Questo è nostro – e questo pure: la politica di insediamento di Israele in Cisgiordania

Mar 17, 2021 | Notizie, Riflessioni

Sintesi del rapporto congiunto B’Tselem – Kerem Navot,

marzo 2021. 

L’insediamento di Eli visto dal villaggio di Qaryut. Dror Etkes, Kerem Navot, 23 febbraio 2021.

Lo Stato di Israele impone un regime di supremazia ebraica nell’intera area tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Il fatto che la Cisgiordania non sia stata annessa formalmente non impedisce a Israele di trattarla come se fosse suo territorio, in particolare quando si tratta delle enormi risorse che Israele investe nello sviluppo degli insediamenti e nella creazione di infrastrutture per servire i loro residenti. Questa politica ha consentito la creazione di più di 280 insediamenti e avamposti ora popolati da più di 440.000 cittadini israeliani (esclusa Gerusalemme Est). Grazie a questa politica, più di mezzo milione di ettari di terra palestinese sono stati rubati, con mezzi ufficiali e non ufficiali; la Cisgiordania è attraversata da strade che collegano gli insediamenti tra loro e con il territorio sovrano di Israele, a ovest della Linea Verde; e l’area è costellata di zone industriali israeliane. Tutto ciò ha trasformato la geografia della Cisgiordania in modo irriconoscibile nel corso dei decenni.

Il rapporto da noi elaborato affronta i meccanismi finanziari, legali e di pianificazione che le autorità israeliane impiegano da più di mezzo secolo per consentire la creazione e l’espansione degli insediamenti e per sostenerli. Il rapporto si concentra su due aspetti chiave:

Primo, lo sforzo investito da varie autorità statali per incoraggiare gli Ebrei a trasferirsi negli insediamenti e sviluppare iniziative economiche dentro e intorno ad essi. Lo stato offre una serie di vantaggi e incentivi ai coloni e agli insediamenti, attraverso canali ufficiali e non ufficiali, qui esaminati in dettaglio. I benefici abitativi sono i più significativi, consentendo alle famiglie prive di capitali o di sostanziali fonti di reddito di acquistare case negli insediamenti. Questi benefici spiegano, in buona parte, la rapida crescita della popolazione nei grandi insediamenti ultraortodossi in Cisgiordania come Modi’in Illit e Beitar Illit. Inoltre, ai residenti di circa 30 insediamenti, alcuni dei quali benestanti, vengono offerti vantaggi fiscali significativi fino a 200.000 NIS (~ 60.500 US$) per contribuente.

Ulteriori vantaggi e incentivi sono offerti alle zone industriali della Cisgiordania, tra cui tasse fondiarie scontate e sussidi per l’occupazione. Questi incentivi portano a una crescita costante del numero di fabbriche negli insediamenti. Israele incoraggia gli Ebrei a creare anche nuovi avamposti, che operano come fattorie agricole e consentono un’ampia acquisizione di terreni agricoli e di pascoli palestinesi. Negli ultimi dieci anni sono state create 40 aziende agricole di questo tipo, che hanno effettivamente rilevato migliaia di ettari.

In secondo luogo, il rapporto analizza l’impatto spaziale di due blocchi di insediamenti che attraversano la Cisgiordania. Un blocco, costruito a sud di Betlemme, si estende dagli insediamenti urbani di Beitar Illit ed Efrat a ovest e gli insediamenti appartenenti al Consiglio regionale di Gush Etzion, che circondano Betlemme e i villaggi circostanti, fino all’insediamento di Nokdim e dei suoi dintorni sul bordo del deserto della Giudea, a est. L’altro blocco si trova al centro della Cisgiordania ed è costituito dagli insediamenti di Ariel, Rehelim, Eli, Ma’ale Levona, Shilo e dagli avamposti costruiti intorno a loro. Anche questo blocco attraversa la Cisgiordania, raggiungendo le colline che si affacciano sulla Valle del Giordano.

Israele dedica sforzi incessanti per aumentare la popolazione in questi due blocchi e per estendere la loro dimensione geografica. Questo viene ottenuto pianificando nuovi quartieri, sviluppando infrastrutture e preparando piani e riserve di terra per la costruzione e lo sviluppo futuri. Questi interventi hanno già portato a un aumento del tasso di crescita della popolazione nell’ultimo decennio in entrambi i blocchi. La popolazione di Efrat dovrebbe raddoppiare, se non triplicare, nei prossimi decenni. Si prevede che la popolazione di Beitar Illit crescerà di 20.000 coloni e quella di Ariel di circa 8.000.

