Come e perché boicottare Israele

Gen 8, 2015 | Campagne

Come e perché boicottare Israele

In un video la vera storia dell’occupazione della Palestina. Nel 2005 l’invito della popolazione civile palestinese a organizzare azioni comuni per boicottare Israele, così come fu già in Sud Africa. Sindacati, associazioni, accademici, musicisti, chiese, singoli attivisti hanno dato quindi via a Bds, Boycott, Disinvestment and Sanctions. Nel video animato, gli obiettivi raggiunti e le campagne in corso.
link video

Che cos’è BDS?

Dal luglio 2005 ad oggi, numerosissime azioni ed iniziative hanno sottoscritto pienamente l’appello della società civile palestinese al Boicottaggio, al Disinvestimento e alle Sanzioni contro il colonialismo israeliano. (http://bdsitalia.org/index.php/campagna-bds/77-appello-bds [1])

Un appello chiaro che indirizza la solidarietà concreta che chiunque, in qualsiasi angolo del mondo, può dare alla popolazione palestinese in lotta contro l’espansione coloniale, l’occupazione militare e le politiche di apartheid.
La determinazione dovrà conquistare tre obiettivi molto chiari:

– Porre termine all’occupazione e alla colonizzazione di tutte le terre arabe e smantellare il Muro
– Riconoscimento dei diritti fondamentali dei cittadini Arabo-Palestinesi di Israele alla piena uguaglianza
– Rispetto dei diritti dei profughi palestinesi al ritorno nelle loro case e nelle loro terre come stabilito nella risoluzione 194 dell’ONU

La campagna proseguirà fino al raggiungimento di questi traguardi, e la strada è ancora lunga; ma la campagna BDS si sta sempre di più dimostrando una delle principali preoccupazioni di Israele. (http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-sul-bds/1639-cs-bnc-2014 [2])

Cosa possiamo fare?

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Nel cuore del capitalismo, nell’Europa dei diritti basati sul privilegio, è molto facile ritrovare le complicità politiche ed economiche con il Sistema d’Apartheid israeliano, dirette o indirette che siano.

Crediamo sia arrivato il momento in una metropoli come Roma, centro del potere politico dello Stato italiano palesemente asservito al colonialismo sionista, di dare nuovo slancio e meglio organizzare la campagna BDS partendo da analisi e strategie condivise, in modo da rafforzare il contributo dei/delle solidali con la popolazione palestinese.

Scegliendo insieme gli obiettivi, con una progettualità diffusa, è possibile uscire dalla consuetudine a mobilitarsi unicamente davanti ai grandi massacri dell’esercito israeliano, tralasciando la quotidiana oppressione del colonialismo.

La campagna BDS sta ottenendo risultati in tutto il mondo: consigli studenteschi universitari, noti artisti, organizzazioni sindacali e perfino imprese, banche e fondi pensioni stanno scegliendo di rompere legami e collaborazioni con lo Stato israeliano. (http://bdsitalia.org/index.php/good-news [3])

Le prove concrete non sono solo le dichiarazioni e le effettive recisioni degli accordi, ma anche l’investimento economico che Israele è costretto a fare nella lotta dichiarata contro la campagna BDS e nella propaganda.

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