Netto aumento negli attacchi contro i Palestinesi da parte di estremisti ebrei in Cisgiordania.

Mag 10, 2018 | Notizie

Il numero di crimini d’odio registrati nel 2018 ha già superato il totale del 2017, con attacchi focalizzati soprattutto nella regione di Nablus.

di Amos Harel

Haaretz, 22 aprile 2018.

AP Photo/Majdi Mohammed

Quest’anno c’è stato un netto incremento nel numero degli attacchi di estremisti ebrei contro i Palestinesi in Cisgiordania, secondo i dati forniti dal servizio di sicurezza Shin Bet.

Attacchi contro i Palestinesi o le loro proprietà sono aumentati soprattutto nell’area di Nablus, con un numero di episodi di violenza che ha già superato il totale di tutto il 2017.

All’inizio di quest’anno, una moschea è stata danneggiata nel villaggio di Aqraba, il primo episodio di questo tipo da quasi tre anni.

Dall’inizio del 2018, sono stati registrati ben 13 crimini imputati all’odio (attacchi vendicativi “price tag, prezzo da pagare”) contro i Palestinesi, compresi disegni di graffiti, pneumatici d’auto bucati e due casi giudicati come tentativi di attacco terroristico, tra cui un episodio incendiario.

Nei dodici mesi precedenti, ci sono stati otto sospetti attacchi d’odio e cinque attacchi terroristici nei confronti dei Palestinesi.

Un Palestinese all’interno di una moschea danneggiata da un incendio nel villaggio di Aqraba, vicino a Nablus, 13 aprile 2018. Majdi Mohammed/AP

Il terrorismo ebraico contro i Palestinesi ha registrato il suo picco negli anni 2014 e 2015. Tre componenti della famiglia Dawabsheh nel villaggio di Duma, in Cisgiordania, vicino a Nablus, sono morti nel luglio 2015 per il lancio di una bomba incendiaria contro la loro abitazione. Dopo l’attacco, sono stati incriminati due giovani israeliani della Cisgiordania settentrionale. E nell’ondata di arresti che ne seguirono, dozzine di estremisti ebrei ricevettero sanzioni di tipo restrittivo (o amministrativo). Alcuni di loro furono anche arrestati dietro regolare mandato.

In quel periodo, un’indagine dello Shin Bet e della polizia israeliana ha smascherato i responsabili di atti vandalici contro chiese e moschee. Si giunse anche a Meir Ettinger, che secondo lo Shin Bet era il responsabile di un piano destinato a scatenare una “rivolta” ebraica.

Nipote del rabbino estremista Meir Kahan, ora deceduto, Ettinger era uno degli ideologi che avevano sviluppato le idee abbracciate da un gruppo di giovani israeliani, identificati generalmente come la “Gioventù delle Colline”, nel nord della Cisgiordania. A quel tempo, lo Shin Bet affermò che Ettinger intendeva costituire uno stato governato secondo la legge religiosa ebraica, e che per realizzare ciò voleva deliberatamente peggiorare le relazioni tra Ebrei e Palestinesi e attentare alla stabilità del paese.

Il numero di tentativi per attaccare i Palestinesi e danneggiare le loro proprietà è diminuito in modo significativo dopo questa ondata di arresti e dopo i provvedimenti presi dopo i casi di Duma e degli incendi. A questa diminuzione ha contribuito anche il fatto che Ettinger è stato rimosso dalla scena, essendo stato messo in detenzione amministrativa per circa due anni.

Dopo la liberazione di Ettinger, non ci sono statie notizie di un coinvolgimento suo, o di persone a lui vicine, in alcun atto di violenza. È dunque possibile che la leadership dei gruppi che hanno commesso tali azioni sia ora passata ad attivisti più giovani.

Funzionari della sicurezza israeliana hanno detto che l’esperienza del passato mostra come una serie di episodi di vandalismo contro la proprietà possa poi degenerare rapidamente in casi ben più seri di incendi ai luoghi di culto e persino in attentati alla vita delle persone.

I comandi dell’esercito israeliano sono preoccupati perché gli attacchi contro i Palestinesi potrebbero agitare ulteriormente la situazione in un periodo che è già delicato, in vista del trasferimento annunciato dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme e del settantesimo anniversario della Nakba palestinese a metà maggio.

I sospettati dei più recenti attacchi sono prevalentemente estremisti della Samaria, compresi anche alcuni minorenni.