L’impatto dei due blocchi si estende ben oltre le loro aree edificate (che coprono circa 2.000 ettari) e la dimensione della loro popolazione (un totale di circa 121.000 coloni). La loro esistenza soffoca ogni possibilità di sviluppo sostenibile per i Palestinesi nell’area e ha un impatto diretto sui mezzi di sussistenza e sul futuro di decine di migliaia di Palestinesi in dozzine di comunità.

• Il blocco a sud di Betlemme si estende dalla Linea Verde a ovest fino al confine del deserto della Giudea a est, delimitando i confini municipali meridionali di Gerusalemme – comprese parti della Cisgiordania che Israele ha annesso poche settimane dopo l’occupazione – e si estende a sud fino al campo profughi di al-‘Arrub. Gli insediamenti e gli avamposti in questo blocco spezzano lo spazio palestinese, tagliando l’area di Betlemme dall’area di Gerusalemme a nord e da Hebron e dintorni a sud. Frammentano inoltre la stessa area di Betlemme, trasformando i villaggi in isole separate, impedendo il futuro sviluppo della città e controllando la Route 60, la principale arteria di traffico che attraversa la Cisgiordania da nord a sud e collega Gerusalemme, Betlemme e la Cisgiordania meridionale.

• Il blocco centrale taglia in due la Cisgiordania da ovest a est, interrompendo la contiguità di una serie di comunità palestinesi. Gli insediamenti di Eli e Shilo e gli avamposti intorno a loro sono stati costruiti in una delle aree più popolose e fertili della Cisgiordania, che è stata per generazioni un centro rurale palestinese, con i residenti che facevano affidamento sulla coltivazione intensiva della terra per il loro sostentamento. I coloni in quest’area hanno gradualmente e ostinatamente espropriato i Palestinesi di centinaia di ettari di terreni agricoli, privandoli dei loro mezzi di sussistenza.

In seguito alla creazione di questi due blocchi di insediamenti, i Palestinesi hanno perso l’accesso a centinaia di ettari di terra agricola, sia direttamente (in aree dichiarate “terra di stato” o chiuse per ordine militare) o come risultato dell’effetto agghiacciante della violenza dei coloni sostenuti dallo stato, che scoraggia molti Palestinesi dal tentare di accedere alla loro terra. Intorno agli insediamenti di Tekoa e Nokdim, i Palestinesi hanno perso l’accesso ad almeno 1.000 ettari. Nelle vicinanze di Shilo, Eli e dei loro avamposti satellitari, il loro accesso ad almeno 2.650 ettari è impedito.

Il rapporto dovrebbe essere letto alla luce del documento di B’Tselem pubblicato di recente in cui si afferma che il regime israeliano, che si sforza di promuovere e perpetuare la supremazia ebraica nell’intera area tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo, è un regime di apartheid. La politica del regime di giudaizzare lo spazio non si limita ai due blocchi di insediamenti discussi in questo rapporto. È messa in atto in tutta l’area, in base all’idea che la terra è una risorsa destinata principalmente a beneficio della popolazione ebraica. Di conseguenza, la terra viene utilizzata per sviluppare ed espandere gli insediamenti ebraici esistenti e costruirne di nuovi, mentre i Palestinesi vengono espropriati e rinchiusi in piccole enclave affollate. Questa politica è stata praticata dal 1948 all’interno del territorio israeliano sovrano e poi applicata ai Palestinesi nei territori occupati dal 1967.

I coloni attaccano i raccoglitori di olive a Huwarah, distretto di Nablus. Video: Muhammad Fawzi, 7 ottobre 2020.

Anche se l’annessione de jure della Cisgiordania può essere stata accantonata, ciò è irrilevante nella pratica – come il rapporto dimostra ancora una volta. Lavori di costruzione e di infrastrutture sono stati recentemente realizzati in Cisgiordania su una scala che non si vedeva da decenni. Questo sviluppo su larga scala è progettato per facilitare un altro significativo aumento del numero di coloni che vivono in Cisgiordania, numero che i leader degli insediamenti prevedono raggiungerà il milione nel prossimo futuro.

Questo massiccio investimento rafforza ulteriormente la presa di Israele sulla Cisgiordania, svelando chiaramente i piani a lungo termine del regime. Questi includono il consolidamento della posizione di milioni di Palestinesi come soggetti a cui vengono negati diritti e protezione, che sono privati ​​di ogni capacità di decidere il proprio futuro e costretti a vivere in enclave disconnesse, in declino, economicamente represse. Sono costretti a guardare mentre vengono espropriati di sempre più terra, mentre vengono costruite comunità e infrastrutture per i cittadini ebrei. Due decenni dall’inizio del 21° secolo, Israele sembra più determinato che mai a continuare a sostenere e perpetuare anche nei prossimi decenni un regime di apartheid in tutta l’area sotto il suo controllo.

https://www.btselem.org/publications/202103_this_is_ours_and_this_too

Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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