Gaza e le barche della morte di Meri Calvelli

Set 19, 2014 | Notizie

Altro disastro umanitario sta “aspettando al varco” la popolazione palestinese della Striscia di Gaza; dopo la brutale guerra, ma ancor di più’ il brutale e duraturo assedio sulla popolazione, centinaia di giovani stanno tentando la fuga dalla morte lenta che offre la loro terra di Palestina. E’ pero’ una fuga dalla morte, illusoria, in quanto alla morte, anche se in altro modo, non sfuggono; vanno incontro ad un ennesimo disastro, questa volta condotto da maledetti contrabbandieri di esseri umani avidi e criminali, tanto quanto chi scatena le guerre sulla popolazione civile. Convincono centinaia di disperati, li come in tutte le zone di conflitto mondiale, a fuggire, a procurarsi un “passaggio”, ammaliati dalla facilita’ di approdo, inconsapevoli pero’ di quello che li attende nel mare.

sbarchi

Per Gaza e’ un fenomeno nuovo, non si era mai verificato in precedenza che cittadini di Gaza se ne andassero in numeri così consistenti e soprattutto che usassero un mezzo di disperazione così grande come gli scafisti clandestini. La disperazione e l’ultima distruzione totale di Gaza, ha forzato molti giovani ad andarsene.
Responsabile e’ l’ occupazione militare che nessuno vuole fermare; connivente è l’Egitto che ha permesso la chiusura e l’assedio della Striscia di Gaza per anni e anni e che nemmeno durante la guerra criminale tra Israele e Hamas, ha aperto uno spiraglio di speranza verso la popolazione civile che cadeva inerme sotto le bombe.

Sono una vergogna i regimi arabi, ricchi sfondati, che continuano ad accumulare miliardi di dollari in banche estere investendo su progetti di sperimentazione militare, facendo prosperare l’economia dell’occidente, americana e europea; sono responsabili di questa tragedia perché hanno chiuso le porte in faccia a tutti gli arabi che fuggivano dalla morte e dalla miseria come è il caso dei siriani, degli iracheni, dei libici.

E ancora sono responsabili i governi occidentali che hanno fatto affari sulle ricchezze dei paesi arabi, senza concedere niente alla povera gente, solo leggi, divieti e repressione per chi e’ fuggito dalle loro guerre.

E’ una tristezza enorme vedere oggi migliaia di morti innocenti, donne uomini bambini e anche da gaza, per lo più’ giovani, che fuggono dalla disperazione, sacrificando ancora una volta la loro vita per cercare un lavoro e una opportunità’ per il futuro della famiglia che lasciano di la del Mediterraneo.
Ancora una volta martiri, di nuovo profughi.

Un appello all’Italia affinché non si renda partecipe di questa tragica ecatombe e che apra le frontiere all’accoglienza e al passaggio della popolazione che vuole dirigersi verso mete diverse.

Ma un appello anche alla popolazione di Gaza affinché invece non cada in questo delirio di fuga verso la “morte certa” che viene prospettata dai contrabbandieri avidi di denaro e incuranti della vita altrui, con barche e altri mezzi di fortuna non legali e non sicuri. Un appello a non andare via, a non abbandonare Gaza.

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