“La fedeltà a Yasser Arafat è la fedeltà a Gerusalemme, all’unità nazionale e alla resistenza” di Marwan Barghouti

Dic 11, 2014 | Notizie

Dichiarazione rilasciata dal leader nazionale Marwan Barghouti, in occasione del decimo anniversario del martirio del leader fondatore e comandante defunto Yasser Arafat

marwan barghouti

In questi giorni, cade il decimo anniversario del martirio del leader fondatore, il grande patriota, il defunto Presidente, il miracolo della rivoluzione palestinese, il martire Yasser Arafat, simbolo della Palestina, simbolo dell’identità nazionale palestinese, immortale nei cuori dei palestinesi, degli arabi e degli uomini liberi di tutto il mondo, l’uomo che ha scelto la Via Dolorosa, la via della sacrificio, dell’orgoglio, dell’onore, della dignità, della rivoluzione e della resistenza, l’uomo che disegnato la carta della Palestina sulla intera mappa del mondo, l’uomo che non conosceva la disperazione, ma per tutta la vita e fino all’ultimo istante, ha creduto nella vittoria e nella liberazione della patria, nella libertà, nel ritorno e nell’indipendenza, che ha creduto nel nostro sacro ed eterno diritto al nostro paese, la Palestina, l’uomo che mantenne fermo lo scettro alla decisione nazionale palestinese indipendente, dell’arabismo, dell’appartenenza alla nazione araba e islamica, l’uomo che ha condotto ogni battaglia della rivoluzione sempre in prima linea, che non ha esitato a prendere le decisioni politiche necessarie al momento giusto, colonna dell’unità nazionale palestinese e interlocutore per tutte le forze e gruppi e fazioni nell’arena palestinese.
Il popolo palestinese, a dieci anni dal martirio del comandante fondatore Yasser Arafat sente angoscia e dolore per la sua assenza, perché ha lasciato un vuoto enorme per la causa palestinese che paga un prezzo grande per questa scomparsa.
In questa occasione, dalla mia cella, e tra le migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri dell’occupazione israeliana vorrei sottolineare quanto segue:
1. l’assassinio del presidente Yasser Arafat è stato compiuto su una decisione formale di Israele – USA, dopo un lungo assedio militare e politico, al fine di interrompere la benedetta intifada di al-Aqsa, colpire la resistenza e minare l’unità del popolo palestinese. Non c’è bisogno di indagini e commissioni d’inchiesta che durano dieci anni per capire la verità [che si è trattato di assassinio];
2. il popolo palestinese durante i dieci anni successivi all’assassinio di Yasser Arafat, e finora, nonostante tutti i tentativi e le promesse per costringerlo ad abbandonare le costanti nazionali e i suoi diritti legittimi resta fermo e determinato a raggiungere la libertà e l’indipendenza. Tutti i tentativi fatti per fargli abbandonare la strada della resistenza globale sono falliti. La fermezza del nostro popolo eroico nella striscia di Gaza e la rivolta del nostro popolo nell’amata Gerusalemme, costituiscono un’altra prova del fallimento di questi tentativi;
3. difendere l’eredità di Yasser Arafat, i suoi principi e le sue costanti per i quali si è sacrificato e si sono scarificati in decine di migliaia del nostro popolo, passa attraverso il proseguimento del processo di riconciliazione nazionale su basi corrette, la realizzazione di unità nazionale, il sostegno al governo di riconciliazione nazionale e l’adesione all’opzione della resistenza globale per la quale si sono sacrificati Yasser Arafat, Abu Jihad, Ahmed Yassin, al-Shiqaqi, Abu Ali Mustafa e al-Karmi e al-Jabari;
4. la necessità di ri-considerare la possibilità di resistenza come la via più breve per sconfiggere l’occupazione e raggiungere la libertà, il ritorno e l’indipendenza e costruire un movimento di boicottaggio di Israele da parte della leadership palestinese ufficialmente;
5. rivedere le funzioni e i compiti dell’Autorità in modo che il primo e principale compito sia sostenere la resistenza globale, e questo richiede l’immediata sospensione del coordinamento e della cooperazione nel campo della sicurezza che sono a sostegno dell’occupazione ed estremamente dannosi per gli interessi nazionali del popolo palestinese;
6. prendere una decisione coraggiosa e immediata per andare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e aderir a tutte le istituzioni e le agenzie internazionali, in particolare alla Corte penale internazionale e smettere di puntare sul miraggio dei negoziati;
7. esprimere un saluto di riverenza e ammirazione per la sollevazione popolare di Gerusalemme e chiamare il popolo palestinese in Cisgiordania e Gaza, nell’Interno e nella diaspora e nel mondo arabo e islamico, perché la battaglia per [difendere] al-Aqsa e i luoghi santi islamici e cristiani è la battaglia per la Palestina, la lotta per la libertà, per il ritorno e l’indipendenza, e in questa occasione invito gli organi dell’Autorità e gli organi di sicurezza dell’Autorità palestinese a proteggere e sostenere le manifestazioni di sostegno alla sollevazione del nostro popolo a Gerusalemme;
8. invitare tutte le forze politiche, sociali, economiche e culturali, le personalità e le istituzioni a tenere una conferenza nazionale per aprire un dialogo strategico atto a sviluppare una visione e una strategia palestinese unificata con la partecipazione di tutti in vista delle elezioni legislative e presidenziali e per eleggere i membri del Consiglio nazionale palestinese, perché sono passati molti anni dal termine giuridico di queste istituzione ed è necessario rinnovarle per rinnovare il sistema politico palestinese;

9. condannare gli attentati che hanno preso di mira i leader di Fatah nella striscia di Gaza e invitare le forze di sicurezza a cercare i colpevoli e processarli; consentire al governo di unità nazionale di esercitare le sue funzioni nel settore della sicurezza e invitare le masse del nostro popolo ad una più ampia partecipazione alla commemorazione del decimo anniversario del martirio del leader e simbolo Yasser Arafat ini tutta la patria.

Colgo l’occasione per rinnovare il giuramento il voto di fedeltà a continuare il percorso [intrapreso] da Yasser Arafat, [il percorso] della lotta nazionale e della resistenza contro l’occupazione [e realizzare] il suo sogno e il sogno del nostro grande popolo della liberazione della patria e di Gerusalemme, nostra Qibla [direzione della preghiera], gemma della nostra corona, fiore delle città e nostra capitale eterna.

Fratello
Marwan Barghouti (Abu al-Qassam)
Cella (28) della prigione di Hadarim

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