Palestinian Prisoners’ Club: prigioniero Jamal sembra un morto che cammina.

Mar 8, 2015 | Notizie

Il Club dei Prigionieri Palestinesi ha comunicato ieri che le condizioni del prigioniero malato Ibrahim Jamal, proveniente dal campo di Arroub vicino a Hebron, sono estremamente peggiorate: ha perso l’udito, la vista e la capacità di parola. Secondo il comunicato rilasciato ieri sera dal Club, Jamal è stato accompagnato alla visita del suo avvocato con un rappresentante dei prigionieri, Muammar Shahrour, in quanto incapace di comunicare da solo. L’avvocato aggiunge una breve descrizione: ‘sembrava un morto che cammina’.

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Shahrour racconta che Jamal è stato colpito alla testa durante la conta dei prigionieri, ed il trauma subito gli ha causato la perdita della vista e dell’uso della parola. Nei giorni seguenti ha perso l’udito e è, ad oggi, completamente dipendente dagli altri prigionieri. Il leader del Club dei prigionieri a Hebron, Amjad Najjar, ha contattato immediatamente le autorità Israeliane per il rilascio di Jamal a causa delle sue condizioni, dichiarando che
nonostante fosse stato redatto un rapporto dalla corte militare in cui si specificava che Jamal soffrisse di meningite, Jamal continuasse ad essere trattenuto. Jamal fu arrestato lo scorso settembre ed è tutt’ora detenuto.
(Al Hayat Al Jadida)
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INTERVISTA A: Capo del dipartimento legale del Club Prigionieri Palestinesi, circa le questioni sui prigionieri.

Domanda: Può raccontarci di più sulle ripetute incursioni Israeliane all’interno della prigione di Rimon?
Una nuova incursione è stata portata a termine con il pretesto di ispezionare le camere. Durante il raid, i servizi del carcere hanno attaccato i prigionieri rovinando ogni cosa loro appartenente all’interno delle camere. Il club dei prigionieri sta documentando ogni incidente e soprattutto l’innalzamento degli attacchi avvenuti dopo la guerra di
Gaza. Crediamo che i servizi del carcere siano a conoscenza dei movimenti di protesta che i prigionieri stanno organizzando, in quanto diversi diritti sono stati revocati in quest’ultimo periodo. Israele sta adottando la nuova politica del far pagare ai detenuti delle carceri tutto ciò che ne avviene al di fuori: i diritti furono negati durante la guerra di Gaza e ancora devono essere ripristinati. Il fatto è che se i servizi della prigione israeliani avessero voluto porre fine alla crisi, avrebbero potuto farlo molto velocemente. Spero che risponderanno presto, prima che la situazione degeneri ancora.

D: I prigionieri sono ancora d’accordo nell’iniziare insieme le proteste nella data stabilita (il 10 marzo)?

All’interno del movimento dei prigionieri ci sono ancora discussioni aperte circa l’obiettivo di creare un unico movimento, che unisca tutte le fazioni e tutti i prigionieri. La decisioni iniziale era di iniziare a protestare il 10 marzo per arrivare al 17 aprile, giorno dei prigionieri Palestinesi. A giorni dovremmo sapere cosa succederà. Ci sono anche discussioni aperte tra i leader dei prigionieri e il servizio israeliano. Credo che se Israele dovesse convincersi della serietà e della forza delle proteste dei prigionieri, fino a credere nella possibile costituzione di un movimento veramente unitario di protesta, potrebbero attenuare i loro atteggiamenti e trovare risposte ad alcune pretese dei prigionieri.

Palestinian Prisoners Club

Il Palestinian Prisoners Club è un’organizzazione indipendente e non governativa Palestinese nata nel 1993 e formata da circa 1600 ex prigionieri palestinesi che hanno trascorso almeno un anno nelle prigioni Israeliane. L’obiettivo del club è assistere e supportare le migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.  Il club agisce in diversi modi, dall’aiuto legale ad azioni politiche per il rilascio dei prigionieri, aiutando le famiglie di questi ultimi.  

 

**Issa Qaraqe, Capo della Commissione per i detenuti, riguardo alla richiesta urgente di rilasciare Ibrahim Jamal

D: Si aspetta che Ibrahim Jamal venga rilasciato a seguito di questa richiesta? 

Speriamo di sì. Ieri ha partecipato all’udienza in tribunale. Soffre di meningite e ha perso l’udito, la vista e l’uso della parola. Nell’udienza a Ofer si è deciso di posticipare la sessione a giovedì, con il pretesto che le autorità carcerarie vogliono riesaminare il referto medico sebbene Jamal non sia stato in grado nemmeno di parlare in tribunale. Nonostante tutto ci auguriamo di poter assicurare il suo rilascio. Siamo molto preoccupati per lui. Ha bisogno urgentemente di cure mediche e di ulteriori esami.

D: Come seguite gli altri casi di detenuti malati? 

Molti prigionieri detenuti nelle carceri israeliane sono malati. Ogni giorno veniamo a conoscenza di nuovi casi e molti soffrono di malattie complicate. Metà dei prigionieri, una ventina circa, nella clinica del carcere di Ramleh sono parzialmente paralizzati; alcuni soffrono di cancro o di insufficienza renale. Quest’anno, in occasione della ricorrenza del Giorno dei prigionieri tenteremo di fare quanta più luce possibile sulle loro condizioni.

**Abdel Hadi Hantash, funzionario esperto di colonie nella Cisgiordania meridionale, riguardo all’avvelenamento delle cisterne d’acqua da parte dei coloni 

D:  Come documentate gli attacchi dei coloni per poterli includere nel rapporto per far perseguire Israele per crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale ? 

Gli attacchi e i reati compiuti dai coloni si susseguono da anni. Quello che è successo alla famiglia di Abu Shamsiyeh ieri non è una novità. I coloni hanno avvelenato le cisterne dell’acqua a Hebron, hanno avvelenato e ucciso pecore e galline, mettendo a rischio anche la salute delle persone. Documentiamo questi attacchi quotidianamente e inviamo rapporti all’Autorità Palestinese su base annua.

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