Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi Occupati 3-9 giugno 2014

Giu 27, 2014 | Campagne, Notizie

Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi Occupati

UNITED NATIONS –  Office for the Coordination of Humanitarian Affairs 

Office for the Coordination of Humanitarian Affairs

www.ochaopt.org

ocha

riguardante il periodo:   3 – 9 giugno 2014

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informazio-ni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

ð  sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina:  http://www.ochaopt.org/reports.aspx?id=104&page=1

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti (in caso di discrepanze, fa testo la versione in lingua originale); nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Nella prima pagi-na viene presentato uno stringato riassunto degli eventi settimanali descritti nel Rapporto.

ð  sono scaricabili dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:

https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

Riassunto

Cisgiordania

  • 33 palestinesi feriti dalle forze israeliane in contesti diversi: manifestazioni commemorative del 47° anniversario dell’inizio dell’occupazione israeliana; proteste contro la Barriera; solidarietà con i palestinesi in detenzione amministrativa in Israele (senza accuse specifiche) e in sciopero della fame.
  • Coloni incendiano un campo palestinese coltivato a grano (6.000 mq) a Deir Jarir.
  • 5 strutture palestinesi demolite nell’Area C: quattro erano chioschi per la vendita di ortaggi: problemi di sussistenza per 4 famiglie.
  • Relativa calma sia nella Striscia di Gaza che nel sud di Israele.
  • Deceduto il palestinese che era stato colpito dal fuoco delle forze israeliane mentre pescava presso la riva, a 300 metri all’interno della recinzione del confine nord della Striscia. Salgono così a 6 i palestinesi uccisi dall’inizio anno nelle Aree ad Accesso Riservato, su terra e in mare. Oltre 35.000 palestinesi vivono di pesca: le restrizioni ne condizionano la sopravvivenza.
  • Valico di Rafah: continua la chiusura.
  • I dipendenti del Governo di Hamas (40.000 addetti) contestano il blocco dei loro stipendi da parte del Governo Tecnico di Consenso Nazionale. La polizia, per evitare conflitti, chiude le Banche di Gaza per impedire anche ai dipendenti dell’Autorità Palestinese che vivono in Gaza di ritirare i loro stipendi.

Striscia di Gaza

Nota: Il recente accordo tra Hamas (Gaza) e l’Autorità Palestinese (Cisgiordania) per il Governo d’Unità Nazionale prevede la fusione degli apparati pubblici che si erano sviluppati separatamente a Gaza e in Cisgiordania. I dipendenti dell’Autorità Nazionale hanno ricevuto gli stipendi, quelli dipendenti da Hamas no.

Testo completo del Rapporto ONU-OCHAoPt

riguardante il periodo:  3 – 9 giugno 2014

Cisgiordania (West Bank)

Oltre 30 feriti in scontri con le forze israeliane

Durante la settimana, un totale di 33 palestinesi sono stati feriti dalle forze israeliane in Cisgiordania, una riduzione rispetto alla media di lesioni registrate settimanalmente dall’inizio dell’anno (44). Più del 60% delle lesioni sono state provocate da proiettili di metallo rivestiti di gomma (21) e le restanti sono state causate da inalazione di gas lacrimogeno (3) e aggressioni fisiche (3), o da proiettili di arma da fuoco (3), granate assordanti (2) o da contenitori di gas lacrimogeno (1).

La maggior parte dei ferimenti di questa settimana (21) sono avvenuti durante gli scontri scoppiati nel contesto di manifestazioni commemorative del 47° anniversario dall’inizio dell’occupazione israeliana; in alcuni luoghi queste manifestazioni si sono sommate alle proteste contro la Barriera e in solidarietà con i palestinesi che si trovano in detenzione amministrativa in Israele e che sono in sciopero della fame. Gli scontri maggiori sono stati registrati nella Città Vecchia di Gerusalemme, presso i checkpoint di Qalandiya (Gerusalemme) e di Beituniya (Ramallah), nella città di Ar Ram (Gerusalemme), nel Campo Profughi di Al ‘Arrub e nel villaggio di Beit Ummar (entrambi in Hebron), e nei villaggi di  Ni’lin e di Bil’in (Ramallah).

In un altro incidente, il 3 giugno, decine di giovani palestinesi si sono riuniti presso una torre militare all’ingresso del villaggio di Beit Ummar (Hebron) ed hanno gettato pietre contro le forze israeliane ivi posizionate. Queste ultime hanno risposto sparando proiettili di metallo rivestiti di gomma e gas lacrimogeni: quattro minori, tra gli 8 ed i 17 anni, sono stati feriti. L’8 ed il 9 giugno le forze israeliane hanno chiuso un cancello di metallo preesistente sull’ingresso principale del villaggio, costringendo la gente ad utilizzare una deviazione.

 Basso livello di violenza correlata ai coloni

Durante la settimana sono stati registrati tre episodi in cui coloni israeliani hanno danneggiato proprietà palestinesi; questo numero rappresenta una riduzione rispetto alla media settimanale di attacchi perpetrati da coloni e recanti lesioni o danni materiali (7 attacchi settimanali, in media, dall’inizio del 2014). In due ulteriori episodi della settimana, palestinesi hanno provocato danni a proprietà di coloni israeliani.

Secondo quanto riferito, l’8 giugno, coloni israeliani dell’insediamento colonico di Hashahar (Ramallah) hanno appiccato il fuoco ad un campo di 6.000 mq coltivato a grano ed appartenente ad un contadino dell’adiacente villaggio di Deir Jarir.

