Rajaa di Bili’in, Palestina

 

Mi chiamo Rajaa Adeeb Abu Rahma, sono iscritta alla Facoltà di Medicina dell’Università Al-Quds (Abu Dees). 

Mi son diplomata alle superiori nel 2008 con una media del 96.7% e mi sono iscritta all’Università nello stesso anno. Ho potuto iniziare il quarto anno dei miei studi il 1° Settembre 2011 grazie al sostegno di tante donne e uomini italiani che attraverso l’appello lanciato dall’Associazione per la Pace, hanno contribuito al pagamento delle tasse universitarie, alle spese di trasporto ed ai libri, per il primo semestre di questo mio quarto anno.

Ma il semestre sta terminando ed ho ancora bisogno di aiuto.
Per tre anni, eravamo riusciti con estremi sacrifici a provvedere ai miei studi, anche grazie all’aiuto del Comitato Popolare per la resistenza nonviolenta di Bili’in.

Adesso la situazione è insostenibile per tutti noi. Provengo da una famiglia di 11 persone e sono la figlia maggiore. Ho 7 sorelle e 2 fratelli.

Mio padre è Adeeb Abu Rahma, un attivista contro il Muro a Bil’in. E’ stato ferito numerose volte durante le manifestazioni che vengono organizzate ogni venerdì nei dintorni del villaggio e la sua ultima ferita è stata causata da un proiettile di gomma che l’ha colpito in entrambi i femori, provocandogli problemi di mobilità e per lui autista di taxi, gli ha reso difficile la guida prolungata. Mio padre è stato arrestato nel luglio 2009 e condannato a 18 mesi di prigione. Tutta la mia famiglia ha sofferto per questo, sia psicologicamente che economicamente. Siamo stati molto tristi per la sua assenza e per la sua detenzione in condizioni difficili. Mio padre è uscito di prigione all’inizio del 2011, ma tuttora ci troviamo in precarie condizioni economiche, sebbene ora mio padre abbia ricominciato a lavorare come autista e questo ci è di qualche aiuto.

Durante gli anni dei miei studi di medicina ho imparato che niente è impossibile e che dobbiamo credere in noi stessi e nella possibilità di realizzare i nostri sogni, e che non ci deve essere posto per lo scoraggiamento e per la paura. La Speranza esiste e dobbiamo crederci. Il mio sogno è completare gli studi di Medicina Generale nonostante tutte le difficoltà. Aspiro a diventare una pediatra per alleviare le sofferenze dei bambini piccoli e aiutarli a ritrovare il sorriso e ad asciugare le lacrime dalle loro faccine. Specialmente in Palestina, dove i bimbi si addormentano e si svegliano nella paura e nella guerra.

Prima o poi, con impegno e forza di volontà, ma anche con il vostro aiuto, il mio sogno si realizzerà. Con amore,

Rajaa

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(ricordarsi di mettere la causale)

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