.

I risultati del sondaggio, che si è tenuto tra il 3 e il 13 aprile, hanno mostrato che il 33,5% degli intervistati voterebbe per Marwan Barghouthi mentre il 24,5% voterebbe per Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il 10,5% voterebbe per Ismail Haniyeh e il 31,5% non aveva ancora una risposta. Nel frattempo, il 60,2% ha dichiarato di sostenere l’idea che Marwan Barghouthi partecipasse alla corsa per la presidenza, mentre il 19,3% ha dichiarato di non sostenere l’idea.

Importanza di tenere le elezioni

La maggioranza degli intervistati, il 79,2%, ha affermato che era importante tenere elezioni legislative in Palestina, contro il 14,3% che ha affermato che non era importante. Tuttavia, la maggioranza, il 44,4%, ha affermato di ritenere che le elezioni annunciate sarebbero state rinviate, contro il 38,6% che si aspettava che si tenessero in tempo. Per quanto riguarda la correttezza delle prossime elezioni, il 28,4% ha risposto di ritenere che sarebbero state eque, mentre il 35,2% ha affermato che sarebbero stato abbastanza eque e il 27,1% che non sarebbero state affatto eque.

Si prevede che l’affluenza alle urne sarà elevata nelle elezioni del Consiglio Legislativo, con il 74,2% degli intervistati che dichiara di voler votare, mentre il 25,8% ha affermato che la loro partecipazione sarà improbabile. Il 66% di coloro che hanno dichiarato di non votare ha giustificato la propria posizione affermando di non essere convinto che le elezioni o i candidati stessi potrebbero portare qualche beneficio, mentre il 20,7% ha affermato che la propria decisione è basata su motivi personali o tecnici.

Le elezioni presidenziali hanno prodotto risultati simili, con la maggioranza degli intervistati, l’80,9%, che ha affermato che era importante tenerle, mentre il 14,8% ha dichiarato che non era importante. Inoltre, il 78,3% ha dichiarato di voler partecipare alle elezioni presidenziali mentre il 21,7% ha dichiarato di non voler partecipare.

Fatah davanti ad Hamas

In risposta alla domanda su quale lista elettorale voterebbero alle elezioni previste per il mese prossimo, il 25,3% ha risposto che voterebbe per la lista di Fatah guidata da Mahmoud Aloul (23,1% in Cisgiordania e 28,7% nella Striscia di Gaza). Questo è stato seguito dal 13% che ha dichiarato che avrebbe votato per la Freedom List, guidata da Nasser Qudwa e Marwan Barghouthi (15% in Cisgiordania e 10,1% nella Striscia di Gaza). Segue poi la Future List, guidata da Samir Mashharawi, 8,8% (20,2% nella Striscia di Gaza e 1,1% in Cisgiordania), seguita dalla lista “Al Quds è il nostro destino”, guidata da Khalil Hayya, 8,2% ( 5,9% in Cisgiordania e 11,5% nella Striscia di Gaza), poi la lista “The People’s Pulse”, guidata da Ahmad Saadat, al 2,2% e la “Together We Can”, guidata da Salam Fayyad, al 2,1%. Va notato che il 23,5% ha dichiarato che non voterà, soprattutto in Cisgiordania (27,4% in Cisgiordania e 17,7% nella Striscia di Gaza).

Le età e le piattaforme dei candidati

Per quanto riguarda l’argomento controverso dell’età per candidarsi alle elezioni legislative, il sondaggio ha mostrato che la maggioranza degli intervistati, il 77,7%, ritiene che l’età per la candidatura più appropriata sia di 28 anni e oltre, mentre il 13,3% ha dichiarato che dovrebbe essere di 25 anni e oltre, il 3,4% di 20 e oltre e il 3,1% di 18 anni e oltre. Per quanto riguarda i criteri che avrebbero usato per la scelta dei candidati, il 27,3% ha affermato che erano le qualifiche professionali mentre il 23,4% si basava su qualifiche personali, il 15,7% sull’affiliazione politica, il 12,4% sul programma del partito e il 5,5% sulla religiosità.

