B’Tselem: i soldati israeliani si devono rifiutare di sparare sui dimostranti.

Apr 5, 2018 | Info dal mondo, Notizie

4 aprile 2018-04-05

Comunicato stampa – per pubblicazione immediata

B’Tselem fa appello ai soldati perché si rifiutino di sparare sui manifestanti a Gaza. Sparare su manifestanti disarmati è illegale, e ordinare di farlo è un reato grave.

 

Domani (giovedì 5 aprile) B’Tselem lancerà una campagna intitolata ‘Spiacente, Signore, non posso sparare.’ La campagna consisterà tra l’altro in annunci pubblicitari sui giornali, in cui si spiega ai soldati che devono rifiutarsi di aprire il fuoco su dimostranti disarmati. L’organizzazione ha preso questa insolita decisione dopo gli eventi di venerdì scorso, in cui i soldati hanno usato armi da fuoco contro dimostranti disarmati. Tra gli almeno 17 Palestinesi uccisi quel giorno, 12 sono stati uccisi sul posto durante la protesta. Altre centinaia sono stati feriti dai proiettili.

I militari si preparano per la prossima dimostrazione, ma invece di cercare i modi per ridurre il numero dei morti e dei feriti, fonti ufficiali hanno annunciato in anticipo che i soldati useranno le armi da fuoco contro i dimostranti anche se questi ultimi si troveranno a centinaia di metri dalla barriera. B’Tselem aveva già messo in guardia sui prevedibili risultati di una simile decisione e adesso, prima delle dimostrazioni attese per venerdì prossimo, precisa ancora una volta che sparare su dimostranti disarmati è illegale e che l’ordine di sparare in queste condizioni è un reato grave.

La responsabilità di questi ordini illegali e delle loro conseguenze mortali è tutta dei politici e, in particolar modo, del primo ministro israeliano, del ministro della difesa e del capo di stato maggiore. E spetta a loro l’obbligo di cambiare immediatamente queste regole, prima delle manifestazioni previste per venerdì, al fine di evitare che vi siano altre vittime. Detto questo, ricordiamo che anche obbedire a ordini palesemente illegali è un reato. Quindi, se i soldati in servizio continuano a ricevere l’ordine di sparare su civili disarmati, essi hanno il dovere di rifiutarsi di obbedire.

B’Tselem sottolinea che l’illegalità di simili ordini ‘non è una questione di forma, e non è una cosa inavvertibile o difficilmente avvertibile,’ Al contrario, è un caso di ‘inequivocabile illegalità palese ed evidente nel comando stesso, è un ordine che ha in sé una chiara natura criminale o in cui le azioni comandate hanno una chiara natura criminale. È un reato che fa male agli occhi e offende il cuore, a meno che l’occhio non sia cieco e il cuore non sia incallito o corrotto.’

Contrariamente a ciò che sembrano dire gli alti gradi militari o i ministri del governo, l’esercito non può agire come crede meglio e Israele non può decidere per conto suo ciò che è ammissibile in tema di dimostrazioni e ciò che non lo è. Come per qualunque altro paese, le azioni di Israele sono soggette alle norme della legge internazionale e alle restrizioni imposte riguardo all’uso delle armi e in particolare riguardo all’uso delle armi da fuoco. Le norme limitano tale uso a casi che presentano un evidente e immediato pericolo di morte, e solo se non ci sono altre alternative. Israele non può semplicemente decidere di non essere vincolato da tali norme.

L’uso delle armi da fuoco è platealmente illegale nel caso di soldati che sparano da notevole distanza su dimostranti che si trovano dall’altra parte della barriera che separa Israele dalla Striscia di Gaza. Ed è inammissibile che si ordini ai soldati di sparare alle persone che si avvicinano alla barriera, la danneggiano o tentano di superarla. Naturalmente i militari possono prevenire questo tipo di azioni e possono anche arrestare chi tenta di metterle in atto, ma usare le armi da fuoco solo per simili motivi è assolutamente proibito.

Per ulteriori informazioni: Amit Gilutz, +972-54-6841126, amit@btselem.org
L’indirizzo postale di B’Tselem è:

B’Tselem, The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories
P.O. Box 53132, Jerusalem 9153002Â

https://www.btselem.org/

Traduzione di Donato Cioli

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