Visitare Dubai è come stare a guardare uno stupro di gruppo

Dic 1, 2020 | Notizie

di Amalia Rosenblum,

Haaretz, 30 nov 2020. 

Una fitta coltre di nebbia mattutina avvolge parzialmente i grattacieli dei quartieri di Marina e Jumeirah Lake Towers di Dubai, Emirati Arabi Uniti. Kamran Jebreili, AP

Dubai è uno dei centri più feroci e più conosciuti della moderna schiavitù e del traffico di esseri umani. Sotto la facciata scintillante di un paradiso nel deserto si nasconde un sistema crudele e letale di reclutamento, trasporto, trasferimento, rapimento e truffa di esseri umani –per lo più donne­– mediante la minaccia della forza, o anche l’uso effettivo della forza o di altri modi di coercizione. Lo scopo del sistema è lo sfruttamento a scopo di prostituzione, altri tipi di sfruttamento sessuale, lavoro forzato o impiego in condizioni di schiavitù.

Negli Emirati Arabi Uniti ci sono oltre 8 milioni di migranti per lavoro, che costituiscono oltre il 95 per cento della forza lavoro privata del Paese. Lavorano per uno stipendio molto basso, nell’edilizia o come servitori in vari campi. La maggior parte di questi lavoratori è vittima della tratta di esseri umani o del lavoro forzato.

Quindi, un attimo prima di fare le valigie, è importante sapere che gli hotel scintillanti di Dubai, gli sbalorditivi centri commerciali e le spiagge perfette sono costruiti e mantenuti da persone i cui diritti umani fondamentali sono stati soppressi con mezzi violenti. Arrivano negli Emirati da paesi in cui non sono in grado di procurarsi da vivere (alcune donne scappano da regioni devastate dalla guerra come l’Iraq) e nella maggior parte dei casi pagano forti tasse in cambio del diritto di entrare nel paese.

Persone che indossano mascherine facciali a causa del coronavirus al Global Village di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, 17 novembre 2020. AHMED JADALLAH / REUTERS

Ma dal momento in cui entrano, vengono sostanzialmente sequestrati e in realtà diventano schiavi: vengono loro sottratti i passaporti, i loro “datori di lavoro” cambiano i contratti unilateralmente, subiscono abusi fisici e sessuali e lo stipendio promesso come esca non viene pagato. Molte donne vengono sequestrate per l’industria del sesso.

Esteriormente, i governi degli Emirati Arabi Uniti ogni tanto fanno un gesto di disapprovazione e occasionalmente espellono un magnaccia che è stato catturato, ma in realtà i trafficanti di donne lavorano sotto la protezione del governo che si spaccia come un paradiso dei consumatori, dove anche gli esseri umani sono un bene di consumo. Questi abusi sono diffusi dappertutto e vengono documentati continuamente. Ci sarà pure un motivo per il fatto che, dal 2017, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha riconosciuto ancora una volta che gli Emirati Arabi Uniti non soddisfano gli standard minimi nella lotta contro la tratta di esseri umani.

Anche il Parlamento Europeo ha annunciato quest’anno – pochi mesi prima della firma del festoso accordo di pace e l’inizio del festival del turismo e dei progetti di cooperazione tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti – che “molti paesi del Medio Oriente non stanno implementando gli standard internazionali per combattere la tratta. Paesi come il Bahrain, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Libano sono considerati i peggiori trasgressori … Lo sviluppo più allarmante a cui abbiamo assistito è il traffico di donne allo scopo di ridurle in schiavitù “.

Una donna passa davanti al ritiro bagagli per gli arrivi da Tel Aviv all’aeroporto di Dubai negli Emirati Arabi Uniti, il 26 novembre 2020. KARIM SAHIB – AFP

Un’indagine condotta lo scorso anno e trasmessa dalla televisione greca ha rivelato le violenze e i crimini che avvengono con la piena consapevolezza delle autorità. I redattori dell’inchiesta hanno stimato che nella sola Dubai ci sono 45.000 donne intrappolate nella rete della prostituzione. Non solo le donne sono oggetto di commercio, ma lo sono anche molti adolescenti, che forniscono servizi sessuali a clienti provenienti da tutto il mondo, visitatori della “Las Vegas del Medio Oriente”.

In altre parole, uno dei principali progetti di cooperazione recentemente avviati tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti è la fornitura di clienti per la prostituzione da parte di Israele e servizi di prostituzione da parte di Dubai. A quanto pare, molti degli uomini israeliani che in questi giorni stanno visitando Dubai in veste di uomini d’affari ne sono ben consapevoli. Ma chi non è disposto a collaborare con l’industria dello sfruttamento deve sapere che un viaggio a Dubai –e certamente lavorare “con Dubai”– è come stare a guardare durante uno stupro di gruppo.

https://www.haaretz.com/middle-east-news/.premium-visiting-dubai-is-like-standing-on-the-sidelines-during-a-gang-rape-1.9335739

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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