Fiducia nelle fazioni e nei loro leader

Il sondaggio ha mostrato un aumento della fiducia in Fatah, che si attesta al 36,2% degli intervistati, rispetto al 28,2% di marzo 2019. Nel frattempo, la fiducia in Hamas è scesa al 7,3% dal 10,3% di marzo 2019, mentre la percentuale di persone che non si fidano di nessuno è scesa al 39,1% dal 41,1% del sondaggio di marzo 2019.

È interessante notare che Fatah ha ottenuto nella Striscia di Gaza un livello di fiducia più elevato che in Cisgiordania (43,9% nella Striscia di Gaza e 30,9% in Cisgiordania) così come Hamas (11,8% nella Striscia di Gaza e 4,2% nella Cisgiordania). Inoltre, la percentuale di chi non si fida di nessuno in Cisgiordania è stata superiore a quella della Striscia di Gaza (46,7% in Cisgiordania e 27,8% nella Striscia di Gaza).

Per quanto riguarda la fiducia nei leader, la fiducia nel presidente Mahmoud Abbas è salita al 14,5% dall’11,5% di marzo 2019. Allo stesso modo, la fiducia in Marwan Barghouthi è salita al 15,9% dall’8,4% di marzo 2019. Al contrario, il livello di fiducia in Ismail Haniyeh è sceso al 5,3% dal 6,3% di marzo 2019. Per quanto riguarda Mohammed Dahlan, il livello di fiducia tra gli intervistati in questo sondaggio è stato del 4,8%.

C’è una notevole discrepanza tra Cisgiordania e Striscia di Gaza quanto al livello di fiducia nei vari leader. Il 19,2% degli intervistati nella Striscia di Gaza ha affermato di avere fiducia nel presidente Mahmoud Abbas rispetto all’11,3% in Cisgiordania. Allo stesso modo, nella Striscia di Gaza il 7,8% ha dichiarato di fidarsi di Ismail Haniyeh rispetto al 3,6% in Cisgiordania. Intanto, Marwan Barghouthi gode di un livello di fiducia più elevato in Cisgiordania rispetto a Gaza (17,3% in Cisgiordania e 13,8% nella Striscia di Gaza) mentre Mohammed Dahlan ha un livello di fiducia più elevato tra gli intervistati nella Striscia di Gaza, all’11,3% rispetto allo 0,3% in Cisgiordania.

Elezioni statunitensi e israeliane e soluzione dei due stati

I risultati del sondaggio hanno mostrato un relativo ottimismo riguardo alla nuova amministrazione statunitense, con il 19,5% degli intervistati secondo i quali la politica del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden aumenterebbe le possibilità di raggiungere una pace giusta tra palestinesi e israeliani, rispetto al solo 5,1% che aveva risposto allo stesso modo dopo che l’ex presidente Trump era stato eletto nel 2017. Al contrario, il 27,3% ha affermato che la politica di Biden ridurrebbe le possibilità di pace, rispetto al 48,5% che aveva detto la stessa cosa dopo che Trump era stato eletto nel 2017. In questa stessa direzione, il 22,5% ha espresso il proprio ottimismo riguardo alla possibilità di raggiungere una soluzione al conflitto arabo-israeliano dopo l’insediamento del presidente Biden, mentre solo il 4,7% aveva espresso lo stesso ottimismo dopo che l’ex presidente Trump aveva prestato giuramento nel 2017. Ad ogni modo, il 23,4% ha dichiarato di essere più pessimista dopo l’insediamento di Biden e il 44,5% ha dichiarato che non avrebbe fatto alcuna differenza.

