Sinistra israeliana, unisciti ai Palestinesi nel sentirti tradita

Set 19, 2020 | Riflessioni

di Zvi Bar’el

Haaretz, 16 settembre 2020

Palestinesi in protesta a Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale, contro gli accordi di normalizzazione israeliani con gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, 15 settembre 2020. SAID KHATIB / AFP

È difficile inghiottire questa pace con Emirati Arabi Uniti e Bahrein. La cerimonia della firma di martedì alla Casa Bianca è sembrata praticamente lo Yom Kippur della sinistra. Cos’è successo insomma? Abbiamo firmato un accordo con orribili dittature, governanti corrotti, paesi che non sono degli stati nemici, e anche dopo tutto ciò, non siamo stati in grado di sbarazzarci della gomma palestinese attaccata alla suola delle nostre scarpe.

Perché non siamo riusciti a trovare paesi più democratici e leader più illuminati con cui firmare accordi di pace, come avvenne con l’ex presidente egiziano Anwar Sadat, l’ex re giordano Hussein o l’ex leader dell’OLP Yasser Arafat – o almeno come l’attuale presidente egiziano Abdel-Fattah al- Sissi, l’attuale leader dell’OLP Mahmoud Abbas o l’attuale re giordano Abdullah? Come siamo caduti in questa trappola, in cui un leader israeliano onesto e dignitoso, un esempio di comportamento etico, umiltà e modestia, ha accettato di stringere la mano ai simboli della corruzione e della tirannia nella regione?

Le lamentele dei critici danno la sensazione che non siano stati i Palestinesi a essere stati traditi da questi istigatori arabi dell’accordo. Piuttosto, sembra che questi ultimi abbiano mandato la loro freccia avvelenata direttamente nel cuore tenero della sinistra israeliana, che a quanto pare è disposta a rinunciare a tutta questa inutile cerimonia perché è caduta nel grembo oscuro del primo ministro Benjamin Netanyahu.

“Sì, questa è una pace importante, storica, la prima in 26 anni … ma perché l’ha fatta Bibi?” dicono. E se è Bibi, allora cosa ha pagato alle nostre spalle? Come ha fatto a ingannarci senza che ce ne accorgessimo? E, cosa ancora più importante, come è possibile che gli stati arabi abbiano distrutto il paradigma che ha servito fedelmente gli argomenti della sinistra per generazioni – cioè che non ci sarà pace con gli stati arabi fino alla fine del conflitto israelo-palestinese?

Sia la sinistra che la destra hanno dimenticato che la pace con l’Egitto ha creato la prima crepa in questa visione. Ma quello sembrava un evento unico, che ha portato l’Egitto a pagare il pesante prezzo di essere boicottato per anni dagli altri stati arabi.

Poi è arrivato l’accordo con la Giordania, l’ambasciata in Mauritania e gli uffici commerciali in Marocco, Tunisia e Qatar. Anche la Siria ha condotto negoziati con Israele. E tutto questo è avvenuto senza che Israele si ritirasse di un solo centimetro dai territori e senza alcun compenso per i Palestinesi.

E ora? È un disastro. Uno dopo l’altro, gli Stati del Golfo stanno cadendo nella “trappola” della destra israeliana.

I rappresentanti dei vari paesi mostrano la loro copia degli accordi firmati mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump osserva la cerimonia. Washington, Stati Uniti, 15 settembre 2020. TOM BRENNER / REUTERS

Si può capire questa frustrazione, ma non è necessario condividerla. Gli Stati del Golfo che hanno firmato o firmeranno accordi di pace con Israele non negano l’esistenza della questione palestinese. Tuttavia, stanno eliminando il collegamento tra la pace dei paesi arabi con Israele e una soluzione del suo conflitto con i Palestinesi.

Con questo passo decisivo, hanno annunciato che il problema palestinese è un problema di Israele. Sono disposti ad aiutare a risolverlo, ma non sono più disposti a servire come scusa per la riluttanza di Israele a negoziare con la leadership palestinese.

Questi stati hanno interessi propri che convergono nella capitale degli Stati Uniti. Sulla mappa del nuovo Medio Oriente, in cui il termine stesso “Medio Oriente” viene gradualmente smantellato nelle sue parti componenti, il sostegno di una superpotenza è essenziale. E se la strada per ottenerla richiede di fare la pace con Israele per compiacere un presidente americano instabile – o per garantire che qualsiasi presidente che lo sostituisca sosterrà i loro interessi – allora così sia.

I critici dei nuovi accordi di pace, che sostengono che gli accordi minano le possibilità di pace con i Palestinesi, dovrebbero calmarsi. Le possibilità di una tale pace non erano alte fin dall’inizio.

Inoltre, la ragione per cui le speranze di pace sono diminuite ulteriormente è che la sinistra e il centro non sono riusciti a formare un governo. Al contrario, alcuni dei loro rappresentanti sono stati trascinati nel governo di Netanyahu e hanno persino sostenuto l’annessione di parti della Cisgiordania. Il principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed e il re del Bahrein Hamad bin Isa non hanno colpa di tutto ciò.

Ma non tutto è perduto. La questione palestinese, l’occupazione e gli insediamenti non vanno da nessuna parte. Continueranno a plasmare le caratteristiche di Israele, ad alimentare il suo razzismo, a nutrire la sua violenza e a deformare la sua cultura.

Così, invece di criticare gli accordi con gli stati arabi, la sinistra e il centro dovrebbero riformulare le loro posizioni sul conflitto, presentare un coraggioso piano diplomatico, convincere l’opinione pubblica e prepararsi a fondo per le prossime elezioni.

https://www.haaretz.com/opinion/.premium-israeli-leftists-join-the-palestinians-in-feeling-betrayed-1.9160026

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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