Come Bernie Sanders è arrivato a dire la sua in una dimostrazione anti-annessione a Tel Aviv

Giu 11, 2020 | Notizie

Per molti dei dimostranti in Rabin Square sabato sera, l’apparizione del senatore americano – nel bel mezzo di una crisi nazionale in USA – è stata una piacevole sorpresa.

di Amir Tibon

Haaretz, 8 giugno 2020

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Il senatore del Vermont Bernie Sanders parla a Washington, 15 marzo 2020, Kevin Lamarque/Reuters

Le migliaia di dimostranti che si sono riuniti in Rabin Square a Tel Aviv sabato sera per manifestare contro il piano del governo per l’annessione della Cisgiordania, sono rimasti sorpresi a vedere un viso familiare che parlava dallo schermo gigante al fondo della piazza: il senatore del Vermont Bernie Sanders.

Sanders ha inviato un discorso a sostegno della manifestazione, con un video nel quale ha detto che l’annessione “deve essere fermata”. Ha aggiunto che “Mai come in questi giorni difficili è stato così importante agire per la giustizia e lottare per il futuro che tutti ci meritiamo. Tocca a tutti noi resistere contro leader autoritari e costruire un futuro di pace per ogni Palestinese e ogni Israeliano.

Per molti manifestanti l’apparizione di Sanders –nel bel mezzo di una crisi nazionale negli Stati Uniti– è stata una piacevole sorpresa, che ha sottolineato quanto sia importante la questione israelo-palestinese per il vecchio senatore ebreo ed ex contendente alle presidenziali democratiche.

Il consigliere di Sanders per la politica estera, Matt Duss, ha detto ad Haaretz domenica che il discorso del senatore era stato organizzato dietro richiesta dell’ufficio del parlamentare Ayman Odeh, presidente della Join List dei partiti arabi, così come dell’ufficio dell’altra parlamentare Aida Touma-Sliman, che è pure membro della Join List. Secondo Duss, il senatore era onorato di ricevere l’invito e ha deciso di accettare perché “questo è ciò che significa lottare per un futuro condiviso”.

Odeh e Sanders si erano incontrati per la prima volta nel febbraio 2017, quando Odeh aveva visitato Washington per presiedere la conferenza di quell’anno di J Street. Si incontrarono ancora nell’autunno del 2019: “Il loro rapporto è parte di un più ampio dialogo in corso tra Israeliani, Americani e Palestinesi che sono impegnati nella creazione di società più democratiche e giuste, sia là che qui. Non solo loro due, in quanto leader, ma anche molti attivisti e altre persone sono coinvolti nella lotta e sono alla ricerca dei modi migliori per lavorare insieme.”

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Migliaia di manifestanti contro l’annessione israeliana di parti della Cisgiordania, Tel Aviv, 6 giugno 2020, Ofer Vaknin

”Quando si parla delle relazioni tra USA e Israele, sentiamo spesso l’espressione ‘valori condivisi’ e io penso che l’approccio progressista riguardo a queste relazioni è chiedersi: quali sono questi valori e con chi li condividiamo?”, ha detto Duss, aggiungendo che Sanders considera Odeh e gli altri membri della Joint List, come alleati nella lotta per la giustizia, l’eguaglianza e i diritti umani.

Il senatore “si rende conto dei grandi pericoli dell’annessione, che consoliderà la realtà di un unico stato non-democratico e renderà l’occupazione permanente” ha detto Duss. “Sanders pensa che è importante per i leader americani pronunciarsi contro questa idea e sostenere coloro che in Israele stanno cercando di fermarla”.

Parlando alla manifestazione di sabato, Odeh ha detto: “Siamo ad un bivio. Una strada porta ad una società unita con una reale democrazia, e uguaglianza civile e nazionale per i cittadini arabi… L’altra strada porta all’odio, alla violenza, all’annessione e all’apartheid… Noi siamo qui in Rabin Square per scegliere la prima strada”. “Non esiste una democrazia per i soli Ebrei” ha aggiunto Odeh.

“Come Martin Luther King e i suoi sostenitori negli Stati Uniti, dobbiamo renderci conto che senza giustizia non c’è pace. E non ci sarà giustizia sociale se non si mette fine all’occupazione”, ha detto Odeh.

Netanyahu ha fissato al primo luglio la data per dare inizio all’annessione di parti della Cisgiordania. Questa settimana ha cercato di rassicurare i leader dei coloni che l’annessione sarebbe stata portata avanti indipendentemente dal piano per il Medio Oriente del Presidente USA Donald Trump. Nelle settimane passate, i coloni si erano opposti alle condizioni previste nel piano Trump, cioè un congelamento dell’espansione degli insediamenti, e l’isolamento di circa 15 insediamenti all’interno dei territori di un futuro stato palestinese, alla cui costituzione essi ugualmente si oppongono.

https://www.haaretz.com/us-news/.premium-how-bernie-sanders-came-to-speak-at-an-israeli-anti-annexation-rally-1.8903651

Traduzione di Simonetta Madussi – AssopacePalestina

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