Covid-19, violenza contro le donne e conseguenze economiche in Palestina

Mag 12, 2020 | Riflessioni

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Women’s Center for Legal Aid and Counselling (WCLAC)

[Centro delle Donne per l’Aiuto Legale e l’Assistenza]

“Più della metà della popolazione mondiale potrebbe esser ridotta a vivere in condizioni di povertà a seguito della pandemia. I lavoratori più poveri delle nazioni ricche o meno ricche avranno minori probabilità di avere un impiego formale, godere di tutele lavorative come la retribuzione in caso di malattia o essere in grado di lavorare da casa. Le donne, che sono in prima linea nella risposta al coronavirus, sono probabilmente le più colpite finanziariamente.” (Rapporto Oxfam su COVID-19 e sul suo impatto sulla povertà nel mondo, 9 aprile 2020)

Aprile in cifre

Dal 1 al 30 aprile, mentre nuovi casi di COVID-19 continuano ad emergere in tutta la Palestina e l’isolamento rimane in atto, il WCLAC sta portando avanti il ​​suo piano di risposta all’emergenza. È chiaro che, come si temeva, la pandemia e le sue conseguenze stanno avendo effetti negativi sulla sicurezza delle donne. Lo scarso accesso alle cure sanitarie, l’aumento delle difficoltà economiche, il fatto di essere confinate a casa e la responsabilità primaria dell’assistenza sanitaria mettono tutte le donne a maggior rischio di violenza di genere in questo momento. Durante i due mesi di cui abbiamo i dati, basati sull’aiuto telefonico e i servizi di assistenza online di 24 ore su 24 di WCLAC, abbiamo visto che le difficoltà finanziarie non solo hanno creato tensioni e son divenute catalizzatori di violenza all’interno delle case, ma hanno anche portato in povertà molte famiglie. Le donne capofamiglia sono particolarmente colpite, mentre le donne sposate sono costrette a dipendere finanziariamente dai familiari maschi.

242 donne hanno chiamato il soccorso WCLAC nel mese di aprile (+6,1% rispetto al mese precedente). Di queste, 50 avevano una vertenza legale o sociale in corso, mentre 192 chiedevano un primo consulto. Sedici donne hanno usato servizi di assistenza online ed una è stata posta in dimora d’emergenza. L’età di 172 donne era tra i 19 e i 39 anni, mentre 70 di loro avevano più di 40 anni. Il motivo della chiamata era: ingiustizia sociale per 67 donne; violenza fisica per 26; minaccia di morte per 13, violenza sessuale per 1, violazione di diritti per 88, sfruttamento economico per 47.

Le devastanti conseguenze economiche di COVID-19 e i conseguenti blocchi in tutto il mondo cominciano a farsi sentire. Le recessioni economiche colpiscono in maniera sproporzionata le donne più degli uomini, poiché hanno maggiori probabilità di svolgere lavori insicuri o poco retribuiti, mentre sono la fonte principale di assistenza non retribuita. Hanno anche meno accesso alle protezioni sociali e lavorano in settori che sono maggiormente colpiti dal blocco.

L’11% delle famiglie palestinesi è guidato da donne, ciò che le rende particolarmente vulnerabili in caso di perdita di salario. Ora che le restrizioni cominciano a diminuire, l’impatto socioeconomico inizia a vedersi e oltre 50.000 famiglie palestinesi sono cadute in povertà.

La Banca Mondiale stima che, a causa della riduzione della domanda causata dalla perdita di posti di lavoro e dalla riduzione dei salari, nel 2020 l’economia palestinese si ridurrà dal 2,6 al 7,6 per cento.

Le interviste condotte da WCLAC con i fornitori di servizi in Palestina hanno rivelato che la maggior parte delle donne che hanno denunciato violenze domestiche durante il blocco avevano anche problemi finanziari a casa. Le donne sono gravate da maggior lavoro assistenziale non retribuito, ciò che aumenta il rischio di infezione, insicurezza alimentare e difficoltà ad acquistare le cose necessarie, mentre non possono accedere a servizi finanziari o a redditi alternativi.

In Palestina, il 18% delle donne fa parte della forza lavoro. Il 28% delle donne impiegate nel settore privato lavora senza contratto. Il 36% delle donne che lavorano sono pagate meno del salario minimo medio.

Nel mese scorso, il 95% delle donne ha riferito che il proprio lavoro ha subito un impatto negativo dall’emergenza. Il 44% delle donne ha fatto più lavoro non retribuito. Il 28% delle donne ha completamente perduto il lavoro.

Più del 50% delle donne dice di aver subito una significativa diminuzione del reddito e dei mezzi di sussistenza.

Sfruttamento economico e lotta per i diritti

Nel mese di aprile, WCLAC ha fornito 97 consulenze legali e ha avviato 28 procedimenti legali; di tutti questi casi, 47 erano relativi a sfruttamento economico. Molti di questi casi hanno riguardato donne che non ricevevano gli alimenti o l’eredità concordati. 210 procedimenti giudiziari sono stati sospesi a causa del Covid-19. I tribunali della Cisgiordania hanno annunciato che non tratteranno nuovi casi riguardanti alimenti, custodia o divorzio, cosa che sta causando frustrazione e sofferenza a molte donne.Le donne hanno anche riferito al WCLAC che i casi di sfruttamento in cui è intervenuta la polizia hanno solo portato l’autore in galera per un breve periodo, per evitare il rischio di infezione, prima di essere rimandato a casa. Per questo motivo, le donne non sono in grado di aver giustizia per i loro diritti economici negati e affrontano una povertà ancora più grave per loro e le loro famiglie se non hanno accesso a un reddito alternativo.

Negare a una donna il suo diritto all’eredità, la custodia dei figli, il pagamento delle spese di mantenimento o il diritto di controllare le proprie entrate e spese nel modo che desidera sono chiari esempi di violazione dei suoi diritti. Impedire a una donna di avere la custodia o la vista dei suoi figli è un altro modo per controllare la vita delle donne. Senza tribunali che si occupino di questi casi, il telefono di assistenza di WCLAC continuerà a vedere un aumento delle chiamate riguardanti sfruttamento sociale ed economico e negazione dei diritti.

Raccomandazioni

Le autorità nazionali e i principali attori internazionali nei loro interventi dovrebbero sviluppare politiche e provvedimenti specifici per genere, che proteggano le donne dalle conseguenze finanziarie del blocco e proteggano le donne che lavorano provvisoriamente nel sommerso. Tali politiche dovrebbero tenere conto del maggior carico di cura che grava sulle donne e dell’approccio squilibrato per genere nelle decisioni familiari e nell’allocazione delle risorse, tutte cose che incidono sulle imprese femminili. A lungo termine, la disuguaglianza nel settore economico deve essere affrontata in modo da ridurre il numero di donne impiegate in lavori non sicuri o nel sommerso.

I tribunali della famiglia della Sharia in Cisgiordania devono essere riaperti immediatamente e urgentemente per trattare i casi relativi al pagamento degli alimenti, alla custodia e al mantenimento, prendendo tutti i necessari provvedimenti, eventualmente convocando sessioni online per non ritardare più questi casi durante l’estensione del blocco che è in corso in Palestina.

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