Discorso del deputato sudafricano e nipote di Nelson Mandela, Nkosi Zwelivelile Mandela

Lug 13, 2019 | Notizie

Abbiamo il dovere morale di sostenere il BDS.

Memo, 7 luglio 2019.

Il deputato sudafricano Nkosi Zwelivelile Mandela parla al folto pubblico del Palestine Expo di Londra, il 6 luglio 2019 [Middle East Monitor]

Il deputato sudafricano e nipote di Nelson Mandela, Nkosi Zwelivelile Mandela, si è rivolto ieri alla sala colma di pubblico del Palestine Expo di Londra, dicendo “Abbiamo il dovere morale di sostenere il BDS e sostenere la lotta palestinese”.

Organizzato dalla ONG britannica Friends of Al-Aqsa (FOA), Palestine Expo è stato soprannominato la “più grande manifestazione della Palestina in Europa”, e si tiene nel prestigioso Olympia Exhibition Centre di Londra.

Nel suo discorso, ha anche affrontato gli sforzi del gruppo anti-palestinese Avvocati Britannici per Israele (UKLFI) che ha tentato di cancellare il Palestine Expo, definendo gli organizzatori “difensori di un crimine contro l’umanità”.

La scorsa settimana, una dichiarazione rilasciata da Nkosi Zwelivelile Mandela e dalla Royal House of Mandela recitava: “Vogliamo esprimere il nostro sdegno e il nostro disgusto per le tattiche intimidatorie degli Avvocati Britannici per Israele. Diciamo a loro e a tutti coloro che cercano di negare i nostri diritti umani fondamentali come la libertà di espressione: giù le mani dal BDS, giù le mani dal Palestine Expo.”

Quello che segue è il discorso tenuto da Nkosi Zwelivelile Mandela alla conferenza Palestine Expo il 6 luglio 2019:

Possano la Pace e le benedizioni di Dio Onnipotente essere con tutti voi.

Mi fa molto piacere essere a questo Palestine Expo. Innanzitutto voglio applaudire gli Amici di Al Aqsa per un risultato straordinario ottenuto malgrado immense pressioni; un riconoscimento da condividere con tutte le organizzazioni, istituzioni e individui che hanno avuto il coraggio della loro idea di associare le loro sigle a una causa che mio nonno, il presidente Nelson Rolihlahla Mandela, descrisse come “la più grande questione morale del nostro tempo”: la lotta per la Palestina. Oggi vorrei riflettere proprio su questo e collocare tutto nel contesto di questa manifestazione e nella più ampia lotta per la libertà di espressione nel mondo di oggi.

Prima di farlo, lasciatemi dire che è sempre un’occasione speciale per me essere a Londra per partecipare a eventi rivoluzionari come questo, ed ho altrettanto cari alcuni bei ricordi che mia madre Nolusapho Mandela-Perry ha condiviso con me dei suoi primi giorni a Londra e di quando partecipava a dimostrazioni di massa anti-apartheid a Trafalgar Square a metà degli anni ’80. Perciò è bello essere in mezzo a voi mentre sventoliamo in alto la bandiera palestinese per i prossimi due giorni e oltre.

Compagni e amici, questo è un risultato straordinario e spero che supereremo le 15.000 presenze raggiunte all’inaugurazione di Palestine Expo del 2017. Ciò che è notevole di questo evento è che non si tratta solo di un raduno politico o di una manifestazione di massa. Nella nostra lotta per la libertà abbiamo imparato la lezione che la lotta deve essere condotta su più fronti: culturale, accademico, commerciale, politico, diplomatico, sportivo, comunicativo, ma soprattutto il fronte della battaglia dei cuori e la battaglia della percezione. Questo approccio su più fronti non solo ci ha fornito una maggiore diversità di strumenti di lotta, ma ci ha anche consentito di attrarre un pubblico più vasto e una base di sostegno che potrebbe costituire il fondamento per la lotta popolare.

