Inviato degli Stati Uniti all’ONU: Il piano di pace in Medio Oriente di Trump è soggetto a modifiche

Feb 12, 2020 | Riflessioni

Il presidente palestinese Abbas dice al Consiglio di Sicurezza che “il piano premia l’occupazione” e descrive il futuro stato immaginato da Trump come una “groviera”.

di Jack Khoury e Noa Landau

Haaretz, 12 febbraio 2020

Il presidente palestinese Abbas parla al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, 11 febbraio 2020. Credit: Screengrab / UN Livefeed

Il piano di pace in Medio Oriente dell’amministrazione Trump è una base per i negoziati e potrebbe essere soggetto a modifiche, ha dichiarato martedì l’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite Kelly Craft al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che si è riunito per discutere il piano.

Dopo la sessione del Consiglio di Sicurezza un alto funzionario dell’amministrazione Trump ha detto che Washington “ha intenzione di avere un’onesta e aperta discussione su [il piano] quale possibile base per riaprire i negoziati per una realistica soluzione a due Stati. Come abbiamo sempre detto, il nostro piano è l’inizio di un processo, non la fine.”

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas aveva detto precedentemente alla stessa sessione che il piano di pace di Trump cerca di “porre fine alla questione della Palestina.”

Abbas ha detto che il fatto che il piano non riconosca Gerusalemme Est quale capitale della Palestina è sufficiente a chiederne il rifiuto, descrivendo lo Stato palestinese concepito dal piano come una “groviera” e chiedendo chi mai accetterebbe un simile stato e simili condizioni. “Il piano è una mossa preventiva israelo-americana per porre fine alla questione della Palestina,” ha detto.

Donald Trump con Kelly Craft alla Casa Bianca, 5 dicembre 2019. Credit: AP Photo/Andrew Harnik

A seguito della sessione di martedì, l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert ha detto che Abbas è il solo interlocutore di Israele per la pace, parlando a New York in una conferenza stampa congiunta con il leader palestinese, durante la quale Abbas ha chiesto la ripresa dei colloqui di pace dal punto in cui si erano interrotti durante il mandato di Olmert.

Nella sua dichiarazione, Olmert ha detto che una pace israelo-palestinese richiede negoziati diretti tra le due parti. Ha descritto Abbas come l’unico rappresentante del popolo palestinese disposto a negoziare con Israele, lodandolo anche per la lotta al terrorismo. L’ex primo ministro si è però astenuto dal criticare apertamente il piano di pace americano per il Medio Oriente: “Non mancherò di farlo in Israele, ma non lo farò qui,” ha detto.

Parlando dopo Abbas, l’ambasciatore israeliano presso l’ONU, Danny Danon, ha elogiato il piano Trump, dicendo che quello che lo “fa diverso dagli altri è il rifiuto di accettare che l’unica soluzione sia la formula che da oltre 70 anni si è dimostrata inefficace.”

Danon ha inoltre accusato Abbas di non essere un affidabile partner per la pace, dicendo che se egli fosse serio riguardo ai negoziati, sarebbe a Gerusalemme o a Washington. 

“Non si faranno progressi verso la pace finché il presidente Abbas rimarrà al suo posto,” ha detto Danon. “Solo quando si dimetterà, Israele e i Palestinesi potranno andare avanti. Un leader che sceglie il rifiuto, l’incitamento e la glorificazione del terrore non potrà mai essere un vero partner per la pace.”

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU tiene un incontro sul Medio Oriente che include la questione palestinese, New York, 20 novembre 2019. Credit: Mary Altaffer, AP

Abbas ha replicato alle affermazioni che i Palestinesi hanno sprecato opportunità di pace, dicendo che “questi sono stupidi slogan” e che i Palestinesi sono impegnati a rispettare gli Accordi di Oslo.

In aggiunta, il presidente palestinese ha detto: “Io vorrei riaffermare che noi respingiamo il fatto che si colleghi l’assistenza economica alla soluzione politica… Prima occorre una soluzione politica e poi, se volete aiutarci, noi accoglieremo con favore questo aiuto.”

“Il piano premia l’occupazione invece di ritenerla responsabile di tutti i crimini commessi contro il nostro popolo e la nostra terra”, ha detto Abbas. “Questo piano non porterà pace o stabilità nella regione e quindi non lo accetteremo e combatteremo contro la sua applicazione sul campo”, ha aggiunto.