Gli altri due incidenti hanno provocato danni a due veicoli di proprietà palestinese, uno dei quali è stato colpito da pietre mentre viaggiava sulla Strada n° 60, nella zona di Ramallah, mentre l’altro è stato danneggiato vicino all’ingresso del villaggio di Beit Ummar, dopo che il conducente, assalito da un gruppo di coloni, l’aveva abbandonato.

In due diversi episodi avvenuti nel Governatorato di Hebron, il 3 e il 6 giugno, palestinesi hanno lanciato pietre ad un’auto e ad un autobus che trasportavano coloni israeliani in viaggio nei pressi dell’insediamento illegale di Negohot e del Campo profughi di Al ‘Arrub, danneggiando i veicoli.

 Cinque strutture demolite: 36 persone coinvolte

In questa settimana le autorità israeliane hanno demolito un totale di cinque strutture di proprietà palestinese nell’Area C della Cisgiordania, a motivo della mancanza dei permessi israeliani di costruzione: un calo significativo rispetto alla media settimanale di strutture demolite nel 2014 (14). Come nella settimana precedente, nessuna delle demolizioni ha provocato sfollamenti. Non sono state registrate demolizioni in Gerusalemme Est.

Tutte le demolizioni di questa settimana sono state effettuate il 9 giugno. Una delle strutture demolite riguarda sette persone ed era una casa di nuova costruzione, non ancora abitata, situata nel villaggio di Far’un (Tulkarem), a circa 120 metri di distanza dalla Barriera. Le altre quattro strutture demolite erano chioschi per la vendita di ortaggi, eretti lungo la Strada n° 90, nel Governatorato di Tubas, e riguardano la sussistenza di quattro famiglie, composte da 29 persone, tra cui cinque minori.

Sempre in questa settimana, nella comunità beduina di Khirbet ar Ras al Ahmar, nel Governatorato di Tubas, le autorità israeliane hanno consegnato ordini di fermo-lavori per quattro strutture abitative ed otto strutture per animali. Tre delle strutture abitative sono state fornite da una organizzazione umanitaria. La comunità si trova sul confine di una zona designata dalle autorità israeliane come area militare chiusa, destinata alle esercitazioni militari (“zona per le esercitazioni a fuoco”). Nell’Area C della Cisgiordania ci sono 88 comunità situate all’interno o vicine a “zone per le esercitazioni a fuoco”. Queste comunità sono tra le più vulnerabili in termini di bisogni umanitari.

 

 

Striscia di Gaza (Gaza Strip)

Muore un palestinese ferito con arma da fuoco il 26 maggio

La situazione in tutta la Striscia di Gaza e nel sud di Israele è rimasta relativamente calma. Non ci sono state segnalazioni di attacchi aerei israeliani o di gravi scontri; razzi lanciati da gruppi armati palestinesi sono caduti in aree aperte nel sud di Israele o in Gaza, senza provocare feriti o danni.

Benché siano continuate le restrizioni israeliane sull’accesso [dei palestinesi] alle aree adiacenti alla recinzione perimetrale di Gaza, non sono state registrati incidenti che abbiano causato vittime. Tuttavia, l’8 giugno è deceduto un civile 51enne a causa delle ferite subite il 26 maggio, quando venne colpito dalle forze israeliane mentre, secondo quanto riferito, pescava stando in acqua, a 300 metri all’interno della recinzione di confine settentrionale della Striscia. Questa morte porta a 6 il totale dei civili palestinesi uccisi dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’anno, di cui quattro uccisi nelle Aree ad Accesso Ristretto (ARA) su terra e in mare, rispetto ai due uccisi nel corrispondente periodo del 2013 (entrambi nelle ARA).

Inoltre, in almeno due occasioni questa settimana, le forze navali israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento verso barche da pesca palestinesi che si avvicinavano o avevano superato il limite di pesca di sei miglia nautiche, costringendole a terra. Non sono stati segnalati feriti o danni. Le restrizioni in materia di accesso alle zone di pesca continuano a influenzare la sopravvivenza di oltre 35.000 palestinesi che dipendono dal settore della pesca come loro principale fonte di reddito.

 

Aggiornamento sul valico di Rafah

Il 4 giugno, le autorità egiziane hanno ri-chiuso il valico di Rafah dopo averlo parzialmente riaperto per tre giorni nella scorsa settimana, permettendo a circa 2.500 “viaggiatori prioritari”, soprattutto pellegrini, di attraversare in entrambe le direzioni.

Secondo l’Autorità di Confine e di Valico di Gaza, almeno 10.000 “viaggiatori prioritari” sono registrati ed in attesa di attraversare in Egitto, compresi pazienti, studenti e titolari di visti per Paesi terzi. Dal luglio 2013, il valico di Rafah è stato aperto in modo irregolare, consentendo il passaggio solo a limitate categorie di persone. Ciò ha aggravato l’impatto delle restrizioni di lunga data sulla circolazione delle persone attraverso il valico di Erez controllato da Israele, la principale via d’accesso alla Cisgiordania.

 

Le Banche di Gaza chiuse dalla polizia locale

Dal 4 giugno ad oggi, la polizia palestinese ha chiuso tutte le banche e gli sportelli bancomat nella Striscia di Gaza, impedendo il ritiro dello stipendio a migliaia di persone già dipendenti dell’Autorità Palestinese ancor prima del subentro di Hamas, nel 2007. Questo provvedimento sarebbe stato adottato per prevenire ulteriori scontri tra i dipendenti del Governo di Hamas in carica ed i dipendenti dell’Autorità Palestinese. I primi (circa 40.000 addetti) contestano il blocco dei loro stipendi da parte del nuovo Governo Tecnico di Consenso Nazionale. Il Centro Al Mezan per i Diritti Umani ha segnalato alcuni casi di aggressione fisica, da parte della polizia, a persone che cercavano di raggiungere le banche.

 

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