Palestine Expo deve essere ringraziato per aver creato un’esperienza unica, che celebra con orgoglio l’arte, la storia e la cultura palestinese promuovendo nel contempo la discussione e l’attivismo nel Regno Unito. Consentitemi di elaborare brevemente i motivi per cui questo è un fronte così critico nella lotta per una Palestina libera. Abbiamo avuto un’esperienza di prima mano di come un’organizzazione che si fa chiamare Avvocati Britannici per Israele abbia fatto il massimo sforzo per ostacolare questo evento e per minimizzare il sostegno al movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Consentitemi di dire forte e chiaro affinché tutti sentano che, accanto al movimento di protesta popolare all’interno della Palestina occupata portato avanti da coraggiosi bambini, donne e uomini, il BDS è la spina più dolorosa nel fianco dell’apartheid israeliano.

Non possono sopportare il richiamo e il successo popolare che il BDS riscuote in tutto il mondo e faranno tutto quanto in loro potere per bloccare, impedire o intralciare qualsiasi consesso che promuova i principi che BDS rappresenta. Ho una notizia per loro. Non potete far niente per fermare lo tsunami della storia; potete frenare, ostacolare o oscurare, ma alla fine prevarrà la giustizia. Negli anni ’70, ’80 e primi anni ’90, anche noi ci siamo impegnati in azioni politiche per la lotta di liberazione in Sudafrica. Anche il Sudafrica dell’apartheid e i suoi alleati imperialisti avevano sottovalutato il potere del popolo, ed ecco che oggi siamo di fronte a voi, liberi da secoli di colonizzazione e liberi da decenni di brutalità e discriminazione da parte dell’apartheid. Oggi il Sudafrica, domani la Palestina !! Questo incontro ci ricorda il nostro appuntamento con la storia.”

Il deputato sudafricano, Nkosi Zwelivelile Mandela, si rivolge alla folla del Palestine Expo il 6 luglio 2019 a Londra. Sempre sul palco, da sinistra a destra: Gulip Surk, il prof. Joseph Massad, il parlamentare Yousef Jabareen, Salma Karmi Ayyoub [Middle East Monitor]

Miei fratelli e sorelle, Palestina Expo ci ricorda la realtà di una nazione che ha ormai resistito per 71 anni dalla Nakba. Ci ricorda case, fattorie e villaggi che un tempo ospitavano una vivace comunità con una storia orgogliosa, una sua cultura, una sua lingua e una sua cucina, una comunità che è stata usurpata e occupata in grave violazione del diritto internazionale. Sette decenni di pulizia etnica e genocidio, perpetrati in nome del mito di una terra senza popolo per un popolo senza terra.

Palestine Expo solleva l’asticella della consapevolezza, combinando l’uso delle forme tradizionali di educazione con tecnologie all’avanguardia per aumentare la consapevolezza sulla Palestina. Riunisce le persone per celebrare la Palestina, come mai prima d’ora. Tiene in vita la promessa e il sogno che un giorno festeggeremo in una Palestina libera; un giorno festeggeremo in una Gerusalemme libera, la capitale eterna di uno stato palestinese.

Compagni e amici, mi si chiede spesso perché la lotta palestinese è così importante per noi Sudafricani, tanto che Madiba dichiarò durante la sua visita a Gaza nel 1995 “che la nostra lotta è ancora incompleta senza la libertà del popolo palestinese”. Che cosa significa? Nelle ore più buie della nostra lotta, quando i nostri leader erano incarcerati a Robben Island e in altre prigioni nel Sud Africa dell’apartheid, mentre i nostri quadri venivano cacciati in esilio e la nostra ribellione interna era schiacciata, erano le immagini dei valorosi e intrepidi giovani della Palestina, armati solo dei loro sassi e delle loro mani nude, ad ispirarci.

