Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi Occupati 7-13 luglio 2015

Lug 19, 2015 | Rapporti Palestina OCHA

Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono ochainformazioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati Sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: http://www.ochaopt.org/reports.aspx?id=104&page=1

Chi vuole una lettura ancora più veloce trova qui il nostro manifesto settimanale (n°126), basato su un riassunto del Rapporto.

Nove palestinesi, tra cui tre minori, sono stati feriti dalle forze israeliane in episodi avvenuti in diversi luoghi della Cisgiordania. Cinque di essi sono stati malmenati dai soldati durante scontri diversi: nella città di Hebron, ad un checkpoint “volante” in Gerusalemme Est, e, nei pressi di Qalqiliya, durante un tentativo di attraversare la Barriera per entrare in Israele. Le altre quattro persone sono state colpite in scontri verificatisi durante la manifestazione settimanale contro la chiusura di lunga data dell’ingresso principale di Kafr Qaddum (Qalqiliya) e in due operazioni di ricerca-arresto effettuate nel Campo profughi di Al Jalazun (Ramallah) e nel Campo profughi di Shu’fat (Gerusalemme). In quest’ultimo caso un 55enne è stato colpito da un proiettile di gomma ed ha perso un occhio. Nel complesso, in Cisgiordania, le forze israeliane hanno condotto 52 operazioni di ricerca-arresto, arrestando 71 palestinesi.

In Aree ad Accesso Riservato (ARA) di terra e di mare della Striscia di Gaza, sono stati registrati almeno undici casi in cui le forze israeliane hanno aperto il fuoco verso civili palestinesi, senza causare feriti. Nove palestinesi sono stati arrestati: tre mentre tentavano di entrare in Israele senza permesso e sei pescatori che navigano in prossimità del limite di pesca imposto da Israele; due barche da pesca appartenenti ai pescatori sono state confiscate.

Due palestinesi, una donna e un uomo, sono rimasti uccisi, e altri tre feriti, durante gli scontri tra due famiglie palestinesi a Beit Jala (Betlemme), il 13 luglio. Inoltre, durante l’incidente, sono stati dati alle fiamme 12 negozi, 4 strutture abitative e diversi veicoli. Le Forze di Sicurezza palestinesi sono intervenute ed hanno arrestato 50 persone coinvolte negli scontri. In un altro incidente, nella cittadina di Yatta (Hebron) una bambina palestinese di 4 anni è stata accidentalmente uccisa dal padre, mentre stava pulendo la sua pistola.

Il 9 luglio, un tribunale israeliano ha reso pubblico l’esito delle lunghe indagini sulla scomparsa di due civili israeliani, rivelando che si ritiene che entrambi siano tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza. Entrambi gli uomini entrarono in Gaza volontariamente in due distinte circostanze: nel settembre 2014 e nell’aprile 2015. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha invitato i palestinesi di Gaza a fornire informazioni sui possibili luoghi di permanenza e sulle loro condizioni.

Le autorità israeliane hanno smantellato e confiscato una tenda nella zona di Jabal al Mukabir di Gerusalemme Est. La tenda era stata fornita dall’assistenza umanitaria ad una famiglia sfollata la scorsa settimana. La loro casa era stata sigillata come “punizione” per il coinvolgimento di un familiare in un attentato che aveva provocato vittime israeliane. Altri due provvedimenti di confisca sono stati registrati in Area C, a Yassuf (Salfit), nei confronti di due veicoli da cantiere utilizzati per aprire una strada agricola, e in Hammat al Maleh (Tubas), nei confronti di un trattore ed una cisterna d’acqua.

Demolizioni e ordini di arresto di lavori sono stati emessi contro decine di strutture della Comunità beduina di Abu Nwar (Gerusalemme). Questa è una delle 46 comunità, in Area C della Cisgiordania centrale, a rischio di trasferimento forzato a causa di un piano di “delocalizzazione” progettato dalle autorità israeliane. Alti ufficiali israeliani che hanno visitato Abu Nwar e Susiya, un’altra comunità a rischio di trasferimento forzato, in Hebron, hanno informato i residenti che devono lasciare le loro case entro la fine della festa mussulmana di Eid Al Fitr (18-19 luglio) [fine del Ramadan], a conclusione della quale saranno avviate le demolizioni.

In questa settimana cade l’undicesimo anniversario del parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), che sollecita Israele a: cessare la costruzione della Barriera “internamente ed attorno a Gerusalemme Est”; smantellare le sezioni già completate; “abrogare o rendere inefficaci immediatamente tutti gli atti legislativi e regolamentari ad essa relativi”. Il 7 luglio, l’Alta Corte israeliana ha emesso una disposizione che consente la ripresa della costruzione di un tratto della Barriera nella zona di Wadi Kremisan, nella città di Beit Jala (Betlemme). La Corte ha annullato una precedente sentenza, emessa in aprile 2015, che ordinava modifiche al tracciato della Barriera.

Circa 56.000 palestinesi sono entrati in Gerusalemme Est nel quarto Venerdì di Ramadan, e circa 63.000 il 13 luglio, per la celebrazione di Laylat al Qadr (Notte del Destino), attraverso i quattro checkpoints prefissati lungo la Barriera. Sovraffollamento e frequenti scontri sono stati registrati in due dei checkpoints che controllano l’accesso dalla Cisgiordania settentrionale e meridionale. I requisiti per accedere senza permesso sono rimasti invariati rispetto alla settimana precedente. Le autorità israeliane hanno rilasciato questa settimana 800 permessi che consentono ad altrettanti palestinesi della Striscia di Gaza di accedere a Gerusalemme Est per la celebrazione di Laylat al Qadr; all’inizio di questo mese tutti i permessi per i residenti di Gaza erano stati revocati in seguito al lancio di un razzo da Gaza verso Israele.

Durante la settimana il valico di Rafah è stato chiuso completamente in entrambe le direzioni da parte delle autorità egiziane. Finora, nel 2015, 7.504 palestinesi sono usciti da Gaza via Rafah, a fronte dei 19.806 usciti nell’equivalente periodo del 2014. La chiusura influisce direttamente su almeno 12.000 persone che, da entrambi i lati, si sono registrate per attraversare.

 

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