Un soldato israeliano diffonde i resoconti degli attacchi di rappresaglia contro i civili portati avanti dalle truppe a Gaza

Ago 4, 2014 | Notizie

Un soldato israeliano diffonde i resoconti degli attacchi di rappresaglia contro i civili portati avanti dalle truppe a Gaza

Articolo pubblicato e tradotto. www.amiciziaitalo-palestinese.org

Martedì 29 luglio 2014 00:49 Celine Hagbard – ai nostri microfoni News Report

 http://www.imemc.org/article/68658

Un soldato israeliano ha pubblicato i resoconti dei soldati israeliani da cui emerge che sono  autorizzati dai loro comandanti ad effettuare attacchi di rappresaglia contro i civili nella Striscia di Gaza “per consentire ai soldati di sfogare le loro frustrazioni e il dolore per aver perso i loro commilitoni”.

SOLDIERS

 I genitori in lutto per la perdita dei loro figli nell’attacco a una scuola delle Nazioni Unite, lunedì

 Eran Efrati, riferisce, “Soldati in due diverse unità all’interno di Gaza hanno diffuso  informazioni sull’assassinio di palestinesi da parte di un cecchino nel quartiere Shuja’eyya come punizione per la morte dei soldati delle loro unità. Dopo la sparatoria sui mezzi blindati israeliani, che ha ucciso sette soldati della Brigata Golani, l’esercito israeliano ha effettuato una strage nel quartiere Shuja’eyya.

 “Il giorno dopo il massacro, molti palestinesi sono venuti a cercare i loro familiari e le loro famiglie tra le macerie. In uno dei video caricati su YouTube, un giovane palestinese, Salem Shammaly, chiama i nomi dei membri della sua famiglia e li cerca tra le rovine quando viene improvvisamente colpito al petto da un proiettile  e cade. Pochi secondi dopo, ci sono altri due spari dei cecchini che lo uccidono all’istante.

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 “Da quando è stato pubblicato il video, non vi è stata alcuna risposta ufficiale da parte del portavoce dell’IDF. Oggi posso dire che l’ordine ufficiale dato ai soldati a Shuja’eyya era quello di occupare le case palestinesi come avamposti. Da qui i soldati hanno disegnato una linea rossa immaginaria e hanno deciso di uccidere chi la attraversava. Chiunque attraversava la linea era considerato una minaccia per i loro avamposti, ed era quindi considerato un obiettivo legittimo. Questa è stata la motivazione ufficiale all’interno delle unità.

 “Mi è stato detto che il motivo ufficiale era quello di consentire ai soldati di sfogare le loro frustrazioni e il dolore per aver perso i loro commilitoni (cosa che per anni l’IDF non ha affrontato durante le sue operazioni a Gaza e in Cisgiordania), sui palestinesi rifugiati nel quartiere. Sotto il pretesto della cosiddetta “minaccia alla sicurezza” è stato ordinato ai soldati di effettuare un attacco pre-pianificato sui civili palestinesi in modo da potersi vendicare. “

 Richard Silverstein, che lavora con la pubblicazione Tikkun Olam, ha scritto, in risposta al racconto di Efrati, “Ciò che Efrati sta rivelando è un massacro tipo My Lai sanzionato semi-ufficialmente. L’uomo in verde assassinato a sangue freddo nel video di YouTube non è stato ucciso da un pistolero solitario che operava per conto suo. Il suo omicidio è stato approvato come atto di vendetta su tutti i Gazawi. Ricordiamo che 120 palestinesi sono morti quella notte a Shejaia. Questo non è stato un caso. Non erano danni collaterali. Erano gli obiettivi. “

 Le segnalazioni sugli attacchi di vendetta autorizzati sono arrivate nel bel mezzo di un massiccio bombardamento da parte dell’aviazione israeliana martedì mattina, un’ammissione dei militari israeliani che il loro missile ha colpito una scuola dell’Onu a Beit Hanoun e un’altra scuola è stato colpito da un attacco israeliano lunedì .

 In un articolo del giornale israeliano Yedioth Ahronoth il 18 luglio, quando è iniziata l’invasione di terra, il giornale ha riferito, “i carri armati, che sono il cuore della forza d’assalto, hanno ricevuto l’ordine di aprire il fuoco contro qualsiasi cosa si muovesse. L’area e gli obiettivi sono stati designati dalle prime ore del mattino. Da qui in poi, [l’esercito]ha  iniziato a sgombrare il terreno, in quello che potrebbe durare per diversi giorni, a seconda degli sviluppi politici “.

 Nota: Una precedente versione di questa storia conteneva un riferimento al fatto che Eran Efrati fosse un membro del gruppo israeliano ‘Breaking the Silence’. Il portavoce di ‘Breaking the Silence’ ha contattato il nostri microfoni per dire che Efrati non è più un membro di tale gruppo.

tradotto da Barbara Gagliardi (Associazione Amicizia Italo-Palestinese)

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