Quando gli stessi Palestinesi erano sotto assedio e attacco, era la loro leadership che forniva ricovero, formazione e sostegno finanziario alla nostra lotta. La nostra libertà è intrecciata con quella del popolo palestinese perché il nostro è un rapporto forgiato nel calore della lotta e loro erano i più forti sostenitori della nostra libertà in ogni forum globale dove alzavano la bandiera della nostra giusta lotta accanto alla lotta del Popolo palestinese

C’è un’altra realtà che sta venendo oggi allo scoperto e che lega le nostre lotte a uno stesso cordone ombelicale. Questa realtà è l’imperialismo o neo-imperialismo che viene offerto come l’Affare del Secolo. Non esito a chiamarlo per quello che è: la Bufala del Secolo. Tornerò su questo in un momento, ma prima permettetemi di ricordare quello che Malcolm X disse poco più di mezzo secolo fa nell’articolo “La logica sionista”, pubblicato sulla Egyptian Gazette il 17 settembre 1964, pochi mesi prima che fosse assassinato. Nell’articolo, Malcolm X rileva il parallelismo tra il soggiogamento dei Palestinesi e quello degli Africani. Sottolinea il valore strategico di Israele per l’imperialismo mondiale, e dice “Gli imperialisti europei, sempre tessitori di astute trame, hanno accortamente messo Israele nella posizione in cui potesse dividere geograficamente il mondo arabo, infiltrarsi e seminare il dissenso tra i leader africani e anche dividere gli Africani dagli Asiatici.“

Verso la fine di quell’articolo dice: “I sionisti israeliani sono convinti di aver camuffato con successo il loro nuovo tipo di colonialismo. Il loro colonialismo sembra essere più “benevolo”, più “filantropico”, un sistema in cui governano semplicemente facendo accettare alle loro potenziali vittime le offerte amichevoli di “aiuti” economici e altri doni allettanti …” Malcolm X si riferiva alle nazioni africane di nuova indipendenza, le cui economie stavano vivendo grandi difficoltà e che Israele stava manipolando in cerca di legittimazione.

Quindi, quando il “leader del mondo libero” va in giro offrendo strette di mano piene d’oro e portando i regali della Trump Card che devono essere pagati dalle stesse nazioni arabe, riconosciamo subito il comportamento e l’odore di un ratto. Chiamatelo come volete, ma l’Affare del Secolo non è un affare ed è progettato solo per rafforzare l’apartheid di Israele, legittimare i suoi insediamenti illegali e seppellire per sempre il diritto al ritorno di sei milioni di Palestinesi che vivono in esilio. Questa Bufala del Secolo è servita a unificare la voce del popolo palestinese che vi si oppone, ma dobbiamo mettere in guardia contro l’astuzia dell’imperialismo.

Miei fratelli e sorelle, è molto chiaro perché la chiamiamo la Bufala del Secolo. Ci sono anche quelli che dicono che dovremmo aspettare e almeno vedere quale accordo viene messo sul tavolo. Guardiamo in faccia la realtà; Trump non è un amico del popolo palestinese e non agirà mai nel nostro interesse. Non è nemmeno un amico dell’America e non agisce nel suo migliore interesse. Da quando è salito al potere, ha decurtato gli aiuti allo sviluppo per i profughi palestinesi e ha letteralmente tagliato il canale che fornisce speranza e cure mediche indispensabili per i bambini di età compresa tra uno e due anni. Ha sfidato la legge internazionale e ha ignorato la protesta globale al suo annuncio di trasferire l’ambasciata americana a Gerusalemme.

Storicamente, gli Stati Uniti hanno dimostrato di non essere un mediatore di pace equo e onesto né in Palestina né altrove. Quindi non agirà mai contro le trasgressioni israeliane. Ciò equivarrebbe ad agire contro se stesso. Gli Stati Uniti non riconosceranno mai la tesi secondo cui la causa del conflitto risale alla creazione di Israele nel 1948 (contro la tesi israeliana che fa risalire al 1967 il momento cruciale e mette il ritorno dei territori occupati al centro dei negoziati di pace), e non riconosceranno che il conflitto è stato una lotta per portare i rifugiati a casa in uno stato palestinese.