La scorsa settimana c’è stato un episodio nel quale sono stati lanciati dei sassi contro un gruppo di soldati israeliani che cercavano di espellere dei giovani dalla colonia illegale di Rosh Yosef, vicino alla colonia di Itamar. I soldati hanno sparato in aria per disperdere i giovani.

Dopo l’incidente, sono stati affissi dei manifesti in cui il comandante dei militari veniva accusato di “sparare sugli ebrei”. Il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ed il capo di stato maggiore dell’esercito Generale Gadi Eisenkot hanno fatto dichiarazioni in cui si condannano questi manifesti. La polizia israeliana ha anche eccezionalmente arrestato per un breve periodo quattro persone che erano sospettate di avere scritto i manifesti, anche se è difficile capire come stampare e diffondere un manifesto possa costituire un reato.

Agenti di polizia israeliani all’ingresso di una moschea danneggiata da un incendio nel villaggio di Aqraba vicino a Nablus, 13 aprile 2018. Majdi Mohammed/AP

Il fatto stesso che l’episodio all’avamposto di Rosh Josef abbia avuto luogo, assieme alla diffusione dei manifesti, mostra quale sia l’atmosfera creatasi nei confronti delle autorità israeliane in questi avamposti. Sembra che ciò sia stato anche influenzato da due attacchi terroristici nei mesi recenti, nei quali i coloni sono stati assassinati da Palestinesi. In uno di questi, il rabbino Raziel Shevach, residente nella colonia di Havat Gilad, è stato ucciso da una cellula terroristica, che ha sparato da un’auto affiancata alla sua nei pressi dell’avamposto. Diverse settimane dopo, il rabbino Itamar Ben Gal, residente di Har Bracha, è stato accoltellato a morte nella Cisgiordania settentrionale.

Tra le azioni intraprese per combattere il nuovo aumento di violenza da parte di estremisti ebrei, lo Shin Bet ha suggerito di ricominciare a emettere ordini di carcerazione e mandati di arresto nei confronti dei principali sospettati. Si è anche affermato che questi mandati vengono emessi come extrema ratio, dopo ammonimenti verbali nei confronti dei sospetti e delle loro famiglie.

Un’ampia percentuale di quelli coinvolti in queste azioni sono minorenni, e qualsiasi provvedimento giudiziario contro di essi viene perciò intrapreso in cooperazione con educatori ed assistenti sociali. Alcuni dei recenti attacchi contro le proprietà palestinesi sono consistiti in graffiti fatti con lo spray che criticavano proprio queste misure restrittive.

Quest’anno sono stati emessi 13 ordini di carcerazione e 23 atti di accusa, relativi ad atti violenti da parte degli estremisti ebrei.

Funzionari della Difesa hanno avuto l’impressione che questa recente catena di attacchi abbia reso nuovamente l’insediamento di Yitzar, a ovest di Nablus, una specie di rifugio per i più violenti estremisti, alcuni dei quali si sono nascosti là malgrado avessero avuto l’ordine di abbandonare quella zona.

Molti degli ultimi attacchi hanno avuto origine da attivisti che abitavano a Yitzhar. Tra questi, un attacco violento contro un pastore e l’uccisione di pecore del suo gregge. Sono stati lanciati sassi contro le forze di sicurezza che sono entrate a Yitzhar, con il ferimento di un poliziotto. Un autista di autobus arabo è stato attaccato con l’uso di spray al peperoncino, e sono stati distrutti alberi di ulivo appartenenti ai residenti di vicini villaggi palestinesi.

I giovani estremisti restano negli insediamenti senza alcuna supervisione da parte degli adulti e a volte gareggiano in corse d’auto senza neanche essere in possesso della patente di guida. Anche studenti della yeshiva di Od Yosef Chai di Yitzhar sembra siano coinvolti in alcuni di questi fatti. Il presidente della yeshiva, il rabbino Yitzchak Ginsburgh, che attualmente vive a Kfar Habad, vicino all’aeroporto Ben-Gurion, è stato per molti anni una delle persone più influenti nei circoli dell’estrema destra.

“La violenta colonia di attivisti di estrema destra e i recenti tragici eventi evidenziano l’alto potenziale di violenza nelle colonie”, ha detto ad Haaretz una fonte della sicurezza israeliana. “C’è preoccupazione che questa tendenza possa colpire altre vite umane. Se non vengono bloccate le azioni in Samaria, non vi è dubbio che esse possano estendersi sino a Yitzhar.”

Amos Harel

https://www.haaretz.com/israel-news/.premium-shin-bet-sharp-rise-in-attacks-on-palestinians-by-jewish-extremists-1.6015038

Traduzione di Gennaro Corcella

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