Abbas ha rimarcato che diversi paesi e organismi internazionali, così come molti Israeliani e Statunitensi, hanno respinto il piano, e ha mostrato un documento firmato da una dozzina di legislatori statunitensi e un altro firmato da 300 Israeliani.

Passi verso l’annessione di porzioni della Cisgiordania avrebbero un “effetto devastante” sulla prospettiva della soluzione dei due Stati, ha dichiarato all’inizio della sessione l’inviato dell’ONU per il Medio Oriente, Nickolay Mladenov.

Mladenov ha riaffermato la posizione ufficiale dell’ONU secondo la quale la pace può essere ottenuta solo con la soluzione dei due Stati sui confini pre-1967, con Gerusalemme capitale di entrambi gli Stati.

“Oggi non è sufficiente riaffermare le nostre posizioni,” ha detto Mladenov, sollecitando le parti a impegnarsi in negoziati. “Oggi è il momento di ascoltare proposte su come procedere e ritrovare la strada per un quadro di mediazione reciprocamente concordato,” ha aggiunto.

Forze israeliane si scontrano con i Palestinesi durante una protesta contro l’iniziativa per il Medio Oriente di Trump, Ramallah, Cisgiordania, 11 febbraio 2020. Credit: Majdi Mohammed, AP

Il ministro degli Esteri belga, Philippe Goffin, ha nel frattempo rilasciato una dichiarazione a nome dei quattro membri della UE nel Consiglio di Sicurezza, dicendo: “noi rimaniamo impegnati a favore di una soluzione negoziata a due Stati, basata sui confini del 1967, con equivalenti scambi­ di terra, che possono essere concordati tra le parti, con lo Stato di Israele e un indipendente, democratico, contiguo, sovrano e vitale Stato di Palestina, che vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento.”

L’amministrazione Trump ha tolto i finanziamenti per i Servizi di Sicurezza dal suo bilancio per l’anno fiscale 2021, dopo 27 anni di sostegno bilaterale con l’assenso israeliano.

Il piano Trump, il prodotto di tre anni di sforzi del consulente senior Jared Kushner, riconoscerebbe l’autorità di Israele sulle colonie e richiederebbe ai Palestinesi di soddisfare una serie di condizioni difficilissime per poter avere uno stato, con capitale in un villaggio della Cisgiordania a est di Gerusalemme.

Dopo la presentazione dell’iniziativa, sono lentamente ma costantemente aumentate le tensioni tra Israele e i Palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. La leadership palestinese, trovando una fantomatica unità, sta progettando di tagliare la collaborazione con Israele sulla sicurezza, mentre una disputa commerciale in corso mette sempre più in difficoltà l’economia palestinese.

Dopo la presentazione del piano, un Palestinese è stato ucciso e decine sono stati feriti in scontri con le truppe israeliane. La scorsa settimana il diciassettenne Mohammad Salman Toameh Al-Hadad è stato colpito al torace da colpi di arma da fuoco a Hebron ed è morto poi per le ferite riportate. La settimana precedente, durante disordini avvenuti nella città di Kafr Qaddum nel nord della Cisgiordania, i soldati hanno sparato e ferito gravemente alla testa con un proiettile di gomma un quindicenne palestinese.

Israele ha rafforzato la sua presenza in Cisgiordania e a Gerusalemme dopo tre separati presunti attacchi terroristici che giovedì hanno ferito 14 soldati. Dodici sono stati feriti, uno seriamente, in un attacco condotto con un’auto in corsa a Gerusalemme e il sospettato, identificato in Sanad Al Tarman, 24 anni, è in carcere. In un altro incidente, un residente di Haifa, il 45enne Shadi Bana, ha sparato e ferito un ufficiale della Polizia di frontiera vicino alla Porta dei Leoni fuori dalla Città Vecchia di Gerusalemme. L’attentatore è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre cercava di fuggire. Vicino alla colonia israeliana di Dolev in Cisgiordania, anche un militare di leva è stato leggermente ferito a colpi d’arma da fuoco partiti da un’auto in corsa.

https://www.haaretz.com/middle-east-news/palestinians/.premium-abbas-at-un-trump-s-plan-seeks-to-put-an-end-to-the-question-of-palestine-1.8524194?fbclid=IwAR1ohilBIlgI2_c1Yps5CEpKSbyw7vvx5TKhA9eTR1kuHsvrqB0NEgMR0YQ

Traduzione di Elisabetta Valento

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