A coloro che vendono la Bufala del Secolo bisogna dire senza mezzi termini che la libertà del popolo palestinese non è in vendita. In decenni di lotte, hanno respinto tutti i tentativi di cooptazione e hanno continuato a insistere, da una giusta posizione morale, di essere le vittime di un processo che non hanno né progettato né approvato, e che non approveranno mai. Persino la buona fede dimostrata dai Palestinesi nel processo di pace è stata tradita da continui furti di terra, espansione degli insediamenti illegali e ostinato rifiuto del diritto al ritorno per tutti i rifugiati.

Compagni e amici, i Sudafricani sono stati abbastanza audaci da chiedere il diritto all’autodeterminazione ed hanno messo in ginocchio il brutale Stato dell’apartheid. I Palestinesi hanno conquistato il diritto all’autodeterminazione in base alla legge internazionale e in base alle innumerevoli risoluzioni dell’ONU. Questo è un diritto che nessuno potrebbe negare a noi Sudafricani e affermo senza esitazione che nessuno ha il diritto di negare ai Palestinesi il loro diritto all’autodeterminazione.

A partire dal 1652, la storia del Sud Africa è una storia di colonizzazione e spoliazione sistematica. Il Southafrica Natives Land Act del 1913, nel corso di una notte, rese stranieri i neri nella terra dove erano nati e li costrinse a vivere sul 7% del territorio. Questo fu poi esteso al 13% a partire dal 1936. Innumerevoli famiglie e intere comunità tradizionali furono derubate delle loro case, delle loro fattorie e della loro terra. Raccolti, bestiame e possedimenti furono decimati e i neri dovettero imballare tutto ciò che potevano sui carri trainati dai buoi e dirigersi verso le riserve “per i nativi” (homeland).

I bantustan furono creati per spostare la maggior parte dei neri dai centri urbani del Sud Africa e alla fine dell’apartheid c’erano 10 Bantustan, 14 governi locali, 151 dipartimenti e 650.000 funzionari, ma non avevano alcuna legittimità. Riconosciamo nell’Affare del Secolo la stessa bufala. Non ci siamo caduti nel Sud Africa dell’apartheid ed i Palestinesi sono troppo intelligenti per farsi ingannare dall’Israele dell’apartheid, la pulizia etnica, la segregazione e lo sviluppo separato. Noi siamo alle prese con la riforma agraria e il processo di restituzione della terra fin dall’inizio della democrazia nel 1994. Questa è la realtà che viviamo ora come Sudafricani.

Palestina Expo ha un ruolo importante nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà della vita nella Palestina occupata. Fornisce una preziosa panoramica della cultura palestinese, del discorso politico e costruisce una piattaforma dove persone che hanno idee simili possono condividere una piattaforma comune per riflettere sulla continua occupazione e sull’espansione bellicosa degli insediamenti illegali, sulla situazione di sei milioni di rifugiati nella diaspora palestinese, sulle migliaia di prigionieri politici che languiscono nelle carceri israeliane dell’apartheid, tra cui donne e bambini, sul tentativo imperialista di annettere la capitale eterna Al Quds, e sulle umiliazioni e offese quotidiane inflitte ai Palestinesi ai valichi di frontiera e ai posti di blocco.

L’occupazione è reale e il mondo deve conoscere la natura dello stato di apartheid israeliano. In un recente articolo su Independent Newspapers Azad Essa di Al Jazeeera scrive:

“Israele ha circa 50 leggi che discriminano i musulmani e i cristiani palestinesi. Si definisce come uno “stato del popolo ebraico”, ma si vanta di essere una democrazia. Dall’inizio dello stato nel 1948 fino al 1966, i cittadini palestinesi di Israele vivevano sotto un rigido dominio militare; erano trattati come nemici dello stato, avevano il coprifuoco quotidiano e non potevano lasciare le loro città. Oggi, i Palestinesi sono discriminati in termini di istruzione, assistenza sanitaria e servizi legali. Ad esempio, dal 1948, sono state costruite circa 600 nuove città per ebrei mentre non è stata riconosciuta o sviluppata una sola nuova città palestinese. Ai Palestinesi vengono rifiutati i permessi di costruire.”