Nel frattempo, la minoranza degli intervistati, il 10,5%, si è detta ottimista sul fatto che le elezioni israeliane avrebbero un impatto positivo sulla causa palestinese, mentre il 42,9% ha dichiarato che avrebbero avuto un impatto negativo e il 34,2% ha dichiarato che non avrebbero avuto alcun impatto.

È chiaro dal sondaggio che non vi è alcun cambiamento degno di nota nella posizione dell’opinione pubblica riguardo a una soluzione politica alla causa palestinese. Il 39,3% (la stessa percentuale degli anni passati) ha affermato di ritenere che la soluzione dei due stati sia la migliore soluzione al conflitto israelo-palestinese, rispetto al 21,4% che ha affermato che lo stato binazionale sarebbe la soluzione migliore. Per quanto riguarda l’idea che Hamas si unisca alle istituzioni dell’OLP, gli intervistati erano divisi tra coloro che sostenevano l’idea, il 41,2%, e chi era contrario, il 36,2%, mentre il 15% ha dichiarato di non avere opinioni al riguardo.

Il governo e la pandemia di coronavirus

I risultati del sondaggio hanno mostrato una caduta nella valutazione del pubblico sulla gestione della pandemia da coronavirus da parte del governo, con una diminuzione della fiducia dal 95,8% di aprile dello scorso anno al 44,6% di aprile 2021. Inoltre, sembra che la durata della pandemia abbia esacerbato le sue ripercussioni sulla società, per cui il 51,8% degli intervistati ha affermato che la violenza domestica è aumentata mentre solo il 20,1% aveva detto la stessa cosa lo scorso aprile.

Per quanto riguarda l’accettazione del vaccino COVID-19, la maggior parte degli intervistati, il 45,7%, ha affermato che prenderebbe il vaccino se fosse disponibile, mentre il 39,3% ha dichiarato che non lo prenderebbe e il 15% ha detto di essere ancora indeciso. È interessante notare che una minoranza di intervistati nella Striscia di Gaza, il 30,5%, ha affermato che prenderebbe il vaccino se reso disponibile, contro il 55,9% in Cisgiordania.

Apparentemente, la pandemia e le sue ripercussioni economiche hanno aumentato l’interesse dei cittadini per la sicurezza sociale, con la maggioranza degli intervistati, il 97,4%, che ha affermato che era importante per il governo offrire un programma di sicurezza sociale. In risposta alla domanda sul loro sostegno a una legge sulla sicurezza sociale alla luce della pandemia di coronavirus, la maggioranza, il 90,8%, ha dichiarato di sostenerla mentre il 7,5% si è dichiarato contrario.

Performance del governo e dell’Autorità Palestinese

Il 52,4% degli intervistati ha espresso la propria soddisfazione per le prestazioni del governo rispetto al 38,6% che si è dichiarato insoddisfatto. Ciò rappresenta una battuta d’arresto rispetto allo scorso giugno, quando il 71,6% si era dichiarato soddisfatto della performance del governo rispetto al 28,4% che si era dichiarato insoddisfatto. Per quanto riguarda il primo ministro Mohamad Ishtayeh, il 25,6% ha detto che stava facendo un buon lavoro, mentre il 41,3% ha detto che stava facendo un lavoro medio e il 22,3% ha detto che stava facendo un pessimo lavoro. Sul presidente Mahmoud Abbas, la metà degli intervistati, il 50,3%, si è detta soddisfatta della sua prestazione mentre il 42% ha dichiarato di non essere soddisfatto.

Metodologia del sondaggio

Un campione casuale di 1200 persone di età superiore ai 18 anni è stato intervistato faccia a faccia in tutta la Cisgiordania e nella Striscia di Gaza tra il 3 e il 13 aprile 2021. Le interviste sono state condotte in case selezionate casualmente e anche gli intervistati all’interno di ciascuna casa sono stati selezionati in modo casuale secondo le tabelle di Kish. Le interviste sono state condotte in 134 punti di campionamento scelti casualmente in base alla popolazione.

http://www.jmcc.org/

Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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