Scontri a Gerusalemme Est per lo sfratto forzato di una famiglia palestinese.

Feb 20, 2019 | Notizie

Il tribunale israeliano ha emesso l’ordine di sfratto per la famiglia di Abu Assab che viveva a Gerusalemme Est già prima del 1948, dietro richiesta di un attivista ebreo di destra.

Nir Hasson  

Haaretz, 19 febbraio 2019

La polizia israeliana ferma un ragazzo della famiglia di Abu Assab che protestava per lo sgombero forzato dalla Città Vecchia di Gerusalemme, 17 febbraio 019. Ahmad Gharabli/AFP

Domenica scorsa, la polizia si è scontrata per diverse ore con i dimostranti, mentre una famiglia palestinese veniva sfrattata dalla casa di Gerusalemme Est dove aveva vissuto fin dagli anni 1950.

Il tribunale di primo grado di Gerusalemme aveva ordinato lo sfratto, che era stato poi confermato in appello con la motivazione che un ente di beneficenza ebraico era il legittimo proprietario della casa, poiché degli Ebrei ne avevano il possesso prima della fondazione di Israele nel 1948.

Poco dopo la rimozione forzata dei sette componenti della famiglia di Abu Assab, gli Ebrei sono entrati nella casa ad hanno issato una bandiera israeliana sul tetto.

Uno degli promotori dell’azione legale era il rabbino del Muro del Pianto, Shmuel Rabinowitz, la cui segreteria non ha risposto alla richiesta di Haaretz di commentare il fatto.

La famiglia di Abu Assab aveva vissuto nel quartiere Baka di Gerusalemme Est fino alla guerra del 1948, quando diventarono dei rifugiati. Negli anni 1950, il governo giordano, che aveva preso il controllo di Gerusalemme Est dopo la guerra, li aveva alloggiati in una casa del quartiere musulmano della Città Vecchia che i proprietari ebrei avevano abbandonato. Dopo la presa di Gerusalemme Est da parte di Israele nel 1967, l’amministratore generale del ministero della giustizia trasferì l’immobile ad un ente di beneficenza, hekdesh in ebraico, poiché una famiglia ebrea ne era stata proprietaria e ci aveva vissuto prima della fondazione dello stato di Israele.

Negli ultimi anni, gli Ebrei si sono spesso serviti di questo sistema per impossessarsi di immobili a Gerusalemme Est. Infatti la legge israeliana permette agli Ebrei di riprendersi le proprietà abbandonate, mentre questo non è permesso ai Palestinesi.

I coloni israeliani issano la bandiera di Israele sul tetto della casa di Abu Assab nella Città Vecchia di Gerusalemme, dopo che la famiglia palestinese ne è stata sloggiata, 17 febbraio 2019. Ahmad Gharabli/AFP

Nel 2014, gli amministratori [dell’ente di beneficenza] hanno presentato istanza al tribunale di primo grado di Gerusalemme affinché la famiglia di Abu Assab fosse sloggiata. Il tribunale ha respinto la richiesta della famiglia di essere considerati inquilini protetti, perché sono state presentate prove che dimostravano come alcuni membri della famiglia che avevano la qualifica di inquilini protetti non avevano abitato nella casa in modo continuativo.

Al centro di tutta la faccenda c’è Eli Attal, un attivista ebreo di destra che vive poco distante nel quartiere musulmano e che si è dato da fare per spingere gli Ebrei ad occupare il quartiere musulmano stesso. Il rabbino Rabinowitz si era fatto promotore dell’azione legale in quanto membro del consiglio di amministrazione dell’ente di beneficenza.

Il giudice Elazar Nachalon del tribunale di primo grado aveva decretato lo sfratto della famiglia circa un anno fa, e questa decisione è stata recentemente confermata in appello. Domenica scorsa, un largo spiegamento di polizia e di ufficiali giudiziari è andato ad eseguire lo sfratto forzato. Negli scontri che ne sono seguiti, il padre della famiglia e uno dei suoi figli sono stati messi in stato di fermo giudiziario.

Commentando lo sfratto, Hagit Ofran, dell’organizzazione anti-insediamenti Peace Now, ha detto: “Da una parte, cacciare di casa una famiglia per farne entrare un’altra solo per motivi ideologico-politici è un atto che dimostra crudeltà e durezza di cuore. D’altra parte, l’uso che i coloni fanno del “diritto al ritorno” degli Ebrei nelle proprietà da loro perdute nel 1948, per insediarsi proprio nel mezzo della popolazione palestinese, impedendo così ogni possibilità di pacificazione, toglie ogni base morale alla richiesta israeliana che ai Palestinesi sia negato il diritto al ritorno nelle loro proprietà.”

https://www.haaretz.com/israel-news/.premium-clashes-erupt-during-eviction-of-palestinian-family-from-east-jerusalem-home-1.6955034

Traduzione di Donato Cioli

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