Nel corso dei prossimi due giorni del Palestine Expo, sentiremo di prima mano da alcune delle menti migliori, da studiosi e attivisti che hanno dedicato la loro vita alla causa della lotta palestinese. Discuteranno su argomenti rilevanti per la lotta palestinese, su argomenti come: Uno Stato, il Futuro, la Decolonizzazione della Palestina, un Cambiamento per la Palestina, la Prospettiva Internazionale, la Legge dello Stato, l’Apartheid Israeliano.

Uno dei risultati più significativi di Palestine Expo è che ci ha riunito tutti da diversi contesti per partecipare e godere di un’esperienza unica. Nella mia ultima visita a Londra alcuni mesi fa, ho fatto un chiaro invito all’unità: unità di azione, unità nella mobilitazione, unità di fronte a un’agenda imperialista sionista che non si fermerà davanti a nulla per ottenere il controllo totale sulla Palestina occupata. Le voci allarmistiche che hanno cercato di impedire al Palestine Expo di fornire qualsiasi piattaforma per il BDS stanno eseguendo gli ordini di Israele che ha investito enormi risorse per contrastare il lavoro del BDS in ogni possibile situazione. Diciamo loro senza mezzi termini che le nostre voci non saranno messe a tacere.

Abbiamo il dovere morale di sostenere il BDS e sostenere la lotta palestinese. Diciamo agli Avvocati Britannici per Israele che stanno difendendo un crimine contro l’umanità: un crimine contro il popolo palestinese. In un recente articolo, 240 studiosi israeliani ed ebrei hanno scritto che “i tre obiettivi principali del BDS (porre fine all’occupazione, piena eguaglianza per i cittadini arabi di Israele e il diritto al ritorno dei profughi palestinesi) sono conformi al diritto internazionale”. Non avevamo bisogno tale affermazione, ma la cito solo per dimostrare la miopia e la disperazione degli Avvocati Britannici per Israele e di tutti coloro che eseguono gli ordini di Israele. Continueremo a parlare apertamente contro coloro che cercano di limitare o criminalizzare il nostro diritto alla libertà di parola.

A nome della Royal House of Mandela, auguriamo agli organizzatori di questo Palestine Expo pieno successo in ogni aspetto di questo evento. Al BDS e al popolo palestinese diciamo che ci sentiamo moralmente tenuti a stare con voi come compagni nella lotta per la giustizia, la libertà e la pace.

In conclusione, vi ricordo le parole storiche di mio nonno alla Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese nel dicembre 1997, quando disse: ” Nella nostra situazione, siamo portati a parlare in toni ovattati di un problema come il diritto del popolo della Palestina a uno stato tutto suo. Possiamo facilmente essere tentati a leggere riconciliazione e imparzialità come se significassero una parità tra giustizia e ingiustizia. Avendo raggiunto la nostra libertà, possiamo cadere nella trappola di lavarci le mani delle difficoltà che altri affrontano. Eppure saremmo meno che umani se lo facessimo. Spetta a tutti i Sudafricani, a loro volta beneficiari di un generoso sostegno internazionale, di alzarsi in piedi e di essere contati tra coloro che contribuiscono attivamente alla causa della libertà e della giustizia “.

A tutti quelli che si sono alzati per essere contati e che stanno partecipando a questo Palestine Expo e lo sostengono, diciamo: ben fatto! Possa questo evento aumentare sempre più la sua forza, fino a quando la nostra missione sarà adempiuta e ospiteremo questo incontro in una Palestina libera !!

Vi ringrazio.

https://www.middleeastmonitor.com/20190707-mandelas-grandson-at-palestine-expo-we-have-a-moral-duty-to-support-the-bds/

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Fai una donazione

Fai una donazione tramite Paypal alla nostra associazione:

Fai una donazione ad Asso Pace Palestina

Oppure versate il vostro contributo ad
AssoPace Palestina
Banca BPER Banca S.p.A
IBAN: IT 93M0538774610000035162686

il 5X1000 ad Assopace Palestina

Il prossimo viaggio