Undici ambasciatori europei mettono in guardia Israele contro l’annessione della Cisgiordania

Mag 2, 2020 | Notizie

I rappresentanti di Regno Unito, Francia, Germania, Italia ed altri stati europei dicono che questa mossa violerebbe la legge internazionale e pregiudicherebbe la stabilità regionale e la reputazione internazionale di Israele

dalla Redazione del Times of Israel

1 maggio 2020

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Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu indica una mappa della Valle del Giordano e rilascia una dichiarazione in cui promette di estendere la sovranità israeliana alla Valle del Giordano e alla zona settentrionale del Mar Morto, Ramat Gan, 10 settembre 2019. (Menahem Kahana / AFP)

Undici ambasciatori europei in Israele giovedì [30 aprile] hanno avvertito Gerusalemme di gravi conseguenze se porterà avanti i piani per annettere parti della Cisgiordania come previsto nell’accordo di coalizione governativa.

Secondo quanto riferito da Channel 13, gli inviati di Regno Unito, Germania, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Italia, Spagna, Svezia, Belgio, Danimarca, Finlandia e UE hanno presentato un’obiezione formale al Ministero degli Esteri.

Gli ambasciatori hanno protestato durante una videoconferenza con la vice-direttrice per l’Europa del Ministero degli Esteri israeliano, Anna Azari.

“Siamo molto preoccupati per la clausola dell’accordo di coalizione che apre la strada all’annessione di parti della Cisgiordania. L’annessione di qualsiasi parte della Cisgiordania costituisce una chiara violazione del diritto internazionale”, hanno affermato gli ambasciatori. “Tali misure unilaterali danneggerebbero gli sforzi per riattivare il processo di pace e avrebbero gravi conseguenze per la stabilità regionale e per la posizione di Israele sulla scena internazionale”.

Gli ambasciatori hanno anche chiesto un congelamento dei piani del governo per consentire la costruzione del quartiere Givat Hamatos a Gerusalemme Est.

Sempre giovedì 30, la Lega Araba ha dichiarato, durante una conferenza virtuale presieduta dal Cairo, che la prevista annessione costituisce un “nuovo crimine di guerra” contro i Palestinesi.

“L’attuazione dei piani per annettere qualsiasi parte dei territori palestinesi occupati nel 1967, compresa la Valle del Giordano … e le terre su cui si trovano gli insediamenti israeliani, rappresenta un nuovo crimine di guerra … contro il popolo palestinese”, hanno detto i ministri degli Esteri arabi in una dichiarazione congiunta.

La Lega Araba ha anche sollecitato gli Stati Uniti a “ritirare il proprio sostegno all’attuazione dei piani del governo israeliano”.

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L’insediamento di Ma’ale Efraim sulle colline della Valle del Giordano. 18 febbraio 2020. (AP / Ariel Schalit)

Lunedì 27 aprile, gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a riconoscere l’annessione israeliana di parti strategiche della Cisgiordania, ma hanno dichiarato che l’offerta era subordinata all’offerta di uno stato ai Palestinesi.

“Come abbiamo sempre detto chiaramente, siamo pronti a riconoscere le azioni israeliane per estendere la sovranità israeliana e l’applicazione della legge israeliana alle aree della Cisgiordania che il piano prevede che facciano parte dello Stato di Israele”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato USA quando gli è stato chiesto se gli Stati Uniti avrebbero consentito al nuovo governo israeliano di andare avanti con il processo di annessione.

“L’annessione avverrebbe nel contesto di un’offerta ai Palestinesi di un loro stato, in base a specifici termini, condizioni e dimensioni territoriali, oltre a un generoso sostegno economico. Questa è un’occasione senza precedenti e sarebbe di grande beneficio per i Palestinesi”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato.

I Palestinesi hanno rifiutato di negoziare con l’amministrazione Trump, ritenendola troppo di parte. Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha minacciato la settimana scorsa di annullare tutti gli accordi con Israele e Stati Uniti se Israele porterà avanti i suoi piani di annessione.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha presentato a gennaio un piano di pace per risolvere il conflitto israelo-palestinese.

Rifiutato dai Palestinesi e condannato da gran parte della comunità internazionale, il piano dà a Israele il via libera per annettere gli insediamenti ebraici e altri territori strategici della Cisgiordania.

L’accordo per il governo di coalizione israeliano raggiunto la scorsa settimana include una procedura per l’attuazione, a partire dal 1° luglio, delle annessioni delineate nel piano Trump.

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Il leader del partito Blu e Bianco Benny Gantz (a sinistra) e il primo ministro Benjamin Netanyahu firmano il loro accordo per il governo di coalizione. 20 aprile 2020. (GPO)

Secondo la proposta degli Stati Uniti, ai Palestinesi verrebbe concesso uno stato sovrano ma smilitarizzato nelle restanti parti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, insieme alla promessa di importanti investimenti.

La capitale dello stato palestinese sarebbe alla periferia di Gerusalemme, mentre la città rimarrebbe pienamente sotto la sovranità israeliana.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato domenica di essere “fiducioso” che Trump gli permetterà di mantenere la sua promessa elettorale di applicare la sovranità israeliana su parti della Cisgiordania “tra un paio di mesi”.

Secondo i termini dell’accordo per il “governo di emergenza” tra il partito Likud di Netanyahu e il partito Blu e Bianco di Benny Gantz, a partire dal 1° luglio 2020, Netanyahu “potrà presentare per l’approvazione del governo e/o della Knesset l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti per l’applicazione della sovranità israeliana [sulla Cisgiordania]. “

Inoltre, “la legge sarà approvata il più rapidamente possibile … e non sarà interrotta o ritardata dai presidenti del Parlamento o delle commissioni Affari Esteri e Difesa”.

L’accordo Netanyahu-Gantz prevede che qualsiasi azione israeliana deve avere il sostegno degli Stati Uniti e deve tenere conto dei trattati di pace di Israele con i vicini Giordania ed Egitto, gli unici due stati arabi che hanno formali trattati di pace e relazioni diplomatiche con Israele.

La base di destra di Netanyahu è ansiosa di andare avanti rapidamente con l’annessione, finché l’amministrazione amica di Trump è ancora in carica.

Israele occupò la Cisgiordania e Gerusalemme Est dalla Giordania durante la guerra dei sei giorni del 1967. I Palestinesi reclamano quei territori come parte di un futuro stato indipendente. L’annessione degli insediamenti in Cisgiordania scatenerebbe le ire dei Palestinesi e dei vicini arabi di Israele.

https://www.timesofisrael.com/11-european-ambassadors-warn-israel-against-west-bank-annexation/

Traduzione di Donato Cioli – Assopace